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Vincenzo Santopadre: "Miglioramento è la parola d'ordine"

A tu per tu con il coach di Matteo Berrettini. "Un anno come il 2020 - spiega l'ex davisman azzurro - deve lasciare esperienza. Ora vogliamo fare bene nei tornei importanti"

di | 12 dicembre 2020

Vincenzo Santopadre e Matteo Berrettini

Vincenzo Santopadre e Matteo Berrettini - foto Fioriti

Una stagione complicata, unica, incredibile. Dopo un meraviglioso 2019, Matteo Berrettini ha dovuto stravolgere i piani nell’anno delle conferme. Tanti infortuni con i quali fare i conti, un nuovo sistema di classifiche e una top-10 da custodire gelosamente. “Un passo dopo l’altro per attutire il salto e fare esperienza”, parole e musica di coach Vincenzo Santopadre. L’ex davisman azzurro, allenatore e punto di riferimento del tennista capitolino, ha fatto il punto sulla preseason e sull’anno che verrà.

“Ora siamo a Montecarlo – spiega Santopadre – ma il nostro lavoro è cominciato oltre un mese fa. In occasione delle ATP Finals siamo volati a Londra con l’idea di affrontare una decina di giorni di allenamenti particolarmente intensi a 360°: prevenzione, tennis e preparazione fisica. Essere quasi certi del fatto che Matteo non avrebbe giocato il Master, visto che gli otto presenti erano tutti in un ottimo stato di salute, ci ha consentito di poter pianificare bene le cose. Una volta lasciata l’Inghilterra si è concesso alcuni giorni di vacanza durante i quali ha continuato ad allenarsi dal punto di vista atletico, proprio per non perdere nulla del lavoro svolto fino a quel momento e per farsi trovare pronto per questa preseason che abbiamo iniziato ufficialmente da pochi giorni. L’ambiente qui a Montecarlo è l’ideale sotto diversi profili. Molti giocatori professionisti fanno base nel Principato e in questi giorni Matteo ha avuto l’occasione di scendere in campo con Wawrinka, Fognini e Goffin, senza dimenticare suo fratello Jacopo”.

Pianificare con prudenza, senza mai perdere di vista l’essenziale. “L’obiettivo principale in un contesto storico come quello che ci troviamo a vivere – prosegue l’allenatore azzurro – è la salute ed è un qualcosa che accomuna gli atleti professionisti al resto della popolazione. Cercare di poter stare il meglio possibile dal punto di vista fisico è una priorità assoluta. Puntiamo molto sulla prevenzione e sulla preparazione atletica proprio perché sappiamo quanto Matteo ha dovuto faticare nel corso dell’ultimo anno. Come noto ha avuto svariati problemi e questi gli hanno impedito di dare il 300%. Dopo anni ciascuno di noi impara a conoscersi e a saper convivere con il proprio corpo. Matteo sa di essere delicato e di dover mettere il massimo dell’attenzione anche nei più piccoli dettagli. Tutto questo, ovviamente, senza dimenticare il tennis"

“Il mio modo di intendere il concetto di ‘miglioramento’ è proprio questo. Il lavoro in campo, senza la parte atletica, non porta molto lontano. Abbiamo il dovere di migliorare in tutto se puntiamo a toglierci delle grosse soddisfazioni. Matteo è molto tempo ormai che ha fatto suo questo credo e ce lo ha stampato in mente forte e chiaro. Ogni cosa che facciamo insieme è in funzione di un suo miglioramento”.

Cosa resta, alla fine, di un anno così bizzarro? “Da questo incredibile 2020 ci portiamo dietro tanta esperienza. Quando si è reduci da un 2019 strepitoso come il suo, sapevamo di dover andare alla ricerca degli equilibri. Si deve immaginare un salto in cui oltre a dover fare i conti con le vertigini, c’è da combattere anche con la stabilità e i cali fisiologici. Un ragazzo giovane che in un lampo raggiunge vette così alte è naturale che non abbia ancora quella solidità mentale che gli consente di poter fronteggiare tutti i momenti. Le giuste competenze si trovano solamente dopo aver vissuto determinate situazioni e una stagione come quella appena trascorsa, se vissuta nel modo giusto, può lasciare tanto. Occorre stare sempre vigili e con gli occhi aperti in un momento del genere. Per tutti è stato un anno nuovo, per Matteo ancora di più perché oltre alla pandemia era anche il suo primo anno da top-10. Ci è arrivato come un razzo, non per gradi. Siamo stati felicissimi ma allo stesso tempo consapevoli che ci sarebbero state maggiori difficoltà”.

Sulla programmazione. “Siamo in attesa di capire quali saranno i primi impegni del 2021 in modo da poterci organizzare. Se, come sembra, dovessero inserire alcuni tornei prima degli Australian Open, valuteremo il da farsi. Giocare potrebbe essere un’ottima idea per diversi motivi. Ora dobbiamo continuare a lavorare sodo, giorno dopo giorno. Abbiamo voglia, come tutti i top player di andare più avanti possibile nei tornei importanti”.

Inevitabili alcune considerazioni sulla stagione di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. “Jannik e Lorenzo hanno fatto delle cose incredibili, un po' quello che è accaduto a Matteo nella passata stagione. Tutto il mondo si è accorto delle loro infinite qualità. Ciò che mi ha colpito in modo particolare è il loro essere bravi ragazzi. Uno degli aspetti ai quali do un peso specifico rilevante è l’atteggiamento, non solo in campo ma soprattutto fuori. La loro attitudine deve essere un esempio per tutto il movimento ed il tennis italiano del presente e del futuro non potrà che trarne giovamento. Quanto fatto in passato da Fognini, Seppi e Cecchinato ha inciso sul presente di Berrettini e Sonego, che a loro volta stanno facendo da traino a professionisti ancora più giovani”. “É normale che ora abbiano i riflettori puntati addosso – conclude Santopadre – ma devono darsi il tempo per perdere partite e per imparare. Possiamo arrivare lontano”.

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