
Chiudi
Con l’edizione del 2020 il torneo del Tc Terranova di Olbia ha superato il quarto di secolo, l'evento è stato di particolare successo. I protagonisti si raccontano a partire dal vincitore Marco Mosciatti, ex nazionale Juniores. Per il futuro si punta all'incremento del montepremi.
di Riccardo Di Siena | 11 agosto 2020
Si è conclusa la 26° edizione dell’Open del Mare di Olbia al TC Terranova. Il torneo, che conferma la propria longevità superando il quarto di secolo, quest’anno è stato particolarmente interessante sia per via dell’alto numero degli iscritti, 184 tra maschile e femminile, sia per il livello dei partecipanti. Hanno preso parte all'evento ben 32 seconda categoria, 2 giocatori con classifica Atp e 4 con classifica Itf. Diversi giocatori hanno abbinato il tennis alla vacanza, altri sono venuti appositamente per il torneo e alcuni hanno approfittato dei precedenti Campionati Italiani di seconda categoria di Cagliari per spostarsi poi a Olbia.
I TITOLI
Nel maschile il titolo è andato al favorito Marco Mosciatti (cl. 2.2, 23 anni, 1210 Atp, max 1187 nel febbraio 2020) il quale ha battuto in finale per 7-5 6-1 il campione italiano di seconda categoria del 2019 Federico Campana (cl. 2.2, 22 anni, 1555 Atp, max 1460 nel gennaio 2020).
La finale femminile è stata molto combattuta e incerta sino al tie-break del terzo set. A spuntarla è stata la campionessa uscente Elisa Rachele Zingale la quale ha battuto Vittoria Avvantaggiati per 4-6 6-4 7-6(2).
Nel doppio Gino Asara e Andrea Calcagno hanno conquistato il titolo battendo Tommaso e Massimo Reviglio per 6-4 6-2.
“C’è stata un po’ di tensione dovuta alla finale - racconta Marco Mosciatti - Non è stata una partita stupenda, abbiamo commesso entrambi un po’ di errori gratuiti, io ne ho fatti di meno e sono riuscito a portare a casa la vittoria. Ho anche servito abbastanza bene, nei momenti importanti ho tenuto sempre la battuta. È stato importante il game sul 5-5 del primo set, poteva andare da una parte o dall'altra ma è andata bene per me”.
Mosciatti prima di partecipare all’Open del Mare di Olbia aveva partecipato ai Campionati Italiani di seconda categoria a Cagliari: “Non era previsto che partecipassi a questo torneo – prosegue Mosciatti - ho giocato a Cagliari e il mio amico Niccolò Catini, con il quale ho vinto qui la semifinale, mi ha detto che c’era questo bellissimo torneo così, dopo aver trascorso tre giorni di vacanza con la mia ragazza, sono venuto a giocare a Olbia, ringrazio il presidente Masala per l’ospitalità”. Il vincitore del torneo ha apprezzato le bellezze della Sardegna: “Oltre Cagliari ho visto Villasimius, Porto Rotondo e la zona di Olbia. È stata una vacanza-torneo fantastica, la migliore fatta fin qui, la Sardegna è uno dei posti più belli dove sono stato, ci tornerei volentieri”.
Non per tutti il periodo del lockdown è stato negativo: “Sono stati due mesi belli - afferma Mosciatti - Non potevo allenarmi e ne ho approfittato per studiare un po’ di più. Ho visto le cose da un’altra ottica, mi era successo già dopo che mi sono operato alle anche. In quella occasione sono stato fermo un anno e mezzo, è stata una esperienza simile, sono cresciuto a livello umano. Dal post-quarantena ho iniziato a giocare meglio proprio per questi motivi”.
Marco Mosciatti è stato una promessa del tennis italiano: “La mia storia è iniziata molto presto, sin dall’inizio si sono viste buone prospettive: a dieci anni ero vice-campione italiano, ho giocato per la nazionale dall’U12, sono arrivato a giocare gli slam Juniores: Wimbledon, Roland Garros, gli Australian Open. Ho giocato a livelli molto alti per l’età che avevo. Poi mi sono fermato un anno e mezzo per una doppia operazione. Quando ho ripreso mi sentivo più forte di prima a livello mentale e piano piano sto cercando di arrivare dov'ero arrivato a livello junior, l’obiettivo è quello di raggiungere i massimi livelli tra i professionisti. Il tentativo lo sto facendo assieme al mio nuovo allenatore Alessandro Baldoni e al preparatore atletico che è stata l’unica persona che dopo l’operazione ha creduto in me, quando anch'io avevo poca fiducia nelle mie possibilità”.Federico Campana ha combattuto in particolare nel primo set: “Il mio avversario è partito meglio - dice Campana - Sono stato bravo a recuperare sino al 5-5, game che è stato decisivo per la svolta del set. L’ho giocato con coraggio però ho commesso qualche errore gratuito di troppo, poi lui sul 6-5 con palle nuove è stato bravo a tenere il servizio. Nel secondo set lui è ripartito in maniera più efficace, i primi game sono stati lottati ma poi è andato avanti e ha giocato meglio, con fiducia, ed è stato impossibile riprendere la partita. Sono contento del torneo disputato su una superficie nella quale non gioco quasi mai, prediligo la terra rossa”.
Federico Campana ha abbinato il torneo alla vacanza: “Sono venuto qui con mio fratello e con un ragazzo che si allena con noi, mi sono preparato seriamente dando il massimo ma abbiamo fatto anche un po’ di vacanza. Qualche sera siamo usciti, qualche mattina siamo andati al mare, è stato un abbinamento, sono contentissimo di aver scelto questo torneo sia per il posto che per l’ospitalità che abbiamo ricevuto”.
Il periodo di lockdown è stato vissuto da Campana con fasi alterne: “Il primo mese è andata bene l’ho presa come una pausa, ho staccato perché vivo il tennis quotidianamente, mi sono allenato fisicamente e mi sono tenuto in forma. Il secondo mese è stato più difficile, stando sempre a casa mi sono dedicato ad altre cose ma il tennis mi è mancato parecchio”.
Elisa Zingale ha confermato il titolo conquistato lo scorso anno vincendo una partita molto combattuta: “Io e la mia avversaria abbiamo un gioco simile – dice Zingale - siamo lottatrici non regaliamo punti, la partita è durata tanto per questo. La gara è stata molto lottata, poteva finire in altra maniera se fossi stata più grintosa sin da subito. Ha fatto la differenza il fatto che io cercassi di chiudere il punto e di venire a rete, questo l’ha un po’ destabilizzata; ho poi tenuto alte le percentuali di prime palle e come atteggiamento sono sempre rimasta calma”.
La vincitrice del torneo si allena con un giocatore sardo: “Il mio maestro è Manuel Mazzella, sono venuta qui per giocare il torneo con un’altra ragazza con la quale mi alleno: Alessia Manca. A Olbia mi sono trovata molto bene, il circolo è bello e mi sono trovata molto bene con i sardi”.
Elisa Zingale ha vissuto positivamente il periodo di lockdown: “Il periodo di chiusura è stato produttivo per me, abbiamo lavorato sodo con il gruppo con i collegamenti a distanza, facevamo preparazione atletica, pilates e lavoravamo sulla teoria del tennis, guardavamo incontri e analizzavamo le partite. Questo periodo mi ha fatto fare un salto in più”.
“Gioco da quando ero piccolissima - racconta Elisa - Mio padre è un maestro di tennis, non mi ha mai messo pressione e grazie a lui ho continuato su questa strada. Da due anni mi sto allenando in Svizzera con Gonzalo Vitale e Manuel Mazzella e sto cercando di intraprendere la strada verso il professionismo”.
La finalista Vittoria Avvantaggiati non è riuscita ad esprimere il proprio tennis con continuità: “Ho iniziato abbastanza bene, lei rispetto a me è stata più paziente - afferma - io uscivo spesso dallo scambio, quando comandavo andava bene ma sugli scambi lunghi e duri lei aveva spesso la meglio. L’aspetto fondamentale è stato la pazienza, io tendevo a sviare, a fare cose che non c’entravano con il mio gioco mentre lei era attaccata al punto”.
Per la Avvantaggiati si tratta della prima esperienza al torneo di Olbia “Sono in vacanza a San Teodoro e ho approfittato di questo per giocare il torneo, è il primo anno che mi trovo qui per questa settimana. Quando vengo in Sardegna mi alleno a Olbia, conosco il maestro e mi trovo molto bene”.
Vittoria Avvantaggiati non si è annoiata durante il lockdown: “Ho approfittato dello stop forzato per studiare e ho aiutato l’azienda di mia madre per produrre le mascherine, le giornate passavano veloci.”
La storia della finalista è un intreccio di tennis e studio: “Sono nata in Toscana, vengo da Sinalunga, poi mi sono trasferita a Roma e dopo a Padova, seguivo il mio maestro Giampaolo Coppo. Ora da due anni sono tornata a Sinalunga con Diego Alverez e Giovanni Galuppo; da quando sono tornata a casa ho iniziato a studiare all'università di Perugia e ho intrapreso percorso di formazione come istruttrice di tennis, ora sono arrivata al primo grado”.
Tra i risultati dei giocatori sardi in gara è da segnalare la semifinale raggiunta da portacolori del Terranova Matteo Masala, figlio del presidente del circolo, il quale ha superato quattro turni senza perdere un set prima di cedere solo davanti al finalista Campana. Nei quarti di finale si sono fermati il pluri-campione uscente Manuel Mazzella, anche lui sconfitto da Campana, e la giovane promessa del tennis sardo (e non solo) Lorenzo Carboni sconfitto da Niccolò Catini. Nel femminile Elisa Puggioni è arrivata sino alle semifinali, sconfitta dalla vincitrice Zingale per 6-3 6-7(3) 7-5. Nel doppio hanno conquistato il titolo i galluresi Gino Asara e Andrea Calcagno.
“Il risultato è più che positivo - afferma il presidente del circolo Alessandro Masala - rispetto all'anno scorso abbiamo superato i 180 iscritti, siamo più che soddisfatti, vuol dire che è un torneo che piace e che attira giocatori che arrivano da tutta Italia i quali si trovano bene e si sentono a loro agio, ed è quello per cui lavoriamo. Si tratta di un torneo storico, noi diamo il massimo nel sostenere i giocatori, nell'aiutarli anche con il trasporto, ci mettiamo molta passione nell'organizzazione”.
È stata una bella sorpresa – prosegue quasi commosso il presidente del Terranova - vedere Matteo Masala, che è mio figlio, in semifinale. Il ragazzo si è allenato tantissimo ed era molto motivato; questo è il suo circolo e lo rappresenta, ha dato tutto se stesso”.
L’obiettivo per il futuro è aumentare il montepremi: “Vorremmo arrivare a 5.000 euro - conclude Masala - Per attirare giocatori più forti e in questo modo far cresce il livello e tutto l’insieme dell’evento”.