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Vediamo come l’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” monitora il territorio attraverso una rete capillare per individuare e supportare le giovani promesse
di Roberto Commentucci | 13 gennaio 2020
Il talento può nascere ovunque: nella grande metropoli (vedi Matteo Berrettini, nato a Roma) o in un piccolo centro sperduto (come Jannik Sinner, nato a Sesto Pusteria). Vediamo come l’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” e il Settore Tecnico Nazionale monitorano il territorio per individuare e supportare i giovani talenti.
Uno dei compiti più importanti per una Federazione Sportiva è quello di assicurare un efficace monitoraggio e presidio del territorio, da perseguire mediante due linee di azione principali: innalzare sempre più la qualità dell’insegnamento, in ogni parte d’Italia, e individuare con prontezza i ragazzini dotati di elevato potenziale, per incanalarne fin da subito lo sviluppo su binari corretti e sostenibili. Negli ultimi 10 anni la Federazione ha investito molte risorse in questo campo. Per mezzo dell’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi”, responsabile della crescita dei giovani atleti fino a 16 anni, si è venuta costruendo una struttura periferica davvero capillare, che comprende varie tipologie di iniziative attraverso un vero e proprio sistema piramidale.
Alla base della piramide vi sono le oltre 1.800 scuole tennis riconosciute, sparse per tutto il territorio nazionale. Il riconoscimento della Federazione è uno strumento di certificazione della qualità: per poterlo ottenere, le scuole devono rispettare standard predeterminati in termini di titoli e professionalità degli insegnanti, di disponibilità di strutture, di presenza di determinate figure specializzate (preparatori fisici, mental trainer, fisioterapisti). Sulla base di tali parametri, le scuole riconosciute sono suddivise in 5 categorie di qualità crescente, dalla Basic alla Top School.
A livello provinciale, i migliori ragazzini provenienti da queste scuole tennis, di età compresa fra gli 8 e i 10 anni, sono convocati a partecipare a speciali raduni, tenuti con cadenza mensile, presso il cd. Centro di Aggregazione Provinciale (CAP), ospitato in un Circolo della zona. In ogni provincia, anche la più piccola e remota, viene previsto almeno un CAP, mentre nelle province più grandi e popolose sono organizzati simultaneamente più centri (a Roma ad esempio ce ne sono quattro). Ogni raduno è condotto e gestito dal cd. Fiduciario provinciale, ovvero un maestro locale che per un certo numero di giornate l’anno collabora con l’Istituto di Formazione. I ragazzini vengono convocati sulla base delle segnalazioni che pervengono al Fiduciario responsabile del CAP dai maestri delle scuole tennis riconosciute della provincia. Il protocollo di lavoro dei raduni mensili prevede la presenza di un preparatore fisico, ma anche di un mental trainer e di un nutrizionista, in modo da fornire ai tecnici dei ragazzi e alle loro famiglie i primi rudimenti del corretto approccio all’agonismo e all’allenamento. I ragazzini convocati a questi raduni partecipano ogni anno alla “Coppa delle Province”, fondamentale strumento di monitoraggio del territorio.
Il secondo livello di aggregazione, per ragazzi fra gli 11 e i 15 anni, è costituito dai 13 Centri Periferici di Allenamento sparsi in tutta Italia. Ciascuno di questi centri è diretto da un Tecnico che lavora a tempo pieno per la Federazione e funge da coordinatore dell’attività dell’Istituto nel territorio di sua competenza. Fra questi tecnici regionali figurano anche alcuni ex giocatori, come Massimo Valeri (Lazio) o Tomas Tenconi (Toscana). I ragazzi convocati al CPA svolgono con cadenza mensile raduni di 2 giorni e mezzo, per un totale di 5 sedute a raduno, con l’opportunità di allenarsi e confrontarsi con i migliori coetanei della Regione. Inoltre i Tecnici regionali, al di fuori dei raduni, si recano abitualmente presso i circoli di allenamento dei convocati per fornire supporto e consulenza agli staff dei ragazzi, soprattutto sulla programmazione delle gare.
Quello dei Tecnici Regionali è un lavoro delicato e certosino, che richiede grande professionalità e attenzione, in primis negli aspetti relazionali: occorre far capire alle famiglie e agli staff dei ragazzi che la Federazione non intende e non può sostituirsi ai maestri privati, ma che vuole offrire collaborazione, supporto, servizi e consulenza. Tra i ragazzi convocati nei CPA sono reclutate le rappresentative regionali che partecipano, ogni anno, alla Coppa Belardinelli e alla Coppa d’Inverno.
Infine, sono oggi presenti, per i ragazzi over 16, tre Centri Tecnici Periferici (CTP): due sono attivi a Palazzolo sull’Oglio (Lombardia) e a Vicenza. Si tratta di strutture dove i convocati risiedono stabilmente e sono allenati da Tecnici Federali, che li accompagnano ai tornei: in particolare a Palazzolo, con coach Christian Merlato, si allenano Samuel Vincent Ruggeri e Biagio Grammaticopolo, classe 2002, che prenderanno parte ai prossimi Australian Open juniores. Anche qui, si tratta di strutture nate per portare qualità in prossimità dei luoghi di residenza dei ragazzi.
Al vertice della piramide ci sono, ovviamente, i Centri Tecnici Nazionali: quello maschile a Tirrenia, quello femminile a Gaeta.
Scorrendo i nomi dei giovani che hanno a vario titolo frequentato questi centri negli anni passati si incontrano nomi importanti, come Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Giulio Zeppieri, Luca Nardi, Elisabetta Cocciaretto e tanti altri. Lo stesso si può dire per le competizioni istituzionali a squadre, come la Coppa delle Province o la Coppa Belardinelli: eventi importanti per la crescita dei ragazzi, che imparano a fare gruppo, a giocare per la squadra, a gestire la pressione, e in cui si stringono amicizie importanti e durature, come è capitato ad esempio a Lorenzo Sonego e a Matteo Berrettini, che si sono conosciuti durante un Piemonte-Lazio di Coppa Belardinelli.
Come detto, questa struttura periferica è stata costruita a partire da circa 10 anni fa, ed è poi stata continuamente perfezionata nel corso del tempo. Nel leggere i nomi dei ragazzi che hanno partecipato ai raduni e alle gare si vede chiaramente che questa iniziativa ha sicuramente contribuito, in modo non secondario, al grande rilancio del tennis azzurro che stiamo oggi vivendo.