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Le regole del buon compagno: 5 suggerimenti per migliorarsi

Nel padel essere un buon compagno non è semplice, in particolare a livello amatoriale. Servono pazienza, capacità di ascolto e una buona dose di tolleranza. Ma spesso anche chi si ritiene tale non lo è. Ecco alcuni aspetti da considerare per potersi trasformare nel partner ideale

di | 24 gennaio 2024

Una delle frasi più comuni pronunciate dai giocatori professionisti, è che il padel è uno sport individuale, ma che si gioca in coppia. Pertanto, è bene imparare a lasciare da parte gli individualismi per concentrarsi appunto sulle dinamiche di coppia, perché si vince e perde in due. Tutti sono bravi ad accorgersi delle lacune dei compagni, meno delle proprie, e così possono nascere dei dissapori fra i due giocatori, che anche a livello amatoriale portano alla rottura delle coppie.

In realtà, un buon giocatore di padel è anche quello che sa sempre come comportarsi, ed è in grado di capire che avere un rapporto positivo e sincero col proprio compagno aiuta spesso più una buona vibora, perché l’unione è fondamentale. In generale, può valere il detto “non fare al tuo compagno ciò che non vuoi sia fatto a te”. Ecco una manciata di suggerimenti per potersi considerare un buon compagno (o lavorare per diventarlo).

  • Non arrivare in ritardo. Tutti conoscono quel compagno o avversario che arriva sistematicamente in ritardo: sempre, comunque, ovunque, a qualsiasi ora. Farsi aspettare è sinonimo di mancanza di rispetto e può contribuire a creare un clima teso ancora prima dell’inizio dell’incontro (o allenamento). Da evitare assolutamente. Come lo scappar via dopo la fine di un incontro: a volte è necessario e non lo discute nessuno, ma fermarsi a fare due chiacchiere in compagnia fa parte dello spirito del padel.

  • Non fare tutto da solo. Ribadiamo: il padel è uno sport di coppia. Significa che si gioca in due. Può capitare che in determinate situazioni un giocatore si senta molto più sicuro dell’altro e quindi abbia la tendenza a colpire più palle. Ci può stare se serve alla coppia, non se è utile solo all’ego del singolo. Non deve trasformarsi in una abitudine altrimenti la situazione diventa insostenibile. Piuttosto, è bene imparare ad aiutarsi, costruendo anche il gioco in ottica della posizione del compagno e delle sue possibilità di intervento. Cosa che a livello amatoriale in (troppo) pochi fanno, pensando soltanto a loro stessi.

  • Non lamentarti degli errori del compagno. Tutti lo fanno, tutti lo faranno. È normale. Ma si può imparare a limitarsi il più possibile. In determinate situazioni delicate perdere la pazienza non è difficile, specialmente quando il compagno rovina con un errore banale un punto costruito a meraviglia. Ma non esiste situazione al mondo nella quale farglielo pesare possa avere un effetto positivo. Ormai il punto è andato, tornare indietro non si può. Iniziare il successivo con un approccio positivo può però permettere (in determinati casi) di limitare i danni. Se invece l’approccio è negativo, arriveranno soltanto nuovi errori. Stesso discorso perché chi ripete in continuazione “non fa niente”, ma con una espressione o un linguaggio del corpo che lascia chiaramente intendere il contrario. Meglio parlare chiaro, sempre.

  • Non fare il professore. Capita a tutti di provare a correggere i movimenti del compagno, la posizione, l’impugnatura, il punto di impatto. Ci può stare, ma sempre con dei limiti. Molti giocano per divertirsi, farlo con accanto una sorta di professore pronto a mettere i puntini sulle i dopo ogni punto diventa stancante e noioso. Anche perché in automatico porta un giocatore a sentirsi inferiore rispetto all’altro, il che non è mai un bene. Se proprio ci sono situazioni da correggere, lo si può fare durante i cambi di campo, e con un approccio positivo. Mettersi a discutere nel bel mezzo di un game, davanti agli avversari,  non porta nulla di buono.

  • Impara a comunicare. Non c’è peggior compagno di quello che non parla, non ascolta, non si confronta. Nel padel la comunicazione è fondamentale. Basta osservare un incontro fra i professionisti: si parlano in continuazione, suggerendo posizioni, giocate e quant’altro. In più, sono soliti incoraggiarsi fra un punto e l’altro: è anche quello un modo per aiutarsi, per ricordare che ci si sta impegnando per lo stesso obiettivo. Vale lo stesso sia quando le cose vanno bene sia quando fioccano le difficoltà. Anzi, nel secondo caso è ancora più importante. Molti hanno la tendenza a dimenticarsene quando le cose vanno male, invece che intensificare il confronto. A livello amatoriale, spesso basta poco per capire chi sta perdendo un incontro: è sufficiente vedere quale delle due coppie comunica meno.

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