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Difesa… intelligente: l’errore più comune da evitare

A livello amatoriale, in fase difensiva molti hanno la tendenza a indirizzare la palla verso l’avversario più vicino a rete, per tentare l’effetto sorpresa. È un errore grandissimo: gli permette di giocare una volèe offensiva da sopra la rete, e dà al suo compagno la possibilità di guadagnare campo. Certe regole non scritte vanno rispettate

di | 29 gennaio 2023

Per avere successo nel padel le qualità offensive sono fondamentali, quelle in difesa… di più. È lì, per esempio, che a detta dei migliori giocatori italiani sta buona parte del gap ancora da colmare nei confronti dei fenomeni spagnoli o argentini: quando si tratta di attaccare sono tutti fortissimi, ma quando c’è da difendere, utilizzando l’intelligenza tattica, gli anni e anni di esperienza fanno ancora la differenza.

Un divario che, fatte le dovute proporzioni, si nota anche a livello amatoriale: spesso e volentieri a vincere è chi sbaglia meno, mette in campo più palline possibile e rende difficilissimo fargli il punto. Ma la difesa, nel padel, non è solo corsa, gambe e solidità: un buon difensore è anche (o soprattutto) colui che sa fare la scelta giusta dal punto di vista tattico, togliendo così agli avversari la possibilità di essere offensivi come vorrebbero, o rendendogli la vita più complessa.

Osservando un match amatoriale è possibile notare un errore comune a tanti, quasi tutti: in fase difensiva, molti hanno troppo spesso la tendenza a giocare la palla in direzione del rivale più vicino alla rete invece che di quello più lontano, per tentare l’effetto sorpresa o per paura che l’avversario a rete possa incrociare al momento giusto e trovare tanto campo per piazzare la volèe. Tuttavia, salvo in casi eccezionali si tratta di un errore: il gioco ha una sua logica ed è bene rispettarla, senza inventarsi soluzioni estemporanee o azzardate. 9 volte su 10 si rivelano controproducenti.

Quando si ha la possibilità di giocare sul rivale più lontano dalla rete, la pallina va indirizzata a lui, punto e stop. Pazienza se si tratta di una giocata prevedibile: lo obbligherà a colpire dal basso, mentre si muove in direzione della rete, posizione dalla quale non avrà la possibilità di giocare una palla particolarmente offensiva. Cercare il giocatore a rete, invece, avrà un doppio effetto negativo: oltre a dare a quest’ultimo la possibilità di attaccare (colpendo sopra l’altezza del nastro), permetterà al suo avversario di avvicinarsi a rete in tranquillità, quando invece bisognerebbe sempre obbligarlo a guadagnarsela, magari togliendosi la palla dai piedi o giocando delle volèe complesse.

In sostanza, una soluzione simile “regala” la rete agli avversari, aumentando le difficoltà per la coppia già impegnata a difendere. In fase difensiva è importante saper sviluppare un vero gioco di squadra, e che i due compagni siano in grado di capire il senso di giocare una determinata palla piuttosto di un’altra, così da muoversi come una coppia e non come due singoli, chiudendo gli spazi e avendo maggiori opportunità di vincere il punto, contrattaccando.

Già, il contrattacco: mostrare agli avversari di non soffrire particolarmente il loro gioco offensivo, difendendo senza grandi difficoltà, è un buon punto di partenza. Ma ciò che davvero fa male alla coppia rivale è mostrare loro che, oltre al fatto che i loro colpi d’attacco non sortiscono gli effetti sperati, si riesce da un momento all’altro a ribaltare lo scambio, contrattaccando e andando a prendersi il punto.

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