Voltare pagina dopo sedici anni non è mai un’operazione semplice. Ogni separazione, per quanto inevitabile, lascia sempre dietro di sé piccole ferite, lacerazioni che solo il tempo può riaggiustare. Comporta scelte non semplici, porta addosso l’inquietudine del cambiamento. Così anche il distacco dal maestro Nicola Bruno trasferitosi ad inizio estate all’Argentario di Cognola, non è stato un passaggio indolore per il Circolo Tennis Trento, e non poteva esserlo, visto che il maestro lodigiano ha diretto per lungo tempo e con buoni risultati la Scuola del club di piazza Venezia. Una storia che appartiene già al passato, adesso per lo storico sodalizio cittadino che ha recentemente varcato il traguardo degli ottant’anni di vita, sta per cominciare un capitolo nuovo, ripartirà con l’entusiasmo, la spinta e la determinazione di nuovo staff tecnico, chiamato da settembre a ridare slancio e impulso all’attività del Circolo, a riallacciare più saldamente i fili con un certo discorso agonistico, fili che si erano un po’ allentati nelle ultime stagioni. Un cambio di rotta fortemente voluto dal consiglio direttivo del circolo, presieduto da Stefano Sembenotti, che ha deciso di affidare la guida della Scuola Tennis ai maestri Gianluca Gatto e Raffaele Cimadon, reduci dall’esperienza al Circolo Tennis Caldaro. Su quegli stessi campi dove è nato il felice connubio tra Andreas Seppi e Massimo Sartori, tanto per intenderci, lì dove spesso ha fatto capolino anche un certo Riccardo Piatti. Contatti che si sono rivelati preziosi per integrare il bagaglio dei due maestri. “Parliamo di tecnici che riescono a trasmetterti una certa cultura del lavoro, che ti fanno capire dove devi battere di più il martello, che sanno restituirti sollecitazioni forti”, spiega al proposito Gatto. Sollecitazioni che adesso entrambi dovranno trasferire sulla terra rossa di piazza Venezia.
ENTUSIASMO E PASSIONE - “Veniamo per costruire qualcosa di importante - conferma il maestro genovese, classe 1974 - ma non ricominceremo da zero, qui c’è storia e tradizione, una realtà che ha delle basi e che è fortemente radicata nella città. La ricetta? Semplice, portiamo passione ed entusiasmo, e soprattutto tanta voglia di lavorare.” E il lavoro di sicuro non mancherà “Non ci spaventa, siamo carichi. Sarà importante convincere tutti della bontà del nostro progetto”, prosegue Gatto, che preferisce definirsi semplicemente un uomo di campo, “uno abituato a stare anche ore con la racchetta in mano se necessario.” Lui e Cimadon si sono conosciuti due anni fa proprio a Caldaro, Subito è nata un’amicizia spontanea, sincera. “Ci accomuna lo stesso modo di vedere e intendere il tennis”, rivela Raffaele, cresciuto dall’altra parte della barricata, all’Ata Battisti. Con il sodalizio di via Fersina ha raccolto tanti buoni risultati, si è costruito una solida classifica di B3, giocando la serie B e A a squadre, prima di cominciare l’attività di maestro. Dapprima nelle Giudicarie, poi a Caldaro insieme a Luca Dallapiazza; nell’estate del 2007 è rientrato in riva al lago dopo una positiva parentesi in val di Ledro con il tecnico del comitato Anna Dorigotti. In Alto Adige ha ricoperto pure il ruolo di fiduciario: “Avevo voglia di cambiare”, aggiunge Cimadon. “Tornare nella città dove sono nato e cresciuto rappresenta un’opportunità davvero stimolante. Sono convinto che ci siano tutti i presupposti per fare un ottimo lavoro insieme a Gianluca."