-

Lucia Bronzetti, come in una favola: “Gli US Open erano il mio sogno...”

La 22enne romagnola racconta emozioni e sensazioni di uno straordinario 2021 che l’ha portata al 174° posto WTA dal n.341 di inizio anno: “All’improvviso sono arrivati i risultati per cui lavoravo da anni, grazie a chi ha sempre creduto in me, ora intendo continuare il mio percorso di crescita”

di | 30 luglio 2021

Marco Paolini e Lucia Bronzetti

Marco Paolini, dirigente del Tc Viserba Rimini, omaggia Lucia Bronzetti con un mazzo di fiori

Il sogno Slam, che fino a un paio di mesi fa sembrava ancora tale, sta per diventare realtà. Poco più di due settimane e Lucia Bronzetti salirà su un aereo destinazione New York, per disputare le qualificazioni degli US Open (dal 22 agosto), suo esordio assoluto a livello Major.
Anche se qualche volta le capita ancora di chiudere e riaprire gli occhi per verificare che sia tutto vero, i risultati colti in questo 2021 tutto in crescendo, e in particolare i due quarti di finale in rapida successione, da debuttante nel circuito maggiore, nei WTA 250 di Losanna e Palermo, hanno regalato alla 22enne di Villa Verucchio (cittadina a una quindicina di km da Rimini, alle prime pendici della Valmarecchia) una dimensione di alto livello che equivale ad una nuova programmazione nel massimo tour mondiale.

Grazie alla 174esima posizione in classifica mondiale, suo best ranking, ora si apre per la romagnola una seconda parte di stagione con ben altre prospettive, a maggior ragione senza punti da difendere, facendo rotta a Flushing Meadows prima e poi verso Melbourne, per le qualificazioni degli Australian Open. Con il sorriso di chi sta finalmente toccando con mano quelli che erano i desideri in fondo al cuore e intende ritagliarsi uno spazio sempre più importante nel tennis che conta.

Lucia Bronzetti con lo staff tecnico del Tennis Club Valmarecchia di Pietracuta, circolo dove ha mosso i primi passi

Prima di iniziare la preparazione mirata, sul cemento, per l’appuntamento nella Grande Mela la riminese ha fatto ritorno a casa per qualche giorno per tirare il fiato ed effettuare la prima dose di vaccino anti-Covid (la seconda poi a ridosso di Ferragosto, per volare poi oltre Oceano più tranquilla).

Il “tour dei saluti” di Lucia è partito a Pietracuta, al Tennis Club Valmarecchia del presidente Piersante Guerra, dove da ragazzina ha mosso i primi passi, proseguendo al Tennis Club Viserba, dove si allena quando non è ad Anzio nel team dei fratelli Piccari e di Karin Knapp che l'ha resa una grande giocatrice e dove in un incontro informale con la stampa si è raccontata, con molta spontaneità.

“Qui mi sento a mio agio,fra amici e quasi in famiglia vista la grande disponibilità nei miei confronti quando torno a casa, mi ospitano sempre con grande gentilezza se chiedo la possibilità di allenarmi, ma devo dire che le prime conferenze stampa o interviste mi mettevano soggezione – ha ammesso la Bronzetti, che ha aperto il 2021 al numero 341 della classifica mondiale – Nel vivere questa situazione da dentro non mi sono resa conto fino in fondo della visibilità e risonanza che possono avere certi risultati, però ho visto il supporto e il sostegno di tante persone e non può che farmi piacere.

Devo confessare che iniziato a realizzare quello che avevo compiuto quando è terminato il torneo di Palermo, in stanza mi sono fermata un attimo a riflettere e mi sono detta: ‘cavolo, hai fatto due settimane bellissime, nel complesso un mese fantastico’, ecco lì ho capito un po’ di più quello che avevo fatto, ora speriamo di continuare su questa strada”.

Lucia Bronzetti

Lucia Bronzetti collegata al telefono da Losanna mentre la madre Denise ritira il premio al Gala del Tennis Romagnolo a Rimini (foto FB Net-Gen)

Le si illuminano gli occhi mentre dice queste parole, segno di quel che sta provando dentro per questo magic moment.
“Anche solo due mesi fa non avrei mai immaginato di essere qui a commentare questi risultati, sono felicissima di quello che ho ottenuto e mi sento di ringraziare tutti coloro che hanno sempre creduto in me, i miei allenatori, il mio staff e la mia famiglia”, sottolinea Lucia, rivolgendo un’occhiata di intesa a papà Luigi e alla zia Vannina, colei che fisicamente l’ha avvicinata alla racchetta dopo altre esperienze in diverse discipline sportive, accompagnandola insieme ai cugini appunto al circolo di Pietracuta.

Ho cominciato a giocare a tennis a dieci anni, poi ho frequentato la scuola superiore pubblica e solo dopo essermi diplomata ho pensato seriamente di fare la tennista professionista, una spinta in tal senso è venuta dai risultati ottenuti tra i 19 e 20 anni, con i primi successi nel circuito ITF”.

Per non lasciare nulla di intentato nell’inseguire questo obiettivo ha deciso anche di lasciare casa e trasferirsi appunto alle porte di Roma. “Da oltre tre anni faccio base appunto ad Anzio, nel team di Francesco e Alessandro Piccari, ai quali si è recentemente aggiunta a tempo pieno anche Karin Knapp che lavora con noi sul campo ogni giorno. La giornata tipo? Due ore di tennis al mattino e altre due di preparazione atletica, poi nel pomeriggio un’altra ora e mezza con la racchetta, di solito un po’ meno intensa, e ancora una parte dedicata al fisico e ad esercizi specifici”, spiega Lucia, che non ha idoli particolari tra le campionesse del tour ma può attingere quotidianamente dal vissuto di Karin Knapp.

“E’ una figura che mi aiuta tantissimo a livello umano, per la sua umiltà e la sua dedizione è davvero un’autentica fonte di ispirazione, anche se come gioco era più potente e aggressiva di me. Inoltre mi piace molto la mentalità di Sara Errani, magari col servizio e il dritto tiro più forte, ma lei è arrivata al numero 5 del mondo e rappresenta sicuramente un modello”, riconosce la romagnola che ha ben chiari anche gli aspetti del suo bagaglio tecnico da affinare.

"Devo migliorare la manualità, il back, il gioco a rete e nel recupero delle palle corte, su questi aspetti sono un po’ indietro anche perché ho iniziato più tardi rispetto alle mie avversarie, però ci lavorerò e sono convinta che con il tempo potrò progredire anche su questo fronte. Del resto, in questi anni non abbiamo lesinato sforzi convinti che il lavoro avrebbe pagato e adesso i risultati sono arrivati, un po’ tutti all’improvviso”.

Lucia Bronzetti con Deborah Chiesa, Karin Knapp e Francesco Piccari

Il diiritto di Lucia Bronzetti

Il rovescio di Lucia Bronzetti (foto Palermo Ladies Open)

Non a caso, in questo caldo luglio prima in Svizzera e poi in Sicilia, alle sue prime apparizioni nel WTA Tour, la Bronzetti ha retto il confronto e messo sotto anche avversarie ben più quotate.

“Certo risultati importanti come i quarti a Losanna e Palermo mi hanno dato una grande consapevolezza nei miei mezzi, la fiducia di poter essere competitiva anche con le più forti. Però ho disputato poche partite a livello WTA e sia contro la Zidansek che poi contro la Ruse nei primi game ho faticato un po’ a salire sul loro ritmo, ma ho visto che dopo non avevo alcuna difficoltà a reggere lo scambio, si tratta più che altro di una questione di abitudine. E credo che con il tempo sarò in grado di tenere quel ritmo fin da inizio match. Certo, quando la velocità sale hai meno tempo per pensare e quindi devi trovare soluzioni rapidamente”.

Numeri alla mano, la riminese è attualmente la sesta giocatrice italiana in classifica. Normale che un pensierino alla maglia azzurra, in prospettiva, possa essere fatto.

Tathiana Garbin mi segue in maniera costante e mi ha inviato messaggi dopo ogni bel risultato, sia lei che Vittorio Magnelli, presente fra l’altro a Palermo, sono in stretto rapporto con il mio coach. Per il momento posso solo ringraziarli per le opportunità che mi hanno concesso con alcune wild card, poi spero di proseguire il mio percorso e meritarmi un giorno una chiamata. Con la nuova posizione di classifica posso avere una programmazione differente, più stimolante ma anche impegnativa, di sicuro quella per cui ho sempre lavorato da qualche anno a questa parte. La determinazione non mi manca e il vedere quali exploit hanno realizzato, ad esempio, al Roland Garros 2020 Martina Trevisan con cui un paio d’anni fa nella Finale di Serie A ho perso di un soffio o recentemente Liudmila Samsonova, fino allo scorso anno nel nostro team ad Anzio, sono uno stimolo ulteriore a provare ad imitarle, del resto quel che è accaduto anche a livello maschile per i giocatori italiani - conclude Lucia - a partire dalla storica semifinale di Cecchinato a Parigi”. 

Lucia Bronzetti con il coach Francesco Piccari

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti