L'Italia è una delle poche Nazioni che hanno preso parte a tutte le edizioni della Fed Cup, dalla prima, organizzata in sede unica nel 1963, ad oggi.
La Fed Cup, il cui nome originario era Federation Cup e che in molti continuano erroneamente a definire "Coppa Davis delle donne", è un vero e proprio campionato mondiale femminile a squadre e ad essa partecipano, più spesso di quanto accada con gli uomini in Coppa Davis, tutte le migliori giocatrici del mondo, con grande soddisfazione della Federazione Internazionale che diede vita alla manifestazione per festeggiare il cinquantesimo anniversario della propria fondazione.
L'Italia fece parte delle 16 squadre iscritte a quella edizione inaugurale e il primo periodo della partecipazione azzurra a questa manifestazione vede in prima fila due grandi giocatrici italiane, Lea Pericoli - che giocò nella nazionale di Federation Cup fino al 1975 - e Silvana Lazzarino.
In campo internazionale erano i tempi di giocatrici come le statunitensi King, Hard, Heldman, Richey, e dell'inglese Virginia Wade e in quel periodo l'Italia di Fed Cup non fece registrare grandi risultati.
Dopo un periodo intermedio negli Anni Settanta, quando in nazionale giocarono Daniela Porzio, Manuela Zoni e Rosalba Vido, l'Italia subì vicende alterne e fu costretta a partecipare anche al torneo di consolazione che era previsto nella formula della Fed Cup di quegli anni.
Negli anni Ottanta si affacciano alla ribalta della manifestazione Raffaella Reggi e Sandra Cecchini. Quest'ultima è tuttora detentrice del record del maggior numero di incontri disputati (25). Fu proprio grazie a queste due giocatrici che l'Italia riuscì a rientrare tra le squadre top 8 di Fed Cup in ben quattro occasioni (1984, 1985, 1986 e 1991).
Nel 1995, anno in cui la Federazione Internazionale decide di accorciare il nome della manifestazione in Fed Cup e di assimilare il format di questa competizione a quello della Coppa Davis, l'Italia subisce però la retrocessione dal Gruppo Mondiale decretata dalle sconfitte subite da Canada e Indonesia.
Ma l'orgogliosa risalita dalle zone di qualificazione comincia subito per proseguire, nel 1998 e 1999, con l'ingresso nel World Group, il tabellone di eccellenza dove si scontrano le più forti nazioni del mondo, fino a conquistare per la prima volta la semifinale nel 1999. L'incontro, che vedeva le azzurre di Silvia Farina - nuova leader del tennis femminile italiano - e Rita Grande opposte allo squadrone statunitense di Monica Seles e delle sorelle Williams, si disputò ad Ancona e rimane uno degli incontri memorabili nella storia italiana della Fed Cup. Fu 4-1 per gli Usa ma per la prima volta il tennis femminile entrò di diritto nelle cronache dei quotidiani e in tv, con le due azzurre a lottare fio allo spasimo contro le grandi americane.
Da quell'anno l'Italia è riuscita a collocarsi stabilmente nel World Group, raggiungendo la sua seconda semifinale nel 2002, quando avvenne l'esordio in Fed Cup di Francesca Schiavone.
Le semifinali, disputate quell'anno con la formula della "final four" nelle Isole Canarie, opponevano l'Italia alla Slovacchia, che schierava come punta di diamante la numero 8 del mondo Daniela Hantuchova, costretta sorprendentemente a cedere in due soli set all'azzurra esordiente.
La cronaca degli ultimi anni è quella di una ricerca continua del grande risultato da parte dell'Italia, un risultato che-si avvertiva nell'aria-poteva essere alla portata delle azzurre.
Dal 2003 la squadra azzurra vede nuovamente alternarsi alcune tra le migliori giocatrici italiane, a fare da rinforzo alle più esperte Farina e Grande. Si tratta di Maria Elena Camerin, Antonella Serra Zanetti, Tathiana Garbin.
