Chiudi
Con un avvio di stagione da quattro titoli e 17 vittorie di fila nel WPT, Agustin Tapia e Arturo Coello hanno dimostrato di poter lottare da subito per la vetta del ranking. Le difficoltà di Galan/Lebron li stanno aiutando, ma i due hanno trovato un’alchimia da favola e paiono senza punti deboli. Ci sarà da divertirsi
di Marco Caldara | 28 marzo 2023
4 titoli in 4 tornei del World Padel Tour, con 17 vittorie e nessuna sconfitta, figlie di 34 set vinti sui 36 giocati (con tanto di errore arbitrale nella finale in Cile che gliene ha tolto uno già in cassaforte). È il bilancio dell’inizio di stagione da favola di Arturo Coello e Agustin Tapia, con un dominio che nel circuito si era visto solamente nel 2013, quando a conquistare i primi quattro titoli stagionali furono Fernando Belasteguin e Juan Martin Diaz, la coppia più forte e vincente di tutti i tempi.
La differenza col record di dieci anni fa sta nel fatto che Coello e Tapia una partita l’hanno persa, contro Di Nenno/Stupaczuk nei quarti del Major di Doha del circuito Premier Padel, ma per il resto sono stati quasi sempre inavvicinabili, cancellando subito le (poche) perplessità sulle loro chance di lottare per il numero uno del mondo. Tapia, che in questo momento sta esprimendo il miglior padel in circolazione, non ha avuto alcuna difficoltà nell’assumere il ruolo di “capitano” della coppia, dopo anni a farsi traghettare da alcune delle leggende del gioco, mentre Coello matura torneo dopo torneo, migliora in difesa e rimane terribilmente efficace in attacco.
L’impressione che i due hanno trasmesso in una tournée sudamericana dominata dall’inizio alla fine è l’assenza di punti deboli: fanno tutto benissimo, entrambi, e hanno trovato in fretta quell’alchimia – nelle situazioni di gioco, ma anche a livello umano – che sa fare miracoli. Pare giochino insieme da una vita, non da soli cinque tornei, e i 5.000 punti nella Race parlano per loro. I più vicini, Di Nenno e Stupaczuk, sono fermi a 2.070, e il 6-2 6-1 in 50 minuti nella finale ad Asunciòn ha parlato fin troppo chiaro. È vero che i Super Pibes sono stati gli unici sin qui capaci di batterli, ma il bilancio nei testa a testa dice già 3-1 per Agustin e Arturo.
Nell’inizio di stagione dirompente di Coello/Tapia sta sicuramente avendo un ruolo anche la carenza di avversari, fra problemi fisici – che hanno generato vari forfait – e coppie che scoppiano. In particolare c’è da segnalare gli acciacchi di Galan e Lebron, che non sono al top della condizione e hanno già collezionato due ritiri in cinque tornei, non riuscendo mai a mostrare la loro miglior versione. Tuttavia, entrambi gli scontri diretti hanno incoronato i più giovani, che di questo passo potranno davvero lottare per la testa della classifica e anche piuttosto in fretta.
Per i numeri uno, oltre a un paio di settimane senza tornei (si riparte il 10 aprile con l’Open di Granada, in calendario per la prima volta dal 2018), la buona notizia è che da qui a novembre nel WPT si giocherà soltanto in Europa e con tanta Spagna, dove storicamente i due vincono più che altrove. Tuttavia, ora che Coello e Tapia hanno raccolto una quantità enorme di fiducia, capendo che la vetta del ranking mondiale è un traguardo molto più vicino di quanto potesse sembrare solo qualche settimana fa, per gli attuali numeri uno sarà tutto molto più complicato.
Nemmeno uno sguardo al calendario li lascia tranquilli: è vero che la stagione è ancora lunghissima e questo per loro è sempre stato un vantaggio, grazie a doti atletiche impressionanti, ma i rivali sembrano addirittura più freschi di loro e dal punto di vista fisico hanno davvero poco (per non dire nulla) da invidiargli. L’augurio, dunque, non può che essere di ritrovare presto i veri Galan/Lebron, per assistere a un testa a testa che promette spettacolo.