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Matteo Gigante prepara il 2021 in attesa dell'esordio programmato nel mese di febbraio. Una stagione con tante incognite, ma con un obiettivo chiaro: migliorare la classifica
di Lorenzo Ercoli | 27 gennaio 2021
“Al momento è ancora difficile fare piani e stilare una programmazione, ma mi sto allenando regolarmente e spero di poter giocare il primo torneo ad inizio febbraio”. Matteo Gigante da settimane si è messo al lavoro nella capitale e sta preparando la stagione 2021, il cui inizio per tanti slitterà al mese di febbraio. Dopo aver ritrovato la guida di Alessandro Galli, suo tecnico d’infanzia, l’attuale numero 874 del ranking ATP sta sfruttando al massimo l’inverno che precede la ripresa delle attività: “Negli ultimi mesi dello scorso anno sono tornato da Alessandro Galli, so che di lui mi posso fidare e sono contento della mia scelta - spiega il 19enne -. La mia off-season si sta concentrando molto sul servizio e sul dritto, dove devo migliorare il timing. Inoltre mi sono rivolto ad nutrizionista e sto per iniziare una dieta che mi aiuterà a migliorare la resa del mio corpo”. Nel 2020 la pandemia ha condizionato il salto di Matteo da junior a pro, limitando le sue possibilità di competere: “Sicuramente è stato un peccato non poter giocare tutto l’anno. Il salto sicuramente l’ho notato nel livello di gioco: specialmente quando si tratta di chiudere la partita devi avere più consapevolezza. Se ti ritrovi sopra 5-2 al terzo non puoi pensare di aver vinto, c’è un ulteriore passo da fare e devi stare concentrato fino alla stretta di mano - l’osservazione di Matteo che aggiunge -. Un altro grosso cambiamento da affrontare riguarda le location. Da under 18 giochi eventi meglio organizzati, mentre nei Futures cambia tutto e spesso alloggi in dei resort dove l’unica cosa che puoi fare dopo aver giocato è tornare in camera a guardare serie tv”.
Occasioni limitate, ma quando è sceso in campo Gigante ha lasciato intravedere tutto il proprio potenziale. Ancora prima dello stop, al debutto Challenger a Bergamo aveva sfiorato il colpaccio contro Arthur De Greef, in una partita persa con match point a favore: “Non ci volevo credere di aver perso quel match. Inizialmente non pensavo neanche di poter giocare così bene perché era primo Challenger della mia carriera. Al Palazzetto c’era un bel po’ di pubblico a sostenermi, riuscì ad andare sul 5-4 40-0, ma poi è andata come è andata”. L’ottima impressione lasciata dall’evento lombardo, è stata poi confermata dopo i mesi di lockdown nelle esibizioni di Todi e Perugia. In particolar modo nel secondo evento, l’allievo di Galli ha impattato la semifinale battendo nel suo percorso Thomas Fabbiano: “Sicuramente qualcuno mi ha conosciuto grazie a quel torneo, ma ancora non godo di grande notorietà. Quel risultato però mi ha dato fiducia e sicuramente mi sta seguendo”. Non si nasconde il classe 2002 che poche settimane dopo ha potuto giocare in casa le qualificazioni degli Internazionali d’Italia: “Avevo sempre seguito il torneo da spettatore quando andavo con la scuola tennis: giocare al Foro era il mio sogno sin da bambino. Mi è dispiaciuto che l’evento fosse a porte chiuse perché la spinta del pubblico è qualcosa di incredibile e io da italiano e romano l’avrei vissuta ancora meglio”. Il sorteggio ha messo Gigante in campo con Ivashka, in un match che per certi versi ha ripercorso quello di Bergamo: “All’inizio pensavo di essere tranquillo, ma in realtà ero un po’ teso. Ho fatto troppi errori e ho lasciato scappare il primo set con il punteggio di 6-3. Poi mi sono detto “Guarda dove stai giocando” e mi sono caricato riuscendo non solo a chiudere il secondo parziale per 6-4, ma volando sul 5-2 al terzo. In quel momento il mio avversario ha chiamato un time-out medico, io ho avuto tre match point sul 5-4, ma non l’ho chiusa. Due li ha giocati bene lui, in uno ho avuto un’occasione che non ho convertito - ricorda l’azzurro, poi sconfitto al tie-break risolutivo -. Dopo la partita mi sono chiuso in camera per un giorno e mezzo. Poi ho realizzato che stavo giocando contro uno dei primi 150 al mondo e ho tratto le cose buone di quest’esperienza”.
Quella settimana, Gigante ha condiviso i campi del Foro Italico con i tanti colleghi azzurri che ormai da diverse stagioni stanno ben figurando, rappresentando un grosso stimolo per un giovane alle prime esperienze: “Ormai copriamo tutte le generazioni di giocatori. Partiamo da Fognini e Seppi per arrivare a Caruso, Travaglia, Berrettini, Sonego e ai NextGen Sinner e Musetti. infine ci sono tutti quelli della mia età, ancora non siamo nessuno e dobbiamo lavorare sulla scia di chi ce l’ha fatta. Sicuramente per il nostro tennis è uno dei momenti più floridi di sempre”. Motivato sotto tanti punti di vista, Gigante ha ben in testa un obiettivo per il 2021: “Quest’anno voglio scalare la classifica per poter giocare i Challenger senza dover chiedere inviti. Farcela in un solo anno sarà tosta, ma ci voglio provare. Sarà fondamentale fare punti e sfruttare al massimo le wild card Challenger che avrò a disposizione”.