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Gli azzurri

Giorgio De Stefani

GIORGIO DE STEFANI

Luogo e data di nascita: Verona, 24 febbraio 1904 (scomparso a Roma il 22 ottobre 1992).

Miglior classifica mondiale (la top 10, redatta dal giornalista del The Daily Telegraph Arthur Wallis Myers dal 1913 al 1938): fu numero 9 nel 1934

In Coppa Davis: tra il 1927 ed il 1939 giocò 34 incontri tra nazioni vincendo 44 dei 66 match disputati (41 su 62 in singolare e 3 su 4 in doppio). Raggiunse la finale interzone nel 1930 (sfida che qualificava al Challenge Round, cioè il confronto decisivo con la nazione che deteneva il trofeo e lo metteva in palio): insieme a Uberto De Morpurgo e Placido Gaslini dovette affrontare lo squadrone degli Stati Uniti, inventori della manifestazione. Nel primo singolare, contro Wilmer Allison, si arrese solo al quinto set (4-6 7-9 6-4 8-6 10-8 il punteggio finale) dopo aver avuto a disposizione 18 match-point (2 nel quarto set e 16 nel quinto: un record, anche se doloroso). Nel 1948 fu capitano della squadra in tre incontri.

Nei tornei del Grande Slam: tra il 1928 ed il 1939 fu nei tabelloni principali 13 volte raggiungendo la finale a Parigi nel 1932 (battuto in finale dal fuoriclasse francese Henri Cochet 6-0 6-4 4-6 6-3) e la semifinale di nuovo a Parigi nel 1934, quando superò nei quarti il grande Fred Perry che avrebbe chiuso l’anno da n.1 del mondo (6-2 1-6 9-7 6-2) prima di cedere al leggendario barone tedesco Gottfried Von Cramm dopo cinque set (3-6 6-4 6-1 3-6 6-2). A Parigi aveva anche raggiunto i quarti di finale anche nel 1931 come gli riuscì nel 1935 agli  Australian Championships 1935, primo italiano ad avventurarsi oltreoceano per partecipare a quella manifestazione. Il suo miglior risultato a Wimbledon furono invece gli ottavi di finale nel 1933.

Agli Internazionali d’Italia: fu finalista nel 1934, sconfitto da un altro grande azzurro, Giovannino Palmieri, 6-3 6-0 7-5. Può vantare anche le semifinali raggiunte nel 1932 (battuto dal francese Andre Merlin 6-4 1-6 6-4 6-3) e si piazzò nei quarti di finale nel 1930 e 1935. In doppio, a fianco dell’inglese Pat Hughes, vinse nel 1932 sui francesi Bonte/Merlin (6-2 6-2 6-4) e fu finalista nel 1934.

Titoli e finali nel circuito mondiale: si impose a Buenos Aires nel 1935 e ai campionati mondiali Universitari di Darmstadt nel 1930.

Titoli Italiani: vinse i titoli di singolare e doppio misto nel 1930 e il titolo di doppio maschile nel 1939

Negli altri campionati italiani conta il titolo a squadre di 1° categoria (Coppa Brian) vinto nella fila del TC Parioli Roma nel 1930 e 1938

Miglior classifica italiana: fu numero uno d’Italia 5 volte (1933, 1934, 1935, 1936 e 1938)

Note: Tecnicamente, è stato uno dei pochissimi ambidestri della storia del tennis internazionale: giocava infatti due diritti, uno con la mano destra ed uno con la sinistra e raggiunse un livello di eccellenza mondiale. Ebbe un ruolo fondamentale anche da dirigente una volta chiusa la carriera sportiva. Fu presidente della FIT dal 1958 al 1969, tre volte presidente della ITF, la Federazione internazionale (1955-1956, 1962-1963 e 1967-1969) e membro del Comitato Olimpico internazionale per molti anni a partire dal 1951. All’interno del CIO si battè per la riammissione del tennis ai Giochi Olimpici ed ebbe la soddisfazione di vederlo tornare tra gli sport ufficiali a Seul, nel 1988.