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Con la sconfitta all’esordio nel Master di Madrid è finita la carriera di Pablo Lima, una delle leggende del padel nonché il secondo giocatore più vincente nella storia del WPT, con 50 titoli. La gran parte li ha vinti con Belasteguin, dominando fra 2015 e 2019. Il circuito perde uno dei giocatori simbolo dell’evoluzione della disciplina
di Marco Caldara | 22 settembre 2023
Per comprendere la portata, per il mondo del padel, di un giocatore come Pablo Lima basta farsi un giro sui social, a leggere messaggi e commenti dei suoi colleghi più famosi. Tutti l’hanno ammirato, stimato, magari persino invidiato per quella solidità e quell’intelligenza tattica che sono state per anni la benzina dei suoi risultati, e così si sono stretti in un abbraccio collettivo per accompagnarne l’addio al padel giocato, coinciso con il Master WPT in corsa alla Caja Magica di Madrid.
Il campione brasiliano aveva annunciato a febbraio che il 2023 sarebbe stato il suo ultimo anno, ma l’ipotesi era di dire basta a fine stagione. Invece, ripetuti problemi alla schiena (fra le cause di risultati deludenti) l’hanno obbligato ad anticipare l’addio a settembre, dopo la sconfitta al primo turno contro Juan Lebron e Ale Galan. Curiosamente, il secondo è uno dei giocatori che gli deve di più, perché insieme a lui si è affermato fra i top player, vincendo quattro titoli nel 2018 (compreso il Master Final). Ma sono tanti i big ad aver diviso il campo col “Canon di Porto Alegre”, che ha vissuto i suoi anni migliori fra 2015 e 2019, da numero uno del mondo insieme a Fernando Belasteguin.
I due, prima grandi avversari quando Lima formava la coppia dei “Principes” con Juani Mires (insieme per sei anni, e unici capaci seppur per un breve periodo di scippare il numero uno a Bela-Diaz), si unirono dopo la rottura fra i due argentini e hanno giocato in coppia per quattro anni e mezzo, dominando in lungo e in largo e vincendo la bellezza di 35 tornei. Il record nel 2016, con 12 titoli in 16 tornei giocati. È soprattutto grazie a quelli che Lima occupa – e occuperà per sempre, visto l’imminente pensionamento del circuito – la seconda piazza nella classifica dei più vincenti di sempre nel World Padel Tour, con 50 successi.
Dopo l’addio con Belasteguin, il mancino sudamericano ha giocato (e vinto) con Ale Galan, Paquito Navarro e Franco Stupaczuk, insieme al quale ha conquistato tre titoli solo nel 2022, compresi i due P1 di Premier Padel a Newgiza e Mendoza. Non è passata una eternità, ma il suo corpo gli ha detto basta e i risultati di questo 2023 sono stati l’amara conseguenza di una condizione non più sufficiente per stare al passo coi tempi. “Ho avuto il privilegio di fare un lavoro bellissimo – ha detto il brasiliano classe 1986 nella piccola cerimonia organizzata per lui sul Centrale –, perciò lascio il padel molto felice e soddisfatto, con la consapevolezza di aver sempre rispettato al massimo questo sport”.
Con l’addio del (quasi) 37enne sudamericano, il padel perde uno dei suoi giganti, uno che come pochi altri ha contribuito a portare la disciplina in un’altra dimensione. Non se la godrà (più) da giocatore, ma pare destinato a rimanere nel giro, visto che è stato membro fin dall’inizio del board della Professional Padel Association e attualmente ne è presidente ad interim, dopo la rinuncia di Galan. Un altro dei grandi meriti di Lima è stato quello di diventare il primo fenomeno del padel non proveniente da Argentina o Spagna, bensì da una zona del Brasile (Porto Alegre) dove – data la vicinanza con l’Argentina – il padel è arrivato di riflesso negli Anni ‘90.
Lima ha iniziato con la pala intorno ai dieci anni, a venti ha deciso di trasferirsi in Europa per giocare da professionista e 17 anni più tardi ha salutato tutti piangendo lacrime di commozione, con l’etichetta di “leggenda” stampata sulla schiena. Per quanto ha vinto, ma anche per come ha saputo interpretare il gioco e per tutto ciò che lascia al movimento, diventato così grande anche grazie a lui.