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Federica Di Sarra: “Giovane a 30 anni, voglio ancora dire la mia”

La tennista laziale trionfa nel $15.000 di Ortisei e si rilancia dopo tre titoli: "Fisicamente meglio adesso che dieci anni fa"

di | 09 novembre 2020

Federica Di Sarra - Foto Marco Corriero

Federica Di Sarra - Foto Marco Corriero

La tennista laziale dopo il lockdown ha conquistato tre titoli ITF: Trieste, Tarvisio ($25.000) ed Ortisei. In Trentino-Alto Adige ha superato in finale Kathinkavon Deichmann con un doppio 6-3, frutto di istinto e tanta resistenza fisica. “La carriera dei tennisti professionisti si è allungata – racconta – in campo mi diverto ancora e voglio continuare a farlo”.

 

Partiamo dalle emozioni a caldo: che finale e soprattutto che settimana è stata ad Ortisei?
“È stata una finale sicuramente dura anche se dal risultato non si direbbe. La mia avversaria ha un tennis piuttosto atipico per questi tempi, tanto tocco e poco strapotere atletico. L’avevo già affrontata e battuta in occasione del torneo di Tarvisio e sapevo che su questo tipo di superficie, grazie al rovescio in slice, mi avrebbe messo spesso in difficoltà. Ho utilizzato i primi giochi del match per prenderle le misure e sono stata brava a sfruttare il suo calo di rendimento al servizio. La mia battuta non ha funzionato sempre a dovere ma sento di aver risposto molto bene. La settimana nel complesso è stata particolarmente intensa. Ho rischiato di uscire al 1T turno con Bianca Turati, partita nella quale ero sotto 5-3 al terzo set e dove sono stata costretta ad annullare ben due match point. Su campi così rapidi si ha poco tempo per pensare e il mio gioco si basa molto sulla tattica. Mi sono affidata spesso all’istinto e all’esperienza, per fortuna le cose sono andate bene”.

Dalla ripartenza in poi hai vinto ben tre tornei. Quale ti ha lasciato le sensazioni migliori e perché?
“Si, ho saputo sfruttare al meglio il lockdown e sono felicissima di aver vinto tre tornei. Ho provato sensazioni positive per ogni vittoria, ogni settimana mi ha lasciato qualcosa di speciale. Più di tutte? Tarvisio, senza dubbio, e non per il montepremi. Avevo appena vinto a Trieste ed ero molto stanca. Essermi confrontata ed aver vinto con giocatrici di ottimo livello non era affatto scontato. Un giorno sono stata costretta al doppio turno, due sfide che mi hanno lasciata molto provata dal punto di vista fisico e che sono comunque riuscita a portare a casa. Superati i trent’anni non nascondo di essere rimasta decisamente sorpresa della mia tenuta. Ho lasciato Tarvisio con la consapevolezza di potermela giocare non solo nei $25.000. La testa, ancora una volta, ha fatto la differenza”.

Nei quarti di finale hai superato Lisa Pigato. Si parla molto di lei, che impressione ti ha fatto?
Lisa è un prospetto davvero interessante. Quest’anno l’ho affrontata addirittura in tre occasioni. A Trieste ho rischiato di perdere con lei, sono certa che sul 3-3 al terzo ha pagato alcuni errori di gioventù concedendomi qualche punto che magari tra tre o quattro anni non regalerà più. Mi piace il suo atteggiamento, come sta in campo. Ha enormi margini di miglioramento e con una simile attitudine saprà farli fruttare a dovere”.

Che idea hai dell’attuale momento del tennis italiano?
“Il tennis italiano è in un ottimo momento. Le cose vanno meglio a livello maschile, dove alcuni giovanissimi stanno dimostrando di avere tutte le carte in regola per scalare la classifica molto rapidamente. Tra le ragazze, oltre alla Pigato, anche Melania Delai e Matilde Paoletti stanno iniziando ad ottenere buoni risultati. Fare il paragone tra diverse generazioni non è semplice. Dovessero continuare a lavorare così si toglieranno presto delle belle soddisfazioni”.

Dove ti stai allenando in questo momento? C’è qualche aspetto del tuo gioco che stai curando in modo particolare?
Dalla fine del lockdown di marzo-aprile sto facendo base al Centro Tecnico Federale di Formia. Allenatori e preparatori atletici mi aiutano e sto imparando ad autogestirmi per tutto ciò che riguarda la programmazione. Dopo un periodo di stop ho ripreso nel 2017 con Fabrizio Zeppieri, poi sono stata un anno a Milano. Ultimamente ho limato diversi dettagli e ho lavorato tantissimo dal punto di vista tecnico. Spesso mi sento meglio adesso rispetto a quando ero più giovane”.

Varcata la soglia dei 30 anni, tornassi indietro nel tempo c’è qualcosa che proprio non rifaresti?
“Negli ultimi dieci anni di attività è come se ne avessi persi cinque. Cercherei di evitare questo stop se fosse possibile tornare indietro, senza dubbio. Poi, però, penso che se l’ho fatto ho avuto i miei motivi. Dal 2010 ho scelto di volermi sostenere economicamente senza chiedere aiuto alla mia famiglia. Il tennis è uno sport che necessita di risorse importanti se lo si vuole giocare ad un certo livello e quando ho capito di non potercela fare mi sono fermata. La scossa è arrivata con la finale raggiunta alle prequalificazioni degli Internazionali BNL d’Italia. Mi sono divertita e ho scelto di ripartire con ancora maggiori stimoli rispetto al passato. Ho ancora tanta voglia di giocare e di poter dire la mia”.

Prima di salutarci, obiettivi e sogni…
“Se ci fosse l’opportunità di giocare ancora nel 2020 e migliorare il mio best ranking mi piacerebbe provarci. La situazione al momento è davvero particolare e ciò rende molto difficile lanciarsi in obiettivi a medio e lungo raggio. Se proprio dovessi trovarne uno direi giocare le qualificazioni al Roland Garros e perché no, prima o poi, entrare tra le prime 100 del mondo. L’età dei professionisti si sta allungando sempre di più. Ho il dovere di crederci. Quanto fatto a Parigi da Martina Trevisan lancia un messaggio importante: nulla è impossibile”.

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