All’ipotetica definizione da parole crociate “Ocleppo del tennis”, la risposta non sarebbe affatto scontata. Perché due sono le opzioni possibili, entrambe di sei lettere. La prima è Gianni, ex numero 30 del mondo quarant’anni fa; la seconda è Julian, suo figlio. Il piemontese classe 1997, attualmente numero 310 della classifica mondiale Atp (molto vicino al suo best ranking, al numero 309, registrato a febbraio) si può inserire a buon titolo nella schiera di giocatori italiani che stavano facendo bene nelle settimane e nei mesi precedenti allo stop determinato dall’emergenza sanitaria.
Prima che le misure precauzionali per arginare la diffusione del Coronavirus facessero saltare la finale di singolare del Challenger di Bergamo, il piemontese che vive tra Alba e Monte-Carlo ha fatto in tempo ad aggiudicarsi il tabellone di doppio di quel torneo, in coppia con Zdenek Kolar. L’affermazione in doppio (specialità in cui Ocleppo occupa la posizione 205 e ha raggiunto la 167 nel 2018) è particolarmente significativa, perché arriva a qualche mese dalla decisione di non far più coppia con un altro piemontese, Andrea Vavassori, per dedicarsi con più costanza al singolare e provare a lasciare il segno anche da solo, o meglio sempre col supporto del coach Alessandro Motti.
I risultati ottenuti nella prima parte del 2020 hanno confermato la bontà della scelta. Su tutti, spicca la semifinale raggiunta nel Challenger da 125 mila dollari di Bangalore, in India, ottenuta attraverso vittorie contro avversari quotati e mostrando un gioco ricco di colpi spettacolari. Dopo il successo in doppio in terra orobica, il piemontese ha dato continuità alla striscia di risultati positivi anche nel singolare, raggiungendo la semifinale a Trento e i quarti di finale a Porec, in Croazia, dove a fermarlo non è stato l’avversario, bensì lo stop alle competizioni causa Covid-19.
Prima della ripartenza del circuito, Julian si è poi dovuto sorbire pure un fastidioso infortunio, una lesione al tendine del polso che gli ha impedito di allenarsi a dovere anche quando avrebbe potuto. Il piemontese però piano piano sta tornando, e cercherà di ritrovare quella costanza nel rendimento che non sempre lo ha accompagnato nel corso della sua giovane carriera.
I mesi di lockdown rendono ancora più difficile fare congetture sulla tenuta, mentale e fisica, che i giocatori sapranno dimostrare alla ripresa. Quel che è certo è che nel gioco del 23enne piemontese la parte atletica recita un ruolo molto importante e quindi sarà determinante scendere in campo in piena forma.
Al riguardo, nessuna indicazione utile è potuta arrivare dagli appuntamenti nazionali e dalle competizioni a squadre che si sono disputate nelle scorse settimane. Julian è in forza al team di Massalombarda, ma non è mai sceso in campo nella fase a gironi del campionato di A1 e non ha preso parte agli assoluti di Todi, sempre per colpa del polso malandato.
Occorrerà attendere i prossimi tornei per capire se e come l’altro “Ocleppo del tennis” saprà ancora sorprendere gli amanti di questo sport e della sua imprevedibilità, di cui il piemontese è - nel bene e nel male - uno degli interpreti esemplari.