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Nicola Pipoli nel gennaio 2016 è volato negli States per abbinare studio e sport e nel maggio scorso si è laureato in Business Administration alla Monmouth University, dove è diventato capitano della squadra: “Ho conosciuto delle grandi persone. Sia i coach che i compagni mi hanno aiutato a superare il periodo iniziale”
di Giuseppe Bellino | 19 agosto 2019
Monopoli-New Jersey. Un viaggio lungo 7280 chilometri, intrapreso per amore del tennis. Il protagonista di questa storia è Nicola Pipoli, 23 anni, cresciuto sui campi della Polisportiva Giannoccaro e dell’Angiulli Bari. Dopo aver terminato il percorso scolastico, il giovane pugliese ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti, precisamente nel New Jersey, per inseguire il suo sogno: studiare nel Paese a stelle e strisce e, al tempo stesso, allenarsi costantemente per imporsi nel tennis che conta.
Nel gennaio del 2016, Nicola sale su un aereo diretto negli States: in una mano stringe il bagaglio, nell’altra il bug porta racchette: “Non è stato facile – racconta -, soprattutto all’inizio. Sono riuscito ad entrare alla Monmouth University grazie al superamento del Toefl, esame preliminare che valuta la conoscenza della lingua inglese. Una volta arrivato al campus ho scoperto un mondo nuovo, con strutture avanzate anche in ambito sportivo”.
Nicola ha terminato gli studi a maggio del 2019, conseguendo la laurea in Business Administration con indirizzo finanza. Dopo la cerimonia, è tornato in Italia per passare l’estate con la famiglia e gli amici di una vita.
Restare lontano dalle persone che si ama non è mai facile, ma il ragazzo pugliese è riuscito a costruirsi una “seconda famiglia” grazie al tennis. “I primi tempi sono stati davvero duri, mi sono trovato davanti al primo vero ostacolo della mia vita. Il tennis però mi ha aiutato ad uscirne benissimo – spiega Nicola -, gli allenamenti mi hanno tenuto impegnato e ho conosciuto delle grandi persone. Sia i coach che i compagni mi hanno aiutato molto a superare il periodo iniziale. Sono andato avanti ed ora eccomi qui”.
Durante i tre anni trascorsi alla Monmouth University, Pipoli ha conquistato per tre volte la “Metro Atletic Conference”, una sorta di campionato a squadre universitario di macro area. Nell’ultima edizione, il tennista monopolitano è diventato il capitano della squadra.
Mancino, dotato di buona tecnica, il tennis di Nicola Pipoli ruota attorno alla forza fisica. Il 23enne ama usare il dritto per aprirsi il campo e chiudere il punto, ma non disprezza certo l’utilizzo del rovescio a due mani. Un mix di tecnica e potenza che però ha subito alcuni cambiamenti durante l’esperienza negli Stati Uniti: “Giocare costantemente sulla superficie veloce ha mutato il mio modo di giocare a tennis – aggiunge Pipoli -, quando sono in campo mi esprimo in maniera più lineare e piatta, non riesco a dare molta rotazione alla palla. I cambiamenti più evidenti si possono notare nel servizio: prima usavo quasi sempre il servizio in kick, molto utile per far rimbalzare la palla sulla terra rossa. Adesso invece servo in maniera piatta, sfruttando così la velocità del mateco o del cemento”.
In America cambia anche il modo di formare i giovani che fanno il loro ingresso nel mondo del tennis. “Noi italiani ci concentriamo molto sulla tecnica e sulla costruzione del punto – spiega il 23enne originario di Monopoli -, loro invece puntano tutto sulla voglia di competere. La grinta e la voglia di vincere contano più di un buon rovescio o di un servizio potente”.
Nicola tornerà negli States a settembre per cominciare un master biennale e concludere il suo percorso di studi. Tra una lezione e l’altra, però, il giovane tornerà in campo come maestro di tennis: “Sarà una bella emozione – commenta -, formare i ragazzi più giovani non è mai facile ma farò del mio meglio. Adesso però voglio godermi le vacanze circondato dal calore dei miei genitori e degli amici”. Nel futuro di Nicola Pipoli c’è la bandiera a stelle e strisce, con il tennis sempre al centro della sua vita.