Nata a Roma il 19 maggio 1933.
Silvana aveva un tennis aggraziato e intelligente, non privo di doti atletiche e di quel pizzico di vivacità che le veniva dal carattere, ma la prima sensazione che si aveva nell'osservarla era quella dell'equilibrio, della misura, dell'energia racchiusa nelle geometrie da disegnare sul campo. Si sarebbe detto un tennis rotondo e paziente, che sapeva acquistare forza e continuità, e poteva diventare inarrestabile.
La chiamavano “Minnie”, ed erano la saggezza e la simpatia più ancora delle forme minute ad accostarla al fumetto disneyano. Ma era anche "la regina dei treni", perché Silvana ai tornei andava in vagone letto. Non si trattava di snobismo, tutt'altro. Era sacrosanto timore degli aerei, e fu proprio quello il motivo del suo ritiro, nel 1964, alle soglie di un tennis che stava diventando assai simile a quello odierno, tutto viaggi e trasvolate. Ma in quegli anni, Silvana Lazzarino aveva già assolto al suo compito, e si era ritagliata uno spazio importante nella storia del nostro tennis femminile.
Fu la campionessa di un'Italia che ricominciava a vivere e a sognare dopo gli anni bui della Guerra, un'Italia che poteva tornare a dedicarsi allo sport, attraverso i suoi personaggi più noti e ammirati. Silvana preparò di fatto l'avvento di Lea Pericoli, una staffetta che regalò al Paese vent'anni o poco meno di buon tennis.
Caratteristiche tecniche |
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