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"Emulazione, iniziative federali, tornei locali: così l'Italia è diventata la nazione guida del tennis mondiale nel 2024" si legge sull'Equipe in un lungo articolo di cui vi proponiamo ampi brani
26 novembre 2024
"Perché l'Italia è diventata una storia di successo nel tennis di oggi, dopo aver inseguito per tanto tempo altre nazioni?" si chiede Julien Reboullet sull'Equipe, il quotidiano sportivo francese dopo la prima doppietta italiana in Coppa Davis e Billie Jean King Cup.
Reboullet ricorda le parole del presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, a caldo dopo il secondo trionfo consecutivo in Davis: "Questa vittoria di gruppo, di tutto il mondo del tennis italiano, dei circoli, dei maestri, dei dirigenti, degli appassionati. Siamo la nazione più forte al mondo. E tutto questo è carburante per il nostro obiettivo principale, che è quello di diventare uno sport sempre più popolare".
Reboullet analizza poi i fattori alla base del successo, gli stessi che hanno impressionato John Millman, tennista australiano che si è ritirato quest'anno e su Twitter ha espresso così la sua ammirazione per l'Italia del tennis: "E' una nazione appassionata che ama questo sport e investe molto nei tornei Futures, Challengers, ATP e WTA, offrendo molte opportunità per guardare e giocare a tennis".
Sul tetto del mondo: i più forti siamo ancora noi
Il fattore che salta agli occhi, prosegue l'articolo dell'Equipe, è l'eccezionalità di Jannik Sinner. "Ma l'uomo che è numero uno del mondo dall'ultimo Roland Garros ha anche beneficiato dell'emulazione. Matteo Berrettini (oggi 35°) è stato top 10 e finalista a Wimbledon (2021), e il suo coetaneo Lorenzo Musetti (17°) si è dimostrato capace di alcuni lampi di genialità prima di lui. Oggi l'Italia conta sei giocatori tra i primi 50: i tre citati, oltre ai meno spettacolari ma molto solidi Flavio Cobolli (32°), Matteo Arnaldi (37°) e Luciano Darderi (44°).
Almeno altrettanto importante di questa densità è l'età dei protagonisti. Ad eccezione di Berrettini (28 anni), tutti hanno meno di 25 anni. Dei ventuno giocatori sotto i 25 anni attualmente presenti nella top 50 ATP, cinque sono italiani: più degli Stati Uniti (4), della Repubblica Ceca (3), dell'Argentina (2) e della Francia (2). Non solo sono lì, ma aspettano solo di restarci e di scalare la classifica, per chi non si chiama Sinner. Non solo gli italiani vanno molto d'accordo tra loro, ma i successi di alcuni alimentano anche la fiducia degli altri. (...) A sottolineare l'ampio spettro di questa squadra, domenica, mentre la squadra di Coppa Davis trionfava, altri due giocatori italiani hanno vinto tornei Challenger: Luca Nardi (21 anni) in Italia e Fabio Fognini (37 anni) in Spagna".
Il tennis italiano celebra gli azzurri di Davis
Non vale lo stesso al femminile, scrive Reboullet, dove "solo tre italiane sono attualmente nelle top 100 e solo una under 25 è tra le prime 150 del mondo (Elisabetta Cocciaretto, n.72)". Ma dopo gli anni d'oro di Sara Errani, Flavia Pennetta, Francesca Schiavone e Roberta Vinci, nel 2024 ha fatto la sua irruzione sulla scena del grande tennis Jasmine Paolini. "Finalista al Roland Garros e poi a Wimbledon, ha portato l'Italia al titolo della Billie-Jean King Cup la scorsa settimana. Aiutata dalla sua compagna di doppio Sara Errani, che all'età di 37 anni è ancora al top del suo gioco" sintetizza L'Equipe.
Come si arriva a questo risultato? Uno dei fattori, prosegue l'articolo dell'autorevole quotidiano francese, è l'organizzazione di eventi internazionali, a tutti i livelli. "Pur non ospitando tornei del Grande Slam, l'Italia organizza un Masters 1000 (gli Internazionali BNL d'Italia), tornei dei circuiti principali ATP e WTA e un gran numero di tornei delle categorie Challenger e Futures. 'I giocatori più giovani ricevono wild-card e quelli che hanno il ranking per entrare nel draw possono giocare in Italia invece di sprecare energie per viaggiare', sottolineava Berrettini qualche anno fa. Il tutto a costi inferiori e in un ambiente più controllato. In questo modo, la formazione può essere accelerata, soprattutto durante il pericoloso ma essenziale periodo di transizione tra il mondo dei tornei junior e quello dei professionisti. Nel 2024, solo gli Stati Uniti organizzano più tornei Futures dell'Italia (40 contro 33 e 29 in Francia, per fare un confronto) nel circuito maschile".
"Oltre a questa abbondanza di competizioni, la Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP) sembra muoversi da tempo nella giusta direzione, grazie soprattutto a una forma di continuità alla sua guida" prosegue l'articolo. "'Abbiamo lavorato molto per portare il tennis nelle scuole con un programma chiamato 'Racchette in classe'”, spiega Binaghi. 'Ma per me il passo più decisivo è stata la creazione del nostro canale SuperTennis nel 2008. Questo ha reso i tornei di tennis disponibili gratuitamente per tutti gli italiani e ha spinto molti bambini ad avvicinarsi al tennis. Più si allarga la base, più si incoraggia la gente a giocare a tennis, più si ha la possibilità di produrre ