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Federico Cinà palermitano, classe 2007, è cresciuto a pane, palline e racchette.
di Sicilia | 20 febbraio 2021
Non poteva che giocare a tennis. Federico Cinà palermitano, classe 2007, è cresciuto a pane, palline e racchette. Figlio d’arte, entrambi i genitori, Susanna e Francesco, con un ottimo passato tennistico e con quest’ultimo storico coach della tarantina Roberta Vinci.
Talento cristallino, Federico, per tutti “pallino” è uno dei prospetti più interessanti del panorama internazionale nella sua categoria. Vanta già alcuni successi in singolo e doppio a livello Tennis Europe e nella classifica itf under 18 ha collezionato i suoi primi punti lo scorso settembre al torneo di grado 4 al Ct Palermo. Inoltre ha vestito la casacca azzurra nel corso delle competizioni in ambito della Winter Cup.
A livello nazionale invece, spicca la doppietta alla Coppa Lambertenghi nel 2019 e il titolo italiano di doppio conseguito lo scorso anno a Forlì insieme al romano Andrea De Marchi contro il quale ha perso al terzo set l’ultimo atto del singolare, giocato punto su punto nonostante un fastidioso problema alla mano.
Il giovane tennista palermitano adesso è proiettato al 2021 che tuttavia è iniziato con un piccolo intoppo che ha rallentato la lunga preparazione invernale svolta sui campi del Country Time Club presso l’Accademia guidata proprio dal padre Francesco.
“L’off season è stata più lunga del solito, a causa delle difficoltà di giocare all’estero in virtù delle problematiche legate al Covid che purtroppo ho contatto a inizio gennaio e pertanto mi sono dovuto fermare per qualche settimana – racconta Cinà – adesso sto molto meglio e non vedo l’ora di iniziare la stagione che nel mio caso prenderà il via con un torneo Tennis Europe ad Istanbul (cat.2) a metà marzo”.
Il tredicenne siciliano si allena presso la Cinà Tennis Institute. La parte tennistica è a cura del padre e di uno dei maestri dell’Accademia vale a dire Claudio Garda, mentre a curare la parte atletica è Marco Salerno.
“Sto lavorando duramente sia in campo che fuori dal campo, nello specifico sul servizio, sugli appoggi e sulla forza. Sono consapevole di dover migliorare su molti aspetti, da quello tecnico a quello fisico e mentale. Sono solo all’inizio di un lungo e faticoso percorso che spero mi porti verso grandi traguardi. Solo lavorando duro si arriva a giocare ad un buon livello”.
Nonostante la giovanissima età, Federico ha avuto modo di visitare tantissime località in Europa e nel mondo, in virtù del fatto che spesso era a fianco del padre durante la sua militanza come allenatore di Roberta Vinci.
“Ho avuto la fortuna di viaggiare molto e di vedere sempre tennis di altissimo livello, in particolare apprezzavo il modo di giocare il doppio da parte di Roberta e Sara (Errani) e non a caso amo molto questa disciplina. Tra i posti più belli in cui sono stato dico senza ombra di dubbio Indian Wells per la pace che si respira, un luogo ideale per giocare a tennis. Tra quelli dello Slam invece dico New York per il fascino del suo campo centrale. Il mio sogno è di riuscire, un giorno, a vincere su questo palcoscenico”.
Da un palermitano cresciuto sul rosso ci si aspetterebbe una risposta scontata su quale sia la sua superficie prediletta..
“Adoro il cemento indoor, so che è bizzarro per un ragazzo del sud, tuttavia sono del parere che un buon giocatore debba adattarsi a tutte le superfici”.
Federico si sta affacciando al mondo del tennis in uno dei periodi di massimo splendore a livello di giocatori italiani, tre in particolare sono tra i suoi prediletti.
“In questo momento sono tutti fortissimi, ho avuto l’onore di guardare dal vivo lo scorso dicembre Sinner quando sono andato al Piatti Tennis Center, ammiro anche Musetti e Fognini che conosco da diversi anni. In ambito straniero invece il mio riferimento e Nole Djokovic per il suo modo di giocare e per il suo atteggiamento. E’ un grande professionista dentro e fuori il campo”.
Troppo facile scegliere questo sport con papà e mamma entrambi con un passato da giocatori di ottimo livello.
“La scelta è venuta in automatico, sono cresciuto sui campi da tennis, vedendo fin da subito tanta qualità e questo ha influito a far crescere in me l’amore per questa disciplina. Mio padre mi dà tanti consigli, in particolare quello di allenarmi con la massima concentrazione e poi mi ripete spesso che le partite vanno giocate per provare a mettere in pratica quello che si è fatto in allenamento, senza dare importanza al risultato”.
Non solo tennis tra le passioni di “pallino”.
“Mi piace molto giocare a calcio e a padel. Quando sono a casa invece, mi rilasso con qualche partita alla PlayStation. Amo inoltre – conclude Federico - viaggiare e scoprire sempre posti nuovi”.
In questi giorni il tredicenne palermitano è in gara al torneo open con montepremi di scena sui campi del Country Time Club.