-

Un altro Piatti nel Tour? Rocco brilla fra gli under 18

Rocco, figlio sedicenne del coach comasco Riccardo, inizia a farsi notare nel circuito Itf under 18. Ha centrato due quarti di finale consecutivi, e cresce a vista d’occhio. In età da scuola materna era già un habitué dei tornei più famosi al mondo, al seguito di papà…

17 ottobre 2020

Rocco Piatti

Rocco Piatti, figlio del coach comasco Riccardo

Il suo primo pass per un torneo Atp il piccolo Rocco l’ha avuto a soli due mesi, e a due anni e mezzo era in campo a Melbourne Park col ciuccio in bocca. A nemmeno quattro palleggiava con Ljubicic sulla terra del Roland Garros, a dieci dava del tu a Federer e a sedici vanta più presenze nei tornei dello Slam di vari big. In campo? No, al seguito di papà Riccardo Piatti, che fra un campione e l’altro ha lavorato anche per plasmare il tennis del figlioletto, ma senza mettergli particolari pressioni. Così Rocco è cresciuto lontano dai riflettori, e nelle ultime settimane ha iniziato a mostrare buone qualità, facendosi notare nel circuito mondiale juniores.

Nell’elenco degli italiani nella classifica Itf Rocco non figura, perché attualmente il giovane Piatti gioca per il Principato di Monaco dove è nato e risiede, ma le origini comasche di papà - cresciuto a Cernobbio - non si cambiano e lo riportano in Lombardia, dove si è appena regalato il secondo quarto di finale consecutivo fra gli under 18 a livello Itf. Il giovane, che naturalmente si allena con papà e il suo team al Piatti Tennis Center di Bordighera, aveva giocato il primo a settembre sulla terra rossa del Circolo Tennis Palermo, e ha fatto il bis un mese dopo a Tremosine sul Garda (provincia di Brescia), in un evento di Grado 5.

All’esordio Piatti ha sconfitto per 6-2 6-1 Simone Guercio, mentre al secondo round si è ripetuto contro Lorenzo Sciahbasi (6-0 6-4), prima di arrendersi ai quarti al futuro finalista Pietro Pampanin, passato per 6-1 6-3. Un risultato incoraggiante in vista degli ultimi scampoli di 2020, ma anche in chiave futura: essere già competitivi fra gli under 18 a sedici anni appena compiuti è un buon segno. E pazienza se i migliori coetanei si trovano uno o due gradini più avanti: la ricetta di papà Riccardo insegna che ogni giocatore ha il suo percorso, e il tennis non è una gara a chi arriva prima. Conta chi si forma meglio, e qui si può star tranquilli. Perché lui uno dei coach più famosi al mondo ce l’ha sia in campo che a casa. E lo chiama papà.

Un piccolo Rocco Piatti con la racchetta sui campi del Roland Garros con Ivan Ljubicic, storico "allievo" di papà Riccardo

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti