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Dell’Edera: “Scuole tennis, il primo clic del Sistema Italia”. Ultimo giorno per il riconoscimento

Non più solo luoghi dove si insegna tennis, ma di formazione a tutto tondo: “Con preparazione fisica, mentale, alimentare e strutture al top. Così l’Italia oggi prende i complimenti di Toni Nadal, Bollettieri e Mouratoglou”. E' possibile effettuare la richiesta di riconoscimento da parte dei circoli sulla piattaforma on-line

di | 18 dicembre 2020

Scuole Tennis FIT

Non sono più solo scuole tennis. “Io le chiamo Scuole di Formazione, perché nel nostro sistema il tennis è passato dall’essere mero fine a vero e proprio mezzo per plasmare atleti e persone migliori”. Parola di Michelangelo Dell’Edera, direttore dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi, quello che all’interno della macchina federale si occupa della crescita e dello sviluppo degli insegnanti e, appunto, dei luoghi dove s’insegna il tennis. Il grande vivaio azzurro.

Questi sono i giorni in cui i circoli possono avviare la richiesta di riconoscimento delle proprie scuole tennis, ordinate a partire dal 2011 in un ranking che va da Club School a Top School secondo il rispetto di determinate caratteristiche. Da ieri è attivo il sistema digitale per farlo in ottica 2021, tramite la piattaforma di management all’interno dell’area riservata di tutti i club affiliati d’Italia.

Michelangelo Dell'Edera, direttore dell'Istituto Superiore di Formazione R. Lombardi

“Il processo di riconoscimento delle scuole è un tassello fondamentale di quello che oggi è riconosciuto da tutti come il Sistema Italia”, sottolinea Dell’Edera. Un sistema che raccoglie lodi a livello internazionale da parte dei giocatori (Nadal e Djokovic agli Internazionali BNL d’Italia) e dei tecnici più quotati (ultimo in ordine cronologico Patrick Mouratoglou, coach di Serena Williams, lo ha confermato nei giorni scorsi al Festival dello Sport a Milano).

Qualcosa che per le abitudini italiane, viste da dentro e da fuori, ha rappresentato un vero e proprio cambio di paradigma: “Ricordo quando ospite al primo Simposio Internazionale Nick Bollettieri disse che non poteva nascere un vero Sistema Italia perché siamo, disse, un popolo di individualisti. Adesso che tutto è cambiato e che da 'ognuno per sé’ abbiamo fatto davvero gioco di squadra, quel sistema c’è eccome. E lo stesso Nick durante la sua ultima presenza a Roma si è congratulato. Ma l’opinione è diffusa anche tra altri top coach mondiali, da Emilio Sanchez a Judy Murray passando per Toni Nadal, con i quali siamo costantemente in contatto”.

Merito dell’esplosione sui palcoscenici più prestigiosi dei nostri gioielli, certo, ma anche di un lavoro lungo anni. “I risultati di oggi sono la somma di più fattori: sono figli di un circolo virtuoso che tocca svariati progetti federali, dal fondo rotativo al progetto campi veloci, passando appunto per il sistema di riconoscimento delle scuole”, precisa Dell’Edera. “Due settori nevralgici della Federtennis come settore tecnico e Istituto di Formazione sono diventati sempre più interconnessi, e questo ha fatto una grande differenza”.

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I complimenti di Djokovic al Sistema Italia

Insomma, anche la classificazione che distingue le scuole riconosciute dalla Fit di tutta Italia in cinque macro-categorie (Club School, Basic School, Standard School, Super School e Top School) ha avuto secondo Dell’Edera un ruolo chiave che si è tradotto in crescita quantitativa e qualitativa: “Quando siamo partiti quasi 10 anni fa avevamo 1.206 scuole tennis riconosciute rispetto alle 1.879 del 2020, una crescita che ha permesso una costruzione molto più corposa dei vivai”.

“Per quanto riguarda le Super e le Top School, le più prestigiose per qualità di insegnanti e di strutture, siamo passati da 33 a 87. Tutto questo ha portato all’accrescimento della qualità generale perché le società sportive si sono adeguate ai requisiti richiesti. Parallelamente, il processo di formazione continua ha elevato pure l’asticella in termini di qualità degli insegnanti, il che ha fatto il resto”.

Sì, perché un processo del genere è per forza di cose legato anche alla formazione degli allenatori.

Evidenzia Dell’Edera: “Se fino a dieci anni fa nel tour giravamo solo due o tre tecnici italiani, oggi tra attività Pro e Junior ce ne sono una trentina abbondante".

"Simone Tartarini (con Musetti, ndr), Gipo Arbino (con Sonego, ndr), Piero Melaranci (con Zeppieri, ndr), Paolo Cannova (con Caruso, ndr) e tanti tanti altri, senza dimenticare un tecnico di grande valore come Vincenzo Santopadre (con Matteo Berrettini, ndr) che oggi quasi diamo per scontato…”.

Il discorso abbraccia multipli meccanismi dello stesso ingranaggio che a uno sguardo superficiale potrebbero sfuggire nel loro insieme.

“Da 9 anni a questa parte - aggiunge il direttore dell’I.S.F. - abbiamo circa 95 centri provinciali d’aggregazione e formazione per bambini di 8, 9 o 10 anni, oltre a 16 centri periferici per gli Under 16". Questa realtà così ramificata nasce proprio dal sistema di riconoscimento delle scuole, perché è attraverso quella classificazione che durante gli anni abbiamo individuati i poli giusti su cui puntare”.

Lorenzo Musetti e coach Tartarini in visita al Centro Estivo FIT di Serramazzoni

Questa è la territorializzazione su cui si puntava agli albori del progetto: “10 anni fa ci eravamo posti l’obiettivo di ‘andare nei circoli’. Ricordo ancora le parole del presidente Binaghi che quando cominciai questo percorso mi disse ‘Ricordati di essere un uomo di periferia, dobbiamo decentralizzare e non centralizzare’. Quella era la linea e adesso posso dire che la via è giusta, anche se le nostre ambizioni ci dicono che siamo a metà strada”.

A oggi stiamo esprimendo il 50% delle nostre possibilità e abbiamo ancora ampi margini di miglioramento

- Michelangelo Dell'Edera

Quanta ancora ce n’è da fare dunque? Se le aspettative sono importanti, un bel tratto: “Direi che a oggi stiamo esprimendo il 50% delle nostre possibilità e abbiamo ancora ampi margini di miglioramento. L’obiettivo di lungo termine che ci siamo prefissati è di avere almeno 30 ragazzi all’interno dei Top 300 Atp e 30 ragazze tra le prime 300 Wta (oggi sono rispettivamente 23 e 8, ndr). Sono queste le potenzialità che abbiamo”.

“Un lungo viaggio che è cominciato a giugno 2010, quando nacque l’ISF dedicato a Roberto Lombardi”, soltanto pochi mesi dopo la scomparsa del Prof. “Avremmo voluto che fosse al nostro fianco lungo tutta quest’avventura, cominciata con mesi di studio e osservazione di ciò che facevano gli altri nel mondo. Lì andammo a posare le fondamenta di quanto stiamo vivendo oggi”.

La novità del 2020 riguarda l’esordio all’interno della classificazione anche delle scuole di Padel: “Parliamo di una disciplina che sta vivendo una grande crescita, ma nei prossimi 6, 7 anni sarà ancora più evidente”, aggiunge il direttore dell’ISF. “Lo notiamo anche dai numeri degli allievi delle scuole, sempre in aumento. Su questo va anche detto che stiamo puntando forte sul concetto di multidisciplinarità, nel senso che tra Tennis, Beach Tennis, sport da non dimenticare, e Padel, ci sono delle similitudini in relazione al processo d’apprendimento che vanno sfruttate”.

Le iniziative sono sempre integrate e il must è la visione d’insieme, sempre votata alla crescita. “Un altro esempio virtuoso di questo ingranaggio complesso, con riferimento alle scuole, è il sistema del Grand Prix”, precisa Dell’Edera. Una ‘classifica' per settori giovanili che gli affiliati conoscono ormai bene: “Chi meglio performa riceve in cambio premi, anche sotto forma di materiale didattico e di wild card”.

Wild card, per una volta, non per giocatori ma per maestri: “Sono per quegli insegnanti delle scuole meglio classificate che pur non avendo punteggi e requisiti minimi per frequentare i corsi più esclusivi che garantiscono le massime qualifiche federali, sono comunque ammessi con delle borse di studio guadagnate sul campo”. A suon di risultati. Così il Sistema Italia continua a crescere e ad autoalimentarsi.

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