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Una perla sulla Riviera del Corallo: Barbara Galletto si racconta

A tu per tu con la Maestra FIT di Alghero: “Il tennis mi ha reso più forte”

di | 06 dicembre 2019

Immagina una scuola tennis sempre e comunque a misura di bambino, si considera un’educatrice a tutto tondo e non ha alcun dubbio: il tennis è una scuola di vita. Lei è Barbara Galletto, Maestra FIT del TC Alghero, nella Riviera del Corallo in Sardegna. E ci sarebbe ben poco di cui meravigliarsi se non fosse che Barbara, classe 1983, festeggerà nel 2020 il suo decimo anno di esperienza in questa qualifica, che ha raggiunto giovanissima. Se poi si pensa che nel Nord Sardegna, oltre a lei, ora c’è solo l’olbiese Rosa Mazzone - prima donna sarda a diventare Maestra nazionale, praticamente un’istituzione dello sport isolano – allora si capisce perché Barbara Galletto è una perla rara e un esempio per tutte le ragazze che vorrebbero trasformare la passione per una disciplina sportiva in una professione.

“Ho cominciato a 10 anni un po’ per caso”, racconta Barbara Galletto, che da giocatrice ha ottenuto ottimi risultati arrivando a classificarsi B3 dal 1998. Dopo uno stop di 5 anni e una parentesi universitaria, ha capito che il tennis era la sua dimensione. “Ma essere Maestra significa molto di più. Non ci limitiamo a insegnare uno sport, noi siamo educatori a tutto tondo e supportiamo le famiglie al pari della scuola e del catechismo”. Non è stato facile però arrivare fin qui: “Prima sono stata Istruttrice di 1° grado e così via fino all'abilitazione come Maestra, al termine di un anno di corso a Roma faticoso e anche costoso”. Certo, perché vivere in Sardegna presenta il conto due volte, tra aerei, navi e alberghi di cui non si può proprio fare a meno. Ma perché le donne che diventano Maestre sono così poche? “E’ una carriera che impegna molto nei fine settimana e richiede sacrifici nella vita privata. Non è facile per le donne che ancora oggi in famiglia hanno più responsabilità”. I numeri confermano questa visione: su 45 Maestri in Sardegna, solo 7 sono donne.

Ho capito di voler fare questo lavoro per trasmettere ai bambini e alle bambine ciò che avevo imparato io

“Ho capito di voler fare questo lavoro per trasmettere ai bambini e alle bambine ciò che avevo imparato io – prosegue Barbara - Perché il tennis aiuta molto ad affrontare i momenti difficili della vita. E’ uno sport che ti sbatte in faccia la verità senza addolcirla, così com'è, e ti fa diventare più forte”. “Didattica” è la sua parola chiave, segno di un’attitudine spiccata all'insegnamento rivolto prima di tutto ai giovanissimi: “Molti circoli basano l’attività soprattutto sui soci storici, ma io rimango fedele alla scuola per bambini. E’ il bambino che crea il movimento, gli adulti seguono”. Barbara è fiduciaria della FIT per la provincia di Sassari e osservatrice dei nuovi talenti under 10. “Ben vengano le iniziative promozionali della Federazione, come i progetti Racchette di classe, il sistema Junior Club Italia e il Fit Junior Program” (la prima tappa si è svolta proprio ad Alghero nello stesso giorno di quest’intervista, n.d.r) - “Per i piccoli, anche se sono competitivi da subito, deve essere una festa, mentre per noi maestri è un momento importante di didattica e confronto da cui c’è sempre da imparare”.

TENNIS E COMUNICAZIONE: UN BINOMIO OPPORTUNO

Da circa 30 anni al TC Alghero, Barbara è in una posizione privilegiata per poter giudicare se l’attuale momento d’oro del tennis italiano si stia traducendo in un aumento effettivo degli appassionati e dei tesserati: “Sicuramente sì. In un Paese che ha sempre messo il calcio al primo posto, il tennis non aveva mai avuto la visibilità che è arrivata grazie al canale gratuito Super Tennis. E anche il sito della FIT è importante perché permette agli esterni di trovare i Maestri nazionali e di avvicinarsi a noi”.

SI AI CAMBIAMENTI

Come stile di gioco, Barbara Galletto ama Victoria Azarenka e Roger Federer: E’ lui il tennis. Tra le nuove generazioni, ammira l’aggressività e la serenità sul campo di Bianca Andreescu. E, a proposito di giovani, rende merito alle Next Gen Atp Finals: Naturalmente per chi segue questo sport da sempre è difficile accettarlo, ma le nuove regole potrebbero risultare più coinvolgenti per chi si sta avvicinando adesso al tennis. Non bisogna aver paura dei cambiamenti”.

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