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New Country Torino, l'Open della ripartenza

Manuel Pace, classificato 2.6, si impone nel torneo Open che ha raggiunto i 200 iscritti. "Per un piccolo circolo come il nostro - spiegano dal club - organizzare tornei in un momento complicato come questo è un modo per riempire i campi e attirare tennisti, ma è anche l'occasione per incrementare la partecipazione dei nostri soci alle manifestazioni agonistiche"

di | 01 marzo 2021

Il primo Open dell'anno non si scorda mai, soprattutto se va tutto per il meglio, nonostante il gran numero di partecipanti, come è avvenuto al New Country di Torino con il suo Master Open Primo Torneo, cui hanno preso parte poco meno di 200 giocatori. L'appuntamento per tennisti con classifica da 2.1 a scendere è stato un importante banco di prova organizzativo per il circolo. 

“Il primo Open dell'anno è andato davvero bene”, spiegano dal New Country, “perché, nonostante l'alto numero di iscritti, siamo riusciti a gestire i tabelloni al meglio e abbiamo constatato con piacere che si è instaurato un ben clima anche tra i giocatori, apparsi più disponibili del solito, anche a entrare in relazione tra di loro, a scambiarsi i numeri di telefono e a confrontarsi. Per un piccolo circolo come il nostro, organizzare tornei in un momento complicato come questo è un modo per riempire i campi e attirare tennisti, ma è anche l'occasione per incrementare la partecipazione dei nostri soci alle manifestazioni agonistiche. In questi giorni siamo già partiti con il secondo appuntamento Open, limitato 2.7, che è stato accolto con altrettanto entusiasmo”.

Passando al responso del campo, il torneo ha visto rispettate le gerarchie di classifica, con la testa di serie numero 1, Manuel Pace, tesserato per il Monviso Sporting club di Grugliasco, bravo a non farsi imbrigliare dalla pressione esercitata su chi parte con i favori del pronostico.

Commentando le prestazioni sfoderate sui campi di corso Moncalieri, il diciassettenne con classifica 2.6, spiega: “Quello al New Country è stato il mio primo torneo dell'anno. Non ho giocato il mio miglior tennis, ma è stato importante tornare a giocare partite con una certa continuità. In questo torneo - prosegue - ero il favorito, almeno sulla carta, e questa aspettativa ogni tanto rappresenta una difficoltà in più da affrontare. In semifinale la partita è stata tosta. Giocavo contro un maestro del circolo organizzatore (Nicolò Drago, ndr) che era molto in forma e decisamente più esperto di me. Sono contento di aver vinto, ma ancora di più mi fa piacere la sensazione che mi ha lasciato il match: quella di una partita che mi ha insegnato molto. La finale l'ho giocata contro un mio amico (Federico Givone, ndr), con cui mi allenavo da piccolo. Non è stata una gara esaltante, ma ho sempre avuto l'impressione di essere in controllo della partita, anche se ho impiegato molto tempo a staccarmi nel punteggio. Dispiace che il Covid non permetta di avere pubblico presente, perché così ti senti un po' più solo in campo. E poi mi sarebbe piaciuto far vedere ai miei genitori come sto giocando e poter dedicare loro questa vittoria”. 

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