La squadra azzurro vincitrice della Coppa Davis 2023
L'Italia in Coppa Davis. Una storia che ha avuto inizio nel 1922 sui campi in erba di Roehampton, storico circolo nei pressi di Wimbledon, dove una debole ed inesperta squadra azzurra venne maltrattata dai padroni di casa. Negli anni successivi ancora tante sconfitte, intervallate da sporadici successi su avversari di secondo piano come il Portogallo e l'Olanda.
La svolta arriva però nel 1928, quando la guida della squadra azzurra di Coppa Davis viene affidata al Barone Uberto de Morpurgo. Con de Morpurgo nella doppia veste di capitano-giocatore, con Giorgio de' Stefani e con il doppista Placido Gaslini, l'Italia ha per la prima volta una formazione competitiva: nel 1928 e nel 1930 gli azzurri vincono il tabellone europeo per poi arrendersi nella finale interzone agli Stati Uniti. Nel 1932 ancora una finale europea, poi un lungo periodo opaco intervallato dal secondo conflitto mondiale.
Dopo la riammissione nel tabellone di Coppa Davis nel 1948, Gianni Cucelli e Marcello Del Bello, a cui si aggiungeranno il Rolando Del Bello (fratello di Marcello) e Fausto Gardini, raggiungono una semifinale interzone (1949) e una finale interzone (1952).
E' il preludio agli anni d'oro del tennis azzurro, con Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola protagonisti di un decennio culminato in due finali consecutive nel 1960 e 1961. La prima raggiunta dopo aver rimontato uno svantaggio di 2-0 nei confronti degli Stati Uniti nella finale interzone di Perth, la seconda conquistata a Roma con un secco 4-1 sempre ai danni degli americani. In entrambe le occasioni fu la fortissima Australia di Rod Laver, Roy Emerson e Neale Fraser a fermare la corsa degli azzurri in finale.
Il declino di Nicola Pietrangeli, che a tutt'oggi con 164 match giocati detiene il record assoluto in Coppa Davis, coincide però con l'avvento del celebre quartetto composto da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, capace di conquistare quattro finali in cinque anni, compresa quella vittoriosa di Santiago del Cile (1976). Le altre sarebbero arrivate nel '77 (in Australia), '79 (Usa) e '80 (Cecoslovacchia).
La sua settima finale, l'unica disputata in Patria, l'Italia l'ha raggiunta nel 1998, venendo sconfitta dalla Svezia a Milano.
Appena un anno e mezzo dopo, però, la stessa squadra che era arrivata alla finale fu protagonista della retrocessione nel Gruppo 1, dove la ringiovanitissima Nazionale di capitan Barazzutti, giocò nel settembre 2005 e in quello 2006 due avvincenti e sfortunati spareggi-promozione contro la Spagna di Rafael Nadal (prima a Torre del Greco e poi a Santander) e fu bloccata nel 2007 da una sconfitta in Israele. Il 2008 è l’anno del successo dell’Italia nello spareggio contro la Lettonia (3-2) per restare nel Gruppo I.
L’anno successivo, 2009, gli azzurri hanno l’occasione di tornare nel World Group, ma perdono lo spareggio contro la Svizzera (3-2). Stessa sorte nel 2010: la squadra composta da Fabio Fognini, Simone Bolelli, Daniele Bracciali e Potito Starace perde 3-2 contro la Svezia.
Ma è questione di pochi mesi. Nel 2011 infatti l’Italia torna nel World Group dopo 11 anni, battendo il Cile 4-1 nello spareggio grazie alle imprese di Fognini, Bolelli, Starace e Bracciali. Nel 2012 gli azzurri perdono al primo turno contro la Repubblica Ceca 3-1 ma vincono poi il playoff contro il Cile per restare nel Gruppo mondiale.
L’anno successivo il cammino dell’Italia in Davis si ferma ai quarti, sconfitta dal Canada 3-1. Ma quella di Barazzutti è una squadra in crescita. Nel 2014 infatti gli azzurri arrivano fino alla semifinale persa contro la fortissima Svizzera di Roger Federer e Stan Wawrinka: Fognini, Seppi, Lorenzi e Bolelli escono a testa alta cedendo 3-2. Il 2015 è l’anno del successo nel playoff contro la Russia per restare nel World Group.
L’anno successivo invece l’Italia di Barazzutti arriva fino ai quarti di finale persi contro l’Argentina 3-1. Stessa sorte nel 2017 quando, a Charleroi, Lorenzi, Seppi, Giannessi e Bolelli perdono contro il Belgio 3-2 sempre nei quarti.
Nel 2018 il cammino degli azzurri inizia bene: 3-1 di Fognini e compagni contro il Giappone. Nei quarti però l’avversario di turno è la temibile Francia che a Genova si impone per 3-1, fermando la cavalcata dell’Italia.
Nel 2019 si registra la grande svolta organizzativa della manifestazione, che prevede una prima fase di qualificazione del World Group e tra febbraio e marzo e le finali a gironi in novembre. Le partite non si giocano più al meglio dei 5 set ma due set su tre. Gli azzurri si qualificano per le Davis Cup Finals battendo l’India 3-1 sull'erba di Calcutta. Alla Caja Magica di Madrid non riescono però a superare il girone, battuti da Canada (2-1) e Usa (2-1).
Dopo la sospensione del 2020 dovuta alla pandemia, le Davis Cup by Rakuten Finals tornano nel 2021 e l’Italia, che nel turno preliminare (disputato nel 2020) aveva battuto la Corea del Sud, ospita a Torino due dei sei gironi da tre squadre che qualificano per i quarti di finale. Gli azzurri guidati da Filippo Volandri (Jannik Sinner, Lorenzo Sonego, Fabio Fognini, Lorenzo Musetti e Simone Bolelli) vincono il loro gruppo superando Stati Uniti e Colombia, poi devono cedere, di misura (2-1) nei quarti alla Croazia, futura finalista della manifestazione.
Nel 2022 l’Italia ospita nuovamente le fasi finali della Coppa Davis: uno dei quattro gironi delle Davis Cup Finals si svolge in fatti a Bologna dal 13 al 18 settembre. L’Italia con Matteo Berrettini e Jannik Sinner in prima fila batte Croazia, Argentina e Svezia chiudendo prima in classifica e qualificandosi per i quarti di finale.
A Malaga, il 24 novembre affronta gli Usa di Taylor Fritz e Francese Tiafoe priva però dei suoi primi due giocatori. Lorenzo Sonego e Lorenzo Musetti, con il supporto dell’esperienza di Fabio Fognini e Simone Bolelli nel doppio, non fanno rimpiangere i titolari: gli americani finiscono ko e gli azzurri vanno a giocarsi qualcosa di più di una semifinale contro i canadesi, grandi favoriti per il titolo con Felix Auger-Aliassime in gran forma e il talento di Denis Shapovalov.
Il 26 novembre un grande Sonego lancia l’Italia battendo un incredulo “Shapo”, Felix pareggia superando Musetti e la decisione viene rimandata al doppio dove capitan Volandri deve rischiare un Matteo Berrettini appena recuperato a fianco di Fabio Fognini perché Simone Bolelli è acciaccato. I canadesi Shapovalov e Pospisil la spuntano di un niente, 76 75. Il giorno dopo, in finale con l’Australia, passeggiano e alzano l’insalatiera d’argento di Dwight Davis.
L’edizione 2023 della Coppa Davis vede l’Italia ancora protagonista delle Davis Cup Finals quale paese ospitante di uno dei quattro gironi di qualificazione (Bologna, Manchester, Valencia e Spalato) per la fase finale, prevista a Malaga (Spa) dal 21 al 26 novembre.
Gli azzurri vengono sorteggiati insieme a Canada (detentore del titolo) Cile e Svezia. Alla Unipol Arena, dal 12 al 17 settembre, la squadra si presenta senza i due giocatori più titolati: Matteo Berrettini si era procurato una brutta distorsione alla caviglia destra al secondo turno degli Us Open mentre Jannik Sinner, reduce da impegni molto duri sul cemento statunitense, aveva deciso di fermarsi per salvaguardare il suo fisico e preparare al meglio il finale di stagione.
Il capitano Filippo Volandri punta tutto su Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego e coinvolge per la prima volta il 22enne Matteo Arnaldi che con gli ottavi raggiunti a ew York è entrato tra i primi 50 giocatori del mondo. Sconfitta dal Canada per 3-0 all’esordio la squadra italiana, di fronte al rischio di una precoce eliminazione, reagisce con orgoglio superando per 3-0 il Cile, forte di Cristian Garin e soprattutto del n. 22 del mondo Nicola Jarry. Il successo per 2-1 sulla Svezia garantisce il secondo posto nel girone alle spalle del Canada e qualifica per i quarti di finale, il 23 novembre a Malaga contro l’Olanda che, a Spalato, ha vinto il suo girone davanti a Finlandia Usa e Croazia.
La spedizione azzurra per l’appuntamento delle Finals recupera Jannik Sinner, che nel frattempo si è aggiudicato gli ATP 500 di Pechino e Vienna, qualificandosi per le Nitto ATP Finals di Torino e raggiungendo il n.4 della classifica mondiale (eguagliato il record di Adriano Panatta risalente al 1976). L’azzurro a Torino arriva fino alla finalissima, battendo Stefano Tsitsipas, n.6, Novak Djokovic n.1, Holger Rune n.8 e, in semifinale, Daniil Medvedev, n.3. Cede solo, domenica 19 novembre, a Novak Djokovic, che in semifinale aveva lasciato pochi giochi a Carlos Alcaraz, n.2 del mondo.
Il tempo di rifare le valigie e l’altoatesino raggiunge la squadra (Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi e Simone Bolelli) che lo ha preceduto a Malaga per perfezionare la preparazione sotto la guida di Capitan Volandri.
Contro l’Olanda la strada è subito in salita: Matteo Arnaldi, scelto da Volandri come secondo singolarista, si vede annullare tre match- point dall’olandese Botic Van de Zandschulp (n.51 del mondo ma già n.22 nell’agosto del 2022). Sinner pareggia soffrendo solo nel primo set contro l’insidioso Tallon Griekspooor, n.22 del mondo. Aveva dato sin dall’inizio la sua disponibilità a giocare eventualmente anche il doppio: Volandri gli affianca Lorenzo Sonego e lo manda in campo contro Wesley Koolhof, n.3 del mondo della specialità, e lo stesso Griekspoor. L’affiatamento e la condizione scintillante permettono agli azzurri di superare in due set gli ‘Orange’.
L’Italia è in semifinale, come nel 2022, ma l’avversario questa volta si chiama Serbia e schiera il n.1 del mondo Novak Djokovic che nel 2023 ha vinto tre Slam (Australian Open, Roland Garros e Us Open), le Nitto ATP Finals e ha chiuso per l’ottava volta la stagione da n.1 (record assoluto).
Nel singolare d’apertura Lorenzo Musetti vince lottando il primo set contro Miomir Kecmanovic, n. 54 del mondo, ma poi cede fisicamente, vittima di un problema muscolare (6-7 6-2 6-1).
Il terzo faccia a faccia tra Djokovic e Sinner nell’arco di due settimane può essere già decisivo per i serbi. Il n. 4 del mondo (Sinner) parte però meglio del n.1 e si aggiudica il primo set (6-2). Subisce nel secondo il ritorno orgoglioso del vincitore di 24 Slam che pareggia (6-2). Nella terzo set, tiratissimo, con la palla che viaggia a velocità impressionante, Djokovic arriva a condurre 5-4 0-40 sul servizio di Sinner. Il 22enne di sesto Pusteria però non trema e non cede. Annulla tutti e tre i match-point, chiude il game a suo favore e ribalta la situazione in una manciata di minuti, dominando gli scambi.
Finisce 6-2 2-5 7-5. E pochi minuti dopo i due contendenti tornano in campo per il doppio Sinner/Sonego contro Djokovic/Kecmanovic. L’azzurro è devastante e in perfetta sintonia con l’amico e compagno di squadra: i serbi non si amalgamano e l’Italia chiude in due partite: 6-3 6-4. Sinner batte Djokovic due volte nella stessa giornata e l’insalatiera d’argento di Dwight Davis è solo a un passo.
L’ostacolo da superare in finale è l’Australia di Alex De Minaur, n.12 del mondo che porta tatuato sul petto il n.109: se lo è fatto scrivere sulla pella dopo la prima convocazione con la nazionale che, dopo gli Usa, è quella che ha vinto più volte il titolo mondiale (28) e che tre di quei trofei li ha ottenuti battendo in finale proprio l’Italia (1960, 1961, 1977).
Volandri per il primo singolare contro Alexei Popyrin, n.40 del mondo, sceglie Matteo Arnaldi che è n.41 (ma dodici mesi orsono era solo n.134). Il sanremese, nonostante il sovraccarico di tensione, si batte come un leone e alla fine la spunta: 7-5 2-6 6-4. Arriva l’ora di Sinner vs. De Minaur. L’altoatesino, che ha già battuto il nativo di Sydney in due appuntamenti chiave della sua carriera (la finale delle Next Gen ATP Finals 2019 e la finale dell’ATP Masters 1000 di Tornoto 2023) questa volta è anche spietato: chiude 6-3 6-0 in un’ora e 21 minuti. Il suo sorriso al match-point suggella la conquista della seconda Coppa Davis per l’Italia, che è campione del mondo 47 anni dopo il suo primo trionfo.