Da tennista a wedding planner: la nuova vita di Georgia

Indipendentemente dai propositi di classifica, l’obiettivo di ogni giocatore per la propria carriera è quello di chiuderla senza rimpianti. È così che ha detto addio a soli 23 anni Georgia Brescia, monzese, classe 1996, che dopo il ritiro di Francesca Schiavone è stata per qualche stagione la miglior tennista lombarda nel ranking Wta. Ha raggiunto la Top 200, ha vinto 9 titoli Itf e nel 2017 ha anche sfiorato la qualificazione agli Us Open, ma col passare degli anni si è resa conto che il tennis non le bastava più e i traguardi rincorsi fin da bambina non la motivavano come prima.

Il suo gioco quadrumane (con dritto e rovescio a due mani) non le permetteva di salire oltre, l’ansia di dover vincere a tutti i costi per guadagnare è diventata logorante, e le incertezze sul proprio futuro si sono fatte sempre più insistenti. Così, dopo una lunga riflessione, Georgia ha deciso di voltare completamente pagina. Ha appeso la racchetta al chiodo nell’estate del 2019 e da subito si è dedicata al lavoro di wedding planner, aprendo sul Lago di Como un’agenzia per persone straniere (e non) che decidono di sposarsi in Italia. Un’attività che negli ultimi anni è diventata particolarmente in voga, e le ha permesso di ritrovare in fretta quel sorriso che le difficoltà del tennis le avevano gradualmente tolto.

È capitato di vederla ancora in campo in qualche rara occasione, come nel campionato di Serie A1 con la Bal Lumezzane, ma ormai quello del tennis è un capitolo che appartiene al passato. “La mia scelta – ha raccontato – è dovuta alla salute mentale. Ero stanca di fare qualcosa che non mi andava più di fare, mi sono accorta che mi piacciono tante altre cose, così ho scelto di cambiare. E adesso sto molto meglio”. Invece di rincorrere i propri sogni, oggi lavora sodo con la sua Georgia Louise Events per realizzare quelli dei suoi clienti, e ringrazia il tennis per averla resa la persona che è. Le ha dato la possibilità di girare il mondo, conoscere persone e culture, e capire quale fosse la sua strada. Anche senza la racchetta.