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Van der Hoek, la tennista "pro" che vince anche nel padel

La 28enne dei Paesi Bassi, top-100 WTA in doppio un paio d’anni fa, estremizza l’abitudine – cara a tanti amatori – di alternare fra tennis e padel. Due settimane dopo aver superato un turno in doppio nel Tempo di Wimbledon, è andata a vincere un FIP Rise di padel in Egitto

di | 08 agosto 2023

Rosalie van der Hoek (sinistra) con Tia Louisa Norton: hanno vinto il FIP Rise di Al Alamein (Egitto)

Fatta eccezione per quei giocatori che col padel ci sono nati, quindi quasi esclusivamente spagnoli e argentini, tutti gli altri (e le altre) che provano a farsi strada nel mondo della pala sono ex tennisti che hanno deciso di cambiare racchetta, in cerca di maggiore divertimento e nuove opportunità. Succede anche a livello amatoriale, ma in quel caso non è detto che sia necessario scegliere: molti praticano regolarmente entrambe le discipline, magari preferendo il padel d’inverno e il tennis d’estate, oppure senza una vera logica.

Un concetto, quello di alternare le due racchette, che sembra quanto di più lontano ci possa essere da un approccio professionistico a uno sport piuttosto che all’altro, e invece non è così. O almeno non sempre a giudicare dalla programmazione recente della 28enne olandese Rosalie van der Hoek, che passa da una disciplina all’altra con grande disinvoltura e ha da poco vinto il suo primo titolo internazionale nel padel, conquistando un torneo FIP Rise ad Al Alamein (Egitto) in coppia con la britannica Tia Louisa Norton.

La curiosità? Se l’è preso un paio di settimane dopo aver superato per la prima volta un turno in doppio nel Tempio di Wimbledon, dove ha debuttato dopo aver giocato – senza grande fortuna – sull’erba di Gaiba e il weekend precedente su quella di Cordenons, che però è sintetica e circondata da pareti e griglie. Tutto normale per lei, un po’ meno per il driver del WTA 125 del Veneto che è andato a prenderla alla stazione, e quando le ha chiesto da dove arrivasse si è sentito rispondere da un torneo di padel.

Il programma di Rosalie pare chiaro: quando perde al primo turno nei tornei di tennis, sfrutta il fatto che gli appuntamenti FIP di padel scattino da metà settimana per giocarne qualcuno. Ha fatto così a Cordenons, dopo l’eliminazione da ‘s-Hertogenbosh, e di nuovo nel fortunato weekend egiziano di Al Alamein, raggiunto dalla Germania dopo l’eliminazione dal WTA 250 di Amburgo.

Così, la mancina classe 1994 riesce a coltivare due carriere in maniera parallela: quella da doppista nel tennis, che oggi la vede al numero 145 WTA ma con trascorsi fra le prime 100 (e trenta titoli internazionali a livello ITF), e quella da padelista, numero 172 del ranking mondiale FIP, con la partecipazione con i suoi Paesi Bassi agli ultimi tre campionati del mondo, in Paraguay (2018), Qatar (2021) ed Emirati Arabi (2022). Vuol dire che col padel ha a che fare da un po’, precisamente da quando cinque anni fa ha vinto il titolo nazionale olandese nel misto, anche se ha iniziato a prenderlo un po’ più seriamente solo dal 2020.

“Quello anno – ha detto – ho iniziato a giocare più tornei e vedere il padel con altri occhi. È difficile combinarlo col tennis perché tante dinamiche di gioco sono diverse, ma mi piace veramente un sacco. E poi sono una persona molto competitiva, specialmente quando c’è in mezzo una pallina. Mi fa battere forte il cuore. Il padel mi permette di riprovare certe sensazioni che nel tennis sono andate svanite con l’abitudine, e in più è veramente divertente. Ogni volta che scendo in campo sento di imparare qualcosa di nuovo”. Il segreto del successo sta anche lì.

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