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Un’affermazione Slam cambia la vita dei tennisti e, c’è da scommetterci, anche quella dei coach. Laura ha già vinto gli Us Open 2016 in doppio misto con il croato Mate Pavic, ma per il 28enne sardo questa è la prima volta. “Secondo me per Laura questa vittoria vale di più, soprattutto per il momento in cui è arrivata”. Quando si sono iscritte non pensavano di poter vincere, sono state le ultime dell’entry list e non avevano mai giocato insieme. Al torneo di Cincinnati avrebbero voluto ma la classifica non lo consentiva. “Per me è stata una gioia incredibile, un misto fra tensione e lacrime – prosegue Zucca - Poi lei non si era accorta che si trattava del match point, per di più le avversarie avevano chiamato il challenge (la verifica del punto, n.d.r.), quindi sul momento non c’è stata l’esplosione classica”. Tanto è vero che per recuperare un po’, alla fine Siegemund e Zvonareva hanno chiesto all'arbitro il permesso di abbracciarsi, venendo meno seppur per pochi istanti al distanziamento. “Ora non riesco nemmeno a dire come mi sento, è bellissimo”. Siegemund ha dedicato la vittoria a sua zia che non c’è più. “Io la dedico alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto”, afferma Antonio Zucca.
“Laura merita questo successo dopo i tanti infortuni che ha subito e per tutto l’impegno che ci mette ogni giorno”. Delle capacità di Laura in doppio, Antonio Zucca era consapevole da tempo: “L’anno scorso ha raggiunto gli ottavi in tutti gli Slam, ma secondo me con Zvonareva si sono proprio trovate”. Durante la premiazione, la russa (best ranking n. 2 WTA nel 2010, due finali slam giocate a Wimbledon e Parigi) si è complimentata con la propria compagna: “Tu mi fai giocare meglio”, le ha detto. La stessa cosa vale per Laura perché, spiega Zucca, “Vera gioca benissimo da fondo e Laura si muove molto bene a rete. Sono due professioniste incredibili, non lasciano niente al caso. Partita dopo partita la loro fiducia è salita e sicuramente la semifinale contro Kudermetova/Blinkova, vinta 7-5 al terzo set, è stata molto importante”.
La vittoria è arrivata l’11 settembre, a New York, nel primo Slam della storia a porte chiuse, nell’anno della pandemia, dentro una bolla “che era veramente una bolla”, conferma Zucca: quasi un appuntamento col destino. Che effetto fa? “Fa effetto perché negli USA l’11 settembre è molto sentito e nello stadio c’erano molti striscioni commemorativi. Poi è anche il compleanno di mio fratello. Nel 2001 in famiglia stavamo festeggiando con lui quando le torri gemelle sono state abbattute”. E’ una data che non si può dimenticare per mille ragioni.
ORA ROMA, STRASBURGO E PARIGI
Adesso agli Internazionali Bnl d’Italia, Laura Siegemund giocherà il doppio con un’altra compagna, poi andrà a Strasburgo e a seguire disputerà il doppio al Roland Garros di nuovo con Vera Zvonareva. “Io la seguirò in questi tornei ma spero anche di poter giocare qualche partita in Sardegna con il Tc Porto Torres in Serie C”. E anche Laura Siegemund tra un impegno e l’altro cercherà di trascorrere un breve periodo in Germania, per festeggiare il successo di New York assieme alla famiglia.