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L’argentino ha 45 anni, le spagnole ne fanno 33 in due, eppure frequentano gli stessi tornei e sono entrambi al secondo turno del Milano Premier Padel P1. È la prova che, anche nel mondo dei professionisti, il padel può essere uno sport trasversale a più generazioni. E non è affatto un male
di Marco Caldara | 05 dicembre 2023
Qualcuno storcerà il naso nel vedere un signore dai capelli bianchi, che ha compiuto 45 anni lo scorso novembre, vincere partite nei tornei più importanti del mondo e annunciare l’intenzione di giocare almeno un’altra stagione, perché il fisico glielo permette e i risultati lo motivano. Ma il bello del padel è anche trovare uno come Miguel Lamperti, genio di Bahia Blanca che ha iniziato a giocare quando le pale erano di legno e le pareti di cemento, frequentare gli stessi tornei di due come Alejandra Alonso e Andrea Ustero, le baby terribili del padel spagnolo che di anni ne fanno 33 in due.
Si dice – a ragione – che a livello amatoriale il padel possa funzionare a tutte le età ma alcuni esempi suggeriscono che vale lo stesso per i “pro”. Come il Milano Premier Padel P1, dove sia “nonno” Miguel sia le due enfant prodige hanno conquistato il secondo turno, con la stessa fame e la stessa voglia di dar battaglia a due delle coppie più forti del mondo.
Lamperti, che dopo l’addio della leggenda Juan Martin Diaz (col quale ha diviso il campo negli ultimi tornei) è diventato ufficialmente il più anziano giocatore in attività, in Lombardia è stato addirittura costretto a partire dalle qualificazioni ma non ne ha fatto un dramma.
Anzi, a fianco dello spagnolo classe ‘99 Josè Jimenez Casas, che potrebbe tranquillamente essere suo figlio, ha vinto due match fra sabato e domenica e il terzo lunedì al debutto nel main draw, battendo gli azzurri Cassetta/Abbate per prenotare la sfida contro Di Nenno/Stupaczuk, coppia numero 3 del seeding. L’appuntamento è per mercoledì sul Centrale dell’Allianz Cloud, nel secondo match dalle 18, e c’è da scommettere che per i Superpibes non sarà una passeggiata.
Di certo, indipendentemente dal risultato finale, si divertirà mister carisma Miguel, maestro del por tres vecchio stile colpito usando classe e fluidità di braccio al posto della forza bruta. In un padel sempre più professionale e sempre più serio, l’argentino di Bahia Blanca ha conservato l’abitudine di non prendersi troppo sul serio, nemmeno in campo. Come se avesse deciso di affrontare i giganti col piglio dell’amatore, nel quale il pubblico – che infatti lo adora – si può specchiare.
Alonso e Ustero, rispettivamente classe 2006 e 2007 e capaci meno di un mese di conquistare il titolo mondiale juniores (sia con la Spagna sia a livello di coppie: under 18 con Laura Lujan Rodriguez la prima; under 16 con Agueda Perez Ortiz la seconda), hanno invece vinto il match più breve della giornata di martedì, impiegando appena 47 minuti sul Campo 1 dell’Allianz Cloud per battere Julia Polo e Patricia Maria Ribeira.
Un bel messaggio indirizzato alla coppia numero 5 del mondo Icardo/Riera, che si troveranno di fronte giovedì agli ottavi di finale, e anche una conferma del loro ottimo feeling con l’Italia, visto che avevano già superato il primo round anche a luglio a Roma, conquistando l’opportunità di giocare sul Centrale contro le numero uno Sanchez/Josemaria. Occasioni che da uniche si stanno trasformando in abituali, per due ragazze che si sono portate fra le prime 40 del mondo in tempo zero e promettono di dominare la scena negli anni a venire.
Quest’anno si sono già guadagnate i quarti di finale in due dei tornei WPT più importanti, il Master di Valladolid (città di Alejandra, mentre Andrea è di Barcellona) e quello di Madrid, e puntano a fare tris nell’evento Premier Padel di Milano per chiudere l’anno in bellezza e ribadire che quando la materia prima è di enorme qualità si può già brillare in mezzo alle grandi anche a 16 e 17 anni. Per poi continuare a farlo per una trentina d’anni. C’è Lamperti a dire che si può.