Di “El Gato” la storia sportiva sudamericana è piena, ma come Juan Tello ce ne sono veramente pochi. E forse di lui non si parla quanto meriterebbe, visto che adesso i risultati arrivano con continuità. Al Malaga Open ha giocato la sua prima finale dopo quasi un anno e nell’ultimo Premier è arrivato in semifinale. La coppia con Alex Ruiz comincia a funzionare e Juan non ci pensa proprio a volare basso. “Sogno di diventare il numero uno del mondo”.
Il decollo della sua carriera è avvenuto a Cordoba, la sua città (lui è nato a Cruz del Eje, nella provincia). Lì si allenava con la sorella maestra di tennis e ha cominciato a sviluppare le proprie abilità nel padel: qualità che lo hanno portato a diventare il numero uno argentino insieme a Federico Chingotto. Poi, hanno cominciato a stargli strette sia Cruz del Eje che l’Argentina, infatti è diventato necessario un volo di sola andata per la Spagna, per provare a competere con i migliori giocatori del pianeta. “Ero spaventato, non sapevo cosa avrei trovato dall’altra parte del mondo”, ha dichiarato più volte Tello. L’ingresso nel World Padel Tour risale al 2016, quando giocava con il brasiliano Lucas Campagnolo. Un argentino e un brasiliano insieme per provare a battere gli spagnoli, i migliori al mondo. Sembra uno scherzo, invece è stata la vita di Tello.
La sua stella ha brillato anche grazie all’aiuto di Federico Chingotto, con cui Juan ha giocato quasi per tutta la vita. Insieme hanno vinto il primo titolo nel World Padel Tour: al Las Rozas Open, dopo aver battuto Lebron e Galan in semifinale (i due fenomeni li avevano già fermati due volte in finale) hanno ottenuto il trofeo per il forfait di Navarro e Lima. La coppia con Paquito, con cui Juan ha condiviso gli ultimi anni, ha avuto qualche alto e parecchi bassi. Forse anche per questo Tello si è dedicato alla meditazione. “Me l’ha consigliata lo psicologo, lo faccio per almeno 10 minuti al giorno”.
Nel soprannome “El Gato” si riconosce perfettamente, visto che Juan ha dichiarato che vorrebbe essere un gatto di montagna. Uno che deve cacciare per guadagnarsi il pane quotidiano. Ed è lo specchio del suo padel, tutto rischi e zero calcoli, con poca difesa e tanto istinto. Caratteristica che si lega alla superstizione. In fondo, parliamo sempre di un argentino… “Quando inizio un torneo, faccio tutto allo stesso modo per tutta la settimana. Mi siedo e mi alzo nella stessa maniera, vado in bagno alla stessa ora. Lo faccio per trovare la concentrazione”.
Se gli chiedono cosa pensava 10 anni fa quando stava diventando un giocatore di padel, Juan risponde che sapeva che ce l’avrebbe fatta e che in caso contrario si sarebbe messo a giocare a basket. Oggi gioca con Alex Ruiz, che per tutti è Capitan America, vista la sua somiglianza con il personaggio della Marvel. Tello si fida dei suoi colpi, ma ruberebbe il pallonetto a Belasteguin, per Juan il colpo migliore del circuito. D’altronde, per diventare supereroi, bisogna imitare i più forti, e poi batterli.