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La storia di Andrea, istruttore oltre ogni limite

Andrea Latini, affetto da nanismo, non incarna esattamente l’immagine standardizzata del tennista che siamo abituati a vedere in televisione. Non la incarna però solo dal punto di vista fisico, perché se c’è una caratteristica evidente è la naturalezza con cui Andrea colpisce la palla, unita alla determinazione che mette in ogni colpo. Lo abbiamo incontrato e ci ha raccontato che il tennis, ormai, è la sua vita

12 aprile 2025

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In meno di un minuto di video, Andrea Latini è riuscito a raggiungere un numero incredibile di persone, con più di mezzo milione di visualizzazioni tra Facebook e Instagram, manifestando tutta la sua passione per il tennis e le emozioni che questo sport gli genera.

“Non mi aspettavo questo riscontro così ampio. Credo che a incuriosire le persone sia stato proprio il fatto che, nonostante la mia condizione fisica, io abbia sempre scelto di confrontarmi con la normalità”. A parlare è proprio il venticinquenne piemontese, sorpreso piacevolmente in merito al video che lo vede protagonista, pubblicato sui social. Sì perché Andrea, affetto da nanismo, non incarna esattamente l’immagine standardizzata del tennista che siamo abituati a vedere in televisione. Non la incarna però solo dal punto di vista fisico, perché se c’è una caratteristica evidente è la naturalezza con cui Andrea colpisce la palla, unita alla determinazione che mette in ogni colpo. 

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Come per tanti bambini, anche per Andrea il primo contatto con lo sport è avvenuto attraverso il calcio, ma, a 8 anni, con il tennis è stato amore immediato. Da quel momento, lui e la racchetta non si sono più separati, anzi: Andrea ha scoperto anche nuovi ruoli, che vanno oltre quello di giocatore. Si occupa, infatti, di incordatura delle racchette in collaborazione con il Podio Sport di Cuneo, ed è anche diventato istruttore di tennis per bambini e adulti a Manta, non lontano da Saluzzo. Quando gli è stato chiesto di aiutare a insegnare tennis, Andrea ha subito colto la possibilità di cimentarsi in una nuova veste e gli è bastato poco per innamorarsi del mestiere. “La mia vita – dice – ormai è tutta in campo”.

Il piemontese, originario di Saluzzo (in provincia di Cuneo), misura 140 centimetri di statura ma ha il carattere determinato di chi non molla mai. La strada per arrivare fino in quarta categoria non è stata affatto semplice, ma lui ha saputo affrontare ogni difficoltà al meglio: lo scetticismo di alcuni medici nel concedere l’idoneità agonistica, a causa della sua condizione fisica, ha fatto appena tentennare la caparbietà di Andrea, che ha sempre creduto nelle sue capacità e non si è mai arreso davanti agli ostacoli, al punto da riuscire a trovare un medico disposto a crederci quanto lui e a dargli il via libera per proseguire il suo percorso tennistico.

Un atteggiamento da combattente che gli riconoscono anche gli avversari quando lo affrontano sul campo da gioco, perché il piemontese lotta su ogni punto e mostra una difesa molto solida. Opinioni che riempiono Andrea di orgoglio, per aver scelto di misurarsi con atleti normodotati e senza rinunciare alla propria sfida personale, portando avanti con fierezza un esempio in cui anche altre persone possano ritrovarsi. 

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La scelta di Andrea di non competere in circuiti riservati ad atleti con la sua stessa condizione è stata, da parte sua, un voler proseguire il percorso di integrazione che ha caratterizzato la sua vita sportiva fin dall’inizio e in cui ha sempre creduto. “Accettare di gareggiare solo con persone con la mia stessa condizione mi sarebbe sembrato un modo per rinunciare alla mia sfida personale”. 

Una sfida che Andrea affronta invece con tenacia ogni giorno, un diritto dopo l’altro. La lacuna, confessa nel video social, resta sul servizio che, a causa dell'altezza, rimane il colpo tecnicamente più complesso da eseguire. Ma è solo una motivazione in più che ha spinto Andrea a migliorarsi tanto in questo fondamentale nel corso degli anni.

Latini crede fermamente nel messaggio che vuole trasmettere: “I limiti non esistono davvero e, a volte, sono solo costruzioni mentali frutto della paura di non riuscire a superarli. Ciò che vale la pena nella vita è darsi sempre una possibilità e provarci, non importa il risultato. Se c’è determinazione, nessuna barriera può davvero fermarti”. Andrea ne è l’esempio più concreto.

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