Nato a Verona il 24 febbraio 1904. E' morto a Roma nel 1992.
Uomo e atleta di grande prestigio, Giorgio de' Stefani divenne il numero uno del tennis italiano nel 1933, dopo il ritiro dalle gare di Hubert De Morpurgo, e mantenne quella posizione fino al 1936. Giocatore autodidatta, di natura mancino, divenne il primo tennista ad usare due colpi di diritto, passando la racchetta da una mano all'altra ed evitando così di colpire di rovescio.
Possedeva nel gioco notevole resistenza, forte determinazione ed era micidiale con il passante, un'arma di grande precisione che risultava, grazie al suo tennis ambidestro, sempre sorprendente per chi si azzardava ad attaccarlo. Raggiunse il nono posto della classifica mondiale nel 1934.
Nel 1932 centrò la finale al Roland Garros (sconfitto da Cochet per 60 64 46 63), nel 1934 fu finalista anche agli Internazionali d’Italia battuto da Giovanni Palmieri (63 60 86).Fu anche grande dirigente sportivo: eletto nel 1951 tra i membri del Comitato Olimpico Internazionale, fu nominato presidente della Federazione Internazionale Tennis nel 1955, ancora prima di essere nominato presidente della Federazione Italiana (1958-1969). Riconfermato alla presidenza internazionale nel 1962 e di nuovo nel 1967, Giorgio de' Stefani si battè a lungo, nel CIO, per la riammissione del tennis alle Olimpiadi.
Caratteristiche tecniche |
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