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Il pallonetto a candela è uno dei colpi più curiosi del padel, perché sostanzialmente serve a rallentare il gioco e infastidire la coppia rivale, ma in certe situazioni può diventare anche uno dei più intelligenti. Perché permette di spezzare il ritmo agli avversari e portarli fuori dalla propria zona di confort
di Marco Caldara | 27 ottobre 2023
Magari qualche amatore risponderà diversamente, ma chi conosce l’essenza del padel sa che il colpo più importante è il globo, in italiano pallonetto, perché si tratta della soluzione che permette di prendere la rete, ossia la zona dalla quale si portano a casa i punti. Pertanto, è bene imparare a giocare un pallonetto efficace e profondo, conoscendo tutte le sue sfaccettature: da quello rapido a quello più alto, fino alla scelta più estrema di tutte, rappresentata dal globo a candela.
Come lascia intendere il nome, si tratta di una soluzione – usata anche dai professionisti – che suggerisce di eseguire un globo altissimo. La sua funzione principale è una: rallentare il gioco e dare il tempo alla coppia che lo esegue di rifiatare, o di uscire da una situazione di grande pressing e magari recuperare la giusta posizione smarrita per tenere in vita il punto.
In più, spesso il pallonetto a candela si può utilizzare per fare entrare nel gioco anche degli elementi di distrazione, come il sole (i rivali saranno obbligati ad alzare gli occhi al cielo), oppure il vento, destinato a influenzare la traiettoria del colpo, in quando la pallina trascorre in aria almeno un paio di secondi.
La giusta esecuzione di un globo a candela, da giocare naturalmente da una posizione di difesa, richiede un movimento che parte da molto in basso, col giocatore che va a colpire la palla col piatto sostanzialmente parallelo al suolo, aiutandosi con le gambe per spingere la palla verso l’alto. Come accennato, l’obiettivo è quello di prendere tempo e rallentare l’offensiva degli avversari, oppure semplicemente di inserire nel gioco una variabile in più e provare a instillare qualche dubbio nello schema di gioco rivale.
Capita di giocare contro avversari impazienti, che magari sembrano inavvicinabili ma in realtà sono bravi solamente ad applicare il solo piano tattico a loro disposizione. Utilizzare (con parsimonia) il globo a candela è il miglior modo per portarli fuori dalla zona di confort e obbligarli a giocare un padel che non amano. E guai a farsi delle preoccupazioni sulla moralità della soluzione: fa parte del gioco e chi la esegue ne ha tutto il diritto. Se il rivale ne risulta infastidito è un buon segno: vuol dire che non sta trovando le giuste contromisure, ergo la tattica sta dando i suoi frutti. A volte può bastare poco per cambiare volto a un incontro.
In più, una buona esecuzione del globo a candela può anche permettere di ribaltare completamente l’interzia del punto e prendere la rete. Il problema è che, lontano da certi livelli, trovare profondità col lob a candela è veramente complesso. Si tratta della soluzione di gioco che percorre più metri in assoluto, dunque farla terminare sempre nella zona di campo desiderata è roba da giocatori di alto profilo. E poi c’è il fattore vento. Non a caso, per ridurre il più possibile il rischio di commettere un errore (e quindi agevolare la vita ai rivali invece di complicarla), il globo a candela andrebbe sempre giocato al centro, così da stare alla larga dalle pareti laterali. Lo fanno anche i professionisti.
Detto di come, quando e perché utilizzare il globo a candela, è giusto analizzare anche come deve comportarsi la coppia che si trova dall’altro lato del campo, e la soluzione la deve difendere. In primis, per il giocatore è importante stabilire col giusto anticipo (in base alla propria posizione e alla profondità della palla) se colpirla al volo oppure lasciarla rimbalzare. Entrambe le scelte hanno i propri rischi: la prima perché controllare a dovere una palla che scende a picco è difficile; la seconda perché c’è il rischio che la pallina si “appiccichi” al vetro di fondo, oppure addirittura che il rimbalzo superi i quattro metri e la pallina vada così a scavalcare la parete di fondo, uscendo dal campo.
In generale, la seconda scelta rimane la migliore perché dopo il rimbalzo la palla è più facile da controllare, a patto appunto che sia troppo profonda o ugualmente molto alta. In quel caso, diventa quasi obbligatorio rispondere con un pallonetto, che si trasforma quindi in un invito per i rivali. Dunque, è bene lasciarla rimbalzare quando si è sicuri di poterla poi colpire con una certa efficacia.
Se invece il giocatore decide di colpire al volo, è consigliabile prendersi il minor rischio possibile. Trattandosi di un pallonetto, verrebbe da ipotizzare l’uso della bandeja, ma la palla arriva da molto in alto e con una traiettoria sostanzialmente perpendicolare al suolo. Dunque, meglio limitarsi a rispedire la palla nella metà campo rivale, al centro, provando a limitare la possibilità di attacco degli avversari.