L'impegno del gruppo è sotto gli occhi di tutti e contro la Francia di Amelie Mauresmo, nel 2004 a Rimini, l'Italia sfiora la terza semifinale. Silvia Farina passa definitivamente il testimone a Francesca Schiavone e, al suo fianco, l'inserimento di Flavia Pennetta a Liberec contro la Repubblica Ceca nel 2005 è subito un successo.
Ma è solo nel 2006 che i tempi sono maturi per il successo assoluto, quello del titolo conquistato a Charleroi contro il Belgio, maturato nello straordinario primo turno di Nancy contro la Francia della n.1 del mondo Amélie Mauresmo, battuta da una Schiavone ai limiti della perfezione, e confermato da una semifinale in casa della Spagna.
Un successo che si chiama Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Mara Santangelo, Roberta Vinci, Romina Oprandi, Tathiana Garbin.
L'Italia è Campione del Mondo. Nessuna squadra aveva vinto la Fed Cup conquistando tre successi sul terreno delle avversarie.
L'epopea delle ragazze azzurre prosegue nel 2007. Grazie a due successi in casa, entrambi a Castellaneta Marina, prima ai danni dell'emergente Cina e poi, di nuovo, ai danni della Francia di Amélie Mauresmo e Tatiana Golovin, l'Italia si guadagna la seconda finale mondiale consecutiva, ancora una volta in trasferta: stavolta a Mosca, contro la corazzata Russia. L'Italia non riesce, però, a conquistare il suo secondo titolo: a spuntarla sono le padrone di casa. Il 2008, contro ogni pronostico, si apre con la sconfitta nei quarti delle azzurre (Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Tathiana Garbin e la new entry Sara Errani), che cedono alla Spagna. Le azzurre sono così costrette a disputare i play off contro l'Ucraina a fine aprile.
Nel 2009 si apre un ciclo di successi incredibili per l’Italia. Flavia Pennetta, Francesca Schiavone, Sara Errani e Roberta Vinci si laureano infatti campionesse del mondo battendo in finale gli Stati Uniti a Reggio Calabria con un netto 4-0. Le ragazze di Barazzutti bissano il trionfo nel 2010: a farne le spese sono ancora gli Usa battuti a San Diego 3-1. Per le azzurre è il terzo titolo.
Il poker arriva nel 2013, dopo due semifinali perse contro Russia e Repubblica Ceca nel 2011 e 2012. A Cagliari la squadra composta da Flavia Pennetta, Sara Errani, Roberta Vinci, Francesca Schiavone e Karin Knapp batte la Russia con un secco 4-0 vincendo il quarto titolo della sua storia. L’anno successivo il cammino dell’Italia si ferma in semifinale, persa contro la Repubblica Ceca. Nel 2015 ancora gli Stati Uniti avversarie, ma nello spareggio per restare nel Gruppo mondiale. Le azzurre si impongono 3-2.
Impresa che non riesce nel 2016 quando le ragazze di Barazzutti perdono lo spareggio con la Spagna finendo nel Gruppo II.
Nel 2017 è Tathiana Garbin a guidare il nuovo gruppo di giovani azzurre (Jasmine Paolini, Martina Trevisan, Camilla Rosatello e Sara Errani) che vincono lo spareggio contro Taiwan per restare nel World Group II.
Nel 2018 le azzurre, guidate sempre dalla Garbin, vincono i quarti di finale del World Group II contro la Spagna 3-2, con Sara Errani trascinatrice delle giovani Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto e Deborah Chiesa. Il cammino però si è interrompe nel successivo play-off promozione per il World Group 2019, dove l’Italia ha ceduto al Belgio per 4-0.
Dopo la pausa del 2020 dovuta alla pandemia, la manifestazione riprende nel 2021, cambiando nome. Diventa Billie Jean King Cup, in onore della grande campionessa americana simbolo dell’emancipazione del tennis femminile.
E’ un annata storica anche per l’Italia che supera di slancio in febbraio il girone del 'Gruppo 1' battendo Croazia, Grecia, Estonia e Austria. Il successo per 3-1 contro la Romania, nei play-off di aprile, la fa tornare di prepotenza nel World Group, tra le più forti nazioni del mondo. Protagoniste dell'impresa Martina Trevisan, Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto e Giulia Gatto-Monticone, guidate da Tathiana Garbin.
Nel 2022 la squadra azzurra si qualifica per la prima volta per le Finals, la fase finale della manifestazione con gironi in sede unica, nuova formula adottata sulla falsariga delle Davis Cup Finals. Batte infatti nel match di qualificazione, ad Alghero, la Francia (3-1, grazie ai successi in singolare di Jasmine Paolini e Camila Giorgi) e vola a Glasgow dove in novembre è in palio la Coppa. Il sorteggio la pone però in un ‘Gruppo A’ di ferro, con il Canada e la Svizzera di Belinda Bencic e Jil Teichmann, che vince il girone e poi conquista il titolo mondiale, battendo in finale l’Australia.
L'italia alla conferenza stampa della vigilia in Billie Jean King Cup a Siviglia. Da sinistra Lucia Bronzetti, Elisabetta Cocciaretto, il capitano Tathiana Garbin, Jasmine Paolini, Martina Trevisan e Lucrezia Stefanini (Tullio Puglia/FITP)
L’avventura dell’Italia in Billie Jean King Cup nel 2023 comincia con il turno preliminare da giocare il 14 aprile contro la Slovacchia, fuori casa, a Bratislava. E comincia bene, con i successi in due set di Camila Giorgi su Anna Schmiedlova e di Martina Trevisan su Victoria Hrunkanova.
Tutto però si complica nella seconda giornata: Jasmine Paolini, subentrata a Martina Trevisan, cede in tre set alla Schmiedlova ed Elisabetta Cocciaretto, subentrata alla Giorgi (infortunata al ginocchio destro), concede alla Hrunkanova la chance di pareggiare. Tutto si risolve, fortunatamente, bene per le azzurre, al termine di un doppio al cardiopalmo: Martina Trevisan ed Elisabetta Cocciaretto superano 64 46 75, al termine di una battaglia di oltre due ore e tre quarti, Viktoria Hruncakova e Tereza Mihalikova, recuperando da 3-5 nel set decisivo. Una rimonta che vale il posto alle Finals di novembre a Siviglia.
All’Estadio la Cartuja, dall’8 novembre, l’Italia guidata da Tathiana Garbin (Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto, Martina Trevisan, Lucia Bronzetti e Lucrezia Stefanini) affronta un girone durissimo che comprende Francia e Germania.
Sin dall’esordio contro la Francia le azzurre però dimostrano una condizione invidiabile e uno spirito di squadra eccezionale: le transalpine vanno ko già dopo i singolari grazie alle vittorie di Trevisan su Alize Cornet e di Paolini su Caroline Garcia, n.20 del mondo (ma già n.4). Una sorte che il giorno dopo tocca anche alle tedesche, con le vittorie ancora di Trevisan su Eva Lys e di Paolini su Anna-Lena Friedsam. Arriva così la qualificazione per le semifinali, contro la Slovenia che ha chiuso in testa un girone che comprendeva Australia e Kazakistan.
Le ragazze italiane sono lanciatissime e ancora una volta risolvono il match già nei primi due singolari con le vittorie di Trevisan su Kaja Juvan e di Paolini su Tamara Zidansek.
E’ finalissima, esattamente dieci anni dopo l’ultima presenza nel match-clou, quella del 2013 a Cagliari quando battendo la Russia le azzurre conquistarono per la quarta volta quella che si chiamava Fed Cup.
Le avversarie vengono dal Canada e le guida Leylah Fernandez, 22 anni, n.35 del mondo ma già finalista agli Us Open nel 2021. In semifinale hanno fermato la Repubblica Ceca di Krejcikova e Voundrousova.
Non fanno sconti nemmeno alle azzurre: la giovane ed esplosiva Marina Stakusic, 18 anni, supera in due set Martina Trevisan e lo stesso fa Fernandez con Jasmine Paolini. Ma l’Italia rosa è di nuovo a un passo dal tetto del mondo, con una squadra giovane e piena di talento, unita intorno alla capitana Garbin.