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“La potenza è nulla senza il controllo”, recitava un famoso spot Pirelli. Una frase diventata il mantra di Ikoneec nella progettazione delle tre pale della linea 24K, top di gamma del brand. Racchette davvero niente male dagli standard in linea con i modelli più in vista del mercato. Le abbiamo provate
di Marco Caldara | 12 gennaio 2024
Nella piramide griffata Ikonecc, il nuovo brand italiano che si sta affacciando nel grande mercato del padel, la cima cambia veste. Non più un nome, come – dal basso verso l’alto le linee Fiber, Hybrid e Carbon – ma una sigla: 24K, dove K sta per carbonio e 24 sono le migliaia di filamenti intrecciati in ogni filo di tessuto. Una cifra rarissima per il mondo del padel, anche perché estremamente costosa in termini di produzione, che sta a significare due aspetti principali, ossia qualità e uno splendido mix fra potenza e controllo, confermate dal test in campo dei tre modelli: R (round, tonda), T (teardrop, a goccia) e D (diamond, diamante).
Dall’una all’altra cambiano il bilanciamento, che partendo da 260 millimetri sale di 5 mm per ogni telaio, e le prestazioni assolute, ma non la sensazione di trovarsi in mano un prodotto davvero niente male, dagli standard in linea con quelli proposti dai modelli top di gamma di aziende storiche del mercato, quelli solitamente in mano ai campioni del circuito Premier Padel.
Un plauso che per Ikoneec profuma tanto di missione compiuta: l’obiettivo era quello di realizzare delle pale che potessero soddisfare le esigenze di qualsiasi tipo di giocatore, dai principianti (per i quali sono state concepite le Fiber) ai professionisti con le 24k che ambiscono a diventare un punto di riferimento, passando per amatori (Hybrid) e agonisti (Carbon). Con un pacchetto completo che cresce nel prezzo di 50 euro a collezione (fino ad arrivare ai 299 delle 24K) possono dire di aver garantito a ogni padelista l’arma di cui ha bisogno.
Fra i tre modelli, tutti con schema fori personalizzato e finitura ruvida, la più brillante è la T-24K (forma a lacrima), in quanto garantisce una potenza molto simile alla versione dalla forma a diamante, ma risulta più versatile e maneggevole, e aiuta il controllo quel tantino in più da renderla una buona alleata anche per chi campione non è. In più, ha dalla sua il peso di 365 grammi, rispetto ai 370 della sorella maggiore: una differenza che può sembrare banale ma negli incontri lunghi si fa sentire, dando al braccio un po’ di tregua.
Per il resto, l’impatto è sempre piacevole, sia quando c’è da spingere sia quando serve giocare in punta di fioretto, mentre dare profondità – e precisione – al pallonetto non è per niente difficile, naturalmente a patto di essere dotati di una buonissima tecnica, qualità alla base per approcciarsi a telai pensati per i giocatori di alto livello. Molto soddisfacente anche la prova in campo della R-24K: si tende spesso a pensare – erroneamente – che generare potenza con pale dalla forma tonda sia impossibile. È sicuramente più complicato per via del bilanciamento più basso (in questo caso a 260 millimetri), ma con la R-24K ci si riesce, anche grazie al peso di 370 grammi che favorisce la spinta e all’utilizzo della schiuma Eva Black 15, la stessa degli altri modelli, in grado di garantire grandi performance.
Tuttavia, dovendo etichettarla per forza, la R-24K resta comunque una racchetta brillantissima in particolare per chi cerca controllo e versatilità, davvero ai massimi livelli. Proprio la versatilità è il limite della versione dalla forma a diamante D-24K, ma la coperta è corta e la pala perfetta non esiste: il prezzo da pagare per eccellere in certi aspetti è avere qualche lacuna in altri. Vale esattamente lo stesso per tutti i modelli e tutti i brand.
I dieci telai del catalogo Ikoneec sono disponibili da dicembre, ma non online bensì in una serie di negozi specializzati selezionati dall’azienda. Una mossa che denota l’intenzione di arrivare al cliente alla vecchia maniera, partendo da un mondo più “tecnico” in grado di capire – e spiegare – il valore del prodotto. In questa direzione andrà la scelta dei testimonial, che arriveranno: persone per bene, ancora prima che ottimi giocatori. E possibilmente giovani, in grado di identificarsi a pieno nella natura di ciò che impugnano.
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