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Un italiano nella top-100 FIP? In cinque per il record

Mai nessun padelista nato in Italia è riuscito a raggiungere i primi 100 del ranking mondiale FIP, ma ci sono ben cinque azzurri fra il numero 116 e il numero 125: Cassetta, Cattaneo, Cremona, Sinicropi e Di Giovanni. Il 2024 potrebbe essere l’anno buono per abbattere il muro: ecco perché

di | 24 ottobre 2023

Marco Cassetta, torinese classe '98, è il primo italiano nel ranking mondiale FIP, al numero 116 (foto Giampiero Sposito)

Scorrendo la lista dei primi 100 giocatori nel ranking mondiale dell’International Padel Federation, le bandiere italiane sono cinque, grazie a Denis Perino, Facundo Dominguez, Nicolas Suescun, Aris Patiniotis ed Emiliano Iriart. Si tratta di italo-argentini che dispongono della doppia cittadinanza e hanno deciso di rappresentare l’Italia a livello internazionale, ma nessuno di loro è nato nel nostro paese e il solo Iriart vi risiede, precisamente a Siracusa. Fra gli italiani di nascita, invece, mai nessun giocatore è riuscito a conquistare un posto fra i top-100, né nella classifica FIP che dal 2024 diventerà l’unica di riferimento, né nel ranking del World Padel Tour.

Un piccolo tabù che prima o poi verrà sfatato, principalmente per tre motivi. Perché il nostro movimento continua a crescere in qualità e quantità. Perché sono sempre di più i giocatori azzurri che hanno deciso di impegnarsi con continuità a livello internazionale, fra tornei Premier Padel ed eventi del Cupra FIP Tour. E perché, guardando esclusivamente agli italiani di nascita, ce ne sono ben cinque non così distanti dal traguardo, tutti racchiusi in una quarantina di punti e collocati fra la posizione numero 116 e la numero 125.

Il più avanti di tutti è il torinese Marco Cassetta, che ha appena inaugurato – con un titolo nell’Open di Torrazza Piemonte – una collaborazione affascinante con Flavio Abbate, l’under 20 più forte del nostro movimento. Cassetta ha 440 punti ed è seguito da Daniele Cattaneo (117), Simone Cremona (120), Riccardo Sinicropi (124) e Lorenzo Di Giovanni, numero 125 con 400 punti. Un quintetto di giocatori che sostanzialmente si equivalgono, come mostrato dal ranking e ribadito dall’imprevedibilità che ormai caratterizza gli eventi di punta a livello nazionale, nei quali sono sempre più spesso pochissimi dettagli a stabilire vincitori e vinti.

Daniele Cattaneo, classe 1989, è numero 117 della classifica mondiale (foto Giampiero Sposito)

Tuttavia, nonostante le posizioni suggeriscano che la top-100 non è così lontana, la differenza in termini di punti mostra un gap che non sarà semplicissimo colmare in tempi brevi. L’attuale centesimo giocatore del ranking, lo spagnolo Javier Martinez, ha un bottino di 569 punti, 129 in più rispetto ai 440 del miglior azzurro. Un divario non banale, specialmente considerando che un titolo in un torneo internazionale di categoria FIP Rise (cioè il più importante mai vinto da un giocatore italiano, con vari esempi) assegna 25 punti.

Guardando solamente alla matematica, secondo gli standard attuali dei nostri sarebbe dunque necessario vincere cinque titoli in più per arrivare in zona Martinez. E guai a pensare che sia semplice, perché il livello dei tornei Rise è sempre più elevato e molto omogeneo, con sempre almeno una manciata di coppie (per non dire di più) che partono col titolo nel mirino. Ergo, ne consegue che il vero step da compiere per puntare alla top-100 dipende dalla capacità di vincere incontri nel tabellone principale dei tornei Premier Padel. Fra i due Major di Roma (2022, 2023) e il P1 di Milano – che dal 4 al 10 dicembre torna all’Allianz Cloud, con la seconda edizione – qualche vittoria è arrivata, ma serve di più.

Per questo, vien da pensare che la stagione buona per abbattere il muro possa essere la prossima, quando il calendario Premier Padel, in virtù dell’acquisizione del World Padel Tour, presenterà oltre venti tornei contro i sette del 2023 (dovevano essere otto, prima della recente cancellazione del P1 in Egitto). Vuol dire che i nostri migliori giocatori, che nelle ultime stagioni hanno sostanzialmente snobbato il WPT, potranno studiare una programmazione migliore e avranno a disposizione molte più occasioni per raccogliere punti, verso un obiettivo che passo dopo passo sta diventando alla portata.

Simone Cremona è numero 120 del ranking mondiale FIP (foto Giampiero Sposito)

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