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Se ne va una parte della storia dell’Officiating italiano e internazionale: è morto all’improvviso uno dei più importanti Supervisor d’Italia. Aveva 58 anni, era Gold Badge e aveva contribuito alla crescita e allo sviluppo di intere generazioni di arbitri e giudici arbitri
13 marzo 2025
“L’autorità la si ha, l’autorevolezza la si ottiene”. Era uno dei suoi mantra e forse su questo si basava la sua persona e tutti gli insegnamenti che per trent’anni ha trasmesso ai giovani ufficiali di gara della Federazione Italiana Tennis e Padel. “Perché – diceva – “la carica, l’autorità ti vengono dati, ma non basta mostrare i gradi agli altri per far valere le proprie idee, anche se giuste. Ma sono gli altri che ti riconoscono il ruolo, che accettano le decisioni non perché imposte, ma perché frutto di ragionevolezza, e ti seguono, conferendoti autorevolezza”.
In piccolo era il primo principio che cercava di trasferire nelle scuole degli ufficiali di gara che portavano al conseguimento delle qualifiche internazionali: “Sarebbe sbagliato e solo autoritario imporre una regola in quanto tale, ben altra efficacia ha far recepire una regola, o un provvedimento, spiegandolo e facendo percepire la bontà della decisione, in maniera autorevole”. Più facile a dirsi che a farsi.
Ma Massimo Morelli, nato il 16 maggio del 1966 a Milano, era un Official autorevole, stimato e rispettato. Soprattutto per una cosa, anche questa uno dei suoi insegnamenti cardine: “Non dire bugie”.
Non ha mai mentito a un giocatore, a un coach, a un capitano, a un genitore o agli stessi arbitri che gestiva nel corso dei tornei internazionali: “Perché è sempre meglio dire la verità, anche a costo di ammettere un errore, anziché ostinarsi a dichiarare il falso solo per avere ragione. Tanto poi la verità verrà fuori e sarà peggio”. Tanti ufficiali di gara cresciuti con questi principi sono diventati ottimi officials, o per lo meno valide persone.
È stato uno dei primi arbitri “Blue badge” italiani in Atp. Da arbitro di sedia è stato Silver badge (la gerarchia è White, Bronze, Silver e infine Gold) e ha arbitrato incontri di Coppa Davis, Roland Garros, Wimbledon e le Olimpiadi di Barcellona nel 1992, per citare i più prestigiosi.
Poi ha scelto di restituire la qualifica da arbitro per diventare giudice arbitro nel 1997. E da Supervisor ha poi raggiunto la qualifica massima: il Gold Badge (sono 70 nel mondo).
Nella sua carriera ha diretto più di 500 tornei del circuito professionistico ITF World Tennis Tour, Atp Challenger e Wta, addirittura 90 incontri di Coppa Davis e Fed Cup (Billie Jean King Cup).
L’ultima soddisfazione della sua carriera è stata la semifinale di World Group di Coppa Davis nel settembre 2024 a Manchester.
Ma quando ricordava i grandi eventi di cui era stato onorato di aver avuto designazione sottolineava che la più grande soddisfazione fosse stata le Paralimpiadi di Pechino di tennis in carrozzina. Molto sensibile alle problematiche delle persone in sedia a rotelle, ha diretto i più importanti eventi di wheelchair tennis, come la finale di Coppa del Mondo ad Alghero nel 2017. E anche in questo diceva sempre ai giovani arbitri: “Ti auguro un giorno di avere l’onore di arbitrare in un torneo in carrozzina, sia dal punto di vista sportivo sia umano”.
Negli ultimi anni la sua grande passione e la sua esperienza gli avevano permesso di ricoprire altri ruoli. In particolare era il direttore del torneo Tennis Europe Avvenire di Milano. E lì c’era tutto Massimo. I campi del Club Ambrosiano, dove da bambino sua mamma lo accompagnava a giocare, era un cerchio metaforico: insieme alla dirigenza del circolo milanese avevano gettato le basi per rilanciare uno dei tornei giovanili più importanti del mondo e quest’anno avrebbe fatto un ulteriore salto verso la Super Category Under 14 grazie anche alle sue idee e alla sua visione dello sport e del business.
Massimo era una persona dai tanti interessi, un vulcano di idee, curioso, affamato della vita e diventava contagioso per chi trascorreva una settimana di torneo con lui.
Poliedrico e polivalente nella vita come nello sport: tennis, beach tennis e pickleball, il suo ultimo amore sportivo.
Anche sulla sabbia ha diretto le più importanti manifestazioni di beach tennis, fino ai Mondiali. Circa il pickleball credeva nella crescita dell’ultima disciplina appena arrivata nella Fitp, tanto che aveva fondato il Pickleball Valtellina.
E Sondrio era stata l’ultima tappa del suo viaggio: nato e cresciuto a Milano, cittadino del mondo. Grazie al tennis e al suo lavoro ha girato il globo, letteralmente: ha visto tutte le Meraviglie del pianeta, conosceva grandi e piccole città, erano davvero poche quelle che mancavano all’appello.
Negli ultimi due anni aveva fatto una scelta di vita scegliendo Sondrio e sposando Barbara. A breve era designato per i tornei internazionali in Sardegna, a Santa Margherita e tre settimane di fila sarebbero state l’inizio di un’altra stagione sui campi da tennis, e non solo, d’Italia e del mondo.
Improvvisamente martedì 11 marzo Massimo se n’è andato, lasciando un vuoto incolmabile tra i suoi familiari, i suoi amici, i suoi colleghi e quelli che ha cresciuto quasi come figli, insegnando prima delle regole, l’onestà, la meritocrazia e la lealtà.
“A nome di tutti gli ufficiali di gara d’Italia, gli arbitri e i giudici arbitri nazionali, gli official internazionali e certificati, esprimo il mio profondo cordoglio per la prematura scomparsa di Massimo Morelli. Anche io - ha dichiarato Daniela Congia, responsabile degli UdG d’Italia – sono stata formata nelle scuole di Massimo, insieme abbiamo condiviso tante settimane nei tornei internazionali e come me tanti ufficiali di gara sono cresciuti e migliorati grazie ai suoi insegnamenti. Porgo le mie più sentite condoglianze alla famiglia per questo lutto che lascia in tutta categoria degli UdG un vuoto incolmabile”.