Durante questa strana estate che ci ha visti appesi fra l'euforia della ripartenza post covid e il timore di un ritorno del maledetto virus, se ne è andata in punta di piedi Antonella Rosa.
E' triste per noi appassionati di tennis genovesi con qualche capello bianco salutare Antonella, la grande giocatrice e la bella persona che è stata, una ragazza nata nel 1957.
Nei favolosi anni '70 del boom della racchetta in Italia, il tennis femminile azzurro non viveva gli stessi fasti conosciuti dai big Adriano Panatta, Corrado Barazzutti e dagli altri Moschettieri della Davis.
Antonella Rosa però, amatissima dagli appassionati genovesi e liguri, ha contribuito in quegli anni a tenere alta la bandiera del tennis italiano femminile accanto a quella dei colleghi maschi da autentica campionessa, capace con il suo gioco così personale di attirare l'attenzione e guadagnare la stima dei tifosi della terra rossa.
La Rosa è stata la giocatrice dai due diritti, la tennista senza rovescio. Giocava il diritto sia dalla parte destra che da quella sinistra del corpo. La tradizione vuole che questa singolare impostazione tecnica le sia stata consigliata dal grande maestro Ido Alberton, che la inventò per la primadonna del Park Genova in seguito ad un brutto infortunio patito alla mano destra.
I risultati furono sicuramente eccezionali. Antonella nel 1971 si laureerà campionessa italiana under 16 di doppio misto assieme a Enzo Vattuone, il Vichingo di Pegli, altro protagonista del tennis genovese e italiano degli anni '70.
Con Vattuone, Antonella Rosa conquisterà il titolo tricolore di misto in tutte le categorie, arrivando a conquistare gli Assoluti nel 1976, anno magico per il nostro tennis, contraddistinto dalla vittoria in Coppa Davis.
Due anni dopo, La Rosa conquisterà assieme a Carla Mel e alla Porzio lo scudetto a squadre femminile di serie A con la maglia del suo Park Genova.
Numero quattro d'Italia, numero 132 del mondo, Antonella è stata ai nastri di partenza del Roland Garros in tabellone principale nel 1974 e nel 1975.
Antonella fuori dal campo era una persona cordiale e educata. Da modestissimo giocatore di Coppa Italia quale sono stato, ricordo con emozione la sera in cui suo fratello, mio compagno di squadra, ci invitò a casa per assistere alla finale dei mondiali di calcio 1994 fra Italia e Brasile. Antonella accolse con gentilezza e comprensione quel gruppo di ragazzi scatenati dal tifo calcistico. In casa sua vidi appeso in una bacheca quel magico triangolino tricolore che la Federazione assegna alle regine del nostro tennis. Lo sfiorai con lo sguardo avvertendone la magia, una sensazione incredibile.
Ciao Antonella, grande tennista e grande donna. Il tennis italiano ti ringrazia e ti saluta con affetto. La tua dolcezza e i tuoi due diritti rimarranno per sempre nei nostri cuori.