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Sesta finale negli ultimi sette anni per il team ligure, che ha conquistato il titolo nel 2014 dopo quello datato 1998. Il capitano Balestra: “Sarà una sfida equilibrata con Prato, abbiamo un gruppo di ragazze davvero unito, speriamo di essere noi stavolta a gioire…”
di Gianluca Strocchi | 04 dicembre 2019
Cinque vittorie e una sconfitta nella fase a gironi (proprio a Prato), chiudendo al primo posto il gruppo 1, poi nella semifinale play-off il 4-0 esterno a Lucca all’andata, che ha spianato la strada, anche se al ritorno le toscane hanno tentato la clamorosa rimonta all’ombra della Lanterna. Il Tennis Club Genova 1893 è in finale scudetto in serie A1 femminile per la sesta volta negli ultimi sette anni - nel 2017 fa era stata la matricola Faenza in semifinale ad interrompere la presenza costante delle liguri nell’ultimo atto del campionato in rosa iniziata nel 2013 – e a contendergli il titolo ritrova, guarda un po’, il Tennis Club Prato. Verrebbe voglia di dire le solite note, considerando che il testa a testa è già andato in scena in finale per quattro anni consecutivi, dal 2013 al 2016.
“Scorrendo quelle che sono state le edizioni precedenti si può affermare che il nostro circolo è un habituée del match tricolore, però arrivarci è stato tutt’altro che scontato o semplice – sottolinea il capitano Mauro Balestra – anche perché si tratta di un campionato in cui ci a mio parere sono almeno 4-5 squadre sulle otto partecipanti che sono attrezzate per puntare al titolo. Entrano in gioco tante variabili in questi due mesi, a cominciare dalla disponibilità o meno di alcune giocatrici perché la concomitanza con impegni internazionali condiziona molto, un fattore che sposta gli equilibri. Basta pensare a quel che è accaduto in semifinale: nel primo atto a Lucca abbiamo ottenuto il massimo, con un prezioso 4-0, però domenica scorsa in casa negli stessi incontri ci siamo trovati sotto 2-0 e Alberta Brianti con tutta la sua esperienza, imponendosi in tre set, ci ha tratto d’impaccio da una situazione che rischiava di complicarsi non poco”.
Proprio la 39enne di San Secondo Parmense, con un passato da numero 55 del mondo, è l’unica componente del team che faceva già parte della squadra laureatasi campione d’Italia cinque anni fa. Con lei la romagnola Lucia Bronzetti, che il 10 dicembre spegnerà 21 candeline, la russa Liudmila Samsonova, nata 21 anni fa a Olenegorsk nel ruolo di “straniera” - anche se vive da sempre in Italia – attualmente numero 135 della classifica Wta, e la new entry Anna Giulia Remondina, oltre alla baby Denise Valente e a Giulia Assereto. “Come ho già detto, per noi lo scudetto non era inizialmente un obiettivo, ma ora che siamo in finale ovviamente lotteremo con tutte le nostre forze per ottenere il massimo. Questi campionati sono importanti per il club, i risultati fanno da traino anche per le giovanili. Nel corso di queste stagioni abbiamo anche dimostrato di saper creare una buona base per il futuro lanciando ogni anno giovani giocatrici di prospettiva, come ad esempio Denise Valente che ha 14 anni e ha esordito in A, una delle ragazze attualmente in pianta stabile a Formia. Lo scorso anno avevamo inserito invece la Bronzetti, ora la Remondina, che si è integrata benissimo dandoci una mano quando è servito. Genova è un club che è sempre stato ai vertici del tennis italiano, un esempio: ha sempre creato nel tempo una base di giocatrici di livello e ci teniamo anche a dare spazio a nuove leve. Senza dimenticare che la nostra squadra maschile sempre in questo fine settimana si gioca la promozione in A1. Non sarebbe niente male un bel doppio regalo a tifosi e città…”.
Per riuscirci, però, le ragazze del team ligure dovranno fare i conti con Prato, club che ha scritto il proprio nome nell’albo d’oro della competizione già in cinque occasioni, l’ultima nel 2017. “Una squadra molto forte, da rispettare e che conosciamo bene. Per Kucova il ranking mondiale parla chiaro, Trevisan è una delle azzurre migliori e Stefanini una delle giovani emergenti, in crescita anche nel tour professionistico. Lo scorso anno in semifinale l’abbiamo spuntata noi, poi ci siamo affrontate in questo campionato anche nella fase a girone: in Toscana al giro di boa abbiamo perso 3-1, ma eravamo senza Samsonova in quel confronto, mentre all’ultima giornata in casa abbiamo vinto 4-0, però la classifica era già delineata, con entrambe promosse ai play-off, e in quel caso Prato ha dato spaio alle giovani. Ritengo che questi risultati facciano poco testo, a maggior ragione perché quegli incontri si sono disputati sulla terra e invece a Lucca giocheremo sul veloce indoor, in condizioni del tutto differenti. Sono convinto che sarà una finale assai equilibrata, nella quale il fattore emotivo e nervoso di ogni singola giocatrice può essere determinante. In questi anni abbiamo dimostrato di aver creato un contesto idoneo, con un gruppo unito ed eterogeneo, che spinge le ragazze a dare quel qualcosa in più che serve a vincere”.
Con la speranza che l’epilogo sia meno amaro di dodici mesi fa per la compagine ligure, beffata al doppio di spareggio da Beinasco. Un ricordo che ancora brucia per il Tc Genova 1893, deciso come non mai a calare il tris tricolore dopo i successi del 1998 e del 2014. “E’ chiaro che il doppio di spareggio è sempre un po’ una lotteria, dipende molto dalle condizioni in cui ci si arriva. Ricordo che finimmo tardissimo dopo una giornata lunga ed estenuante: due ore prima avevamo vinto lo stesso doppio annullando match point, invece in quello decisivo non andò allo stesso modo e a far festa fu la squadra torinese. Stavolta speriamo di essere noi a gioire, insieme ai tifosi che si stanno organizzando per essere al nostro fianco al PalaTagliate, così da sfatare il tabù della finale - l’auspicio conclusivo di Balestra, con un sorriso - visto che ne abbiamo perse cinque dal 2013 al 2018”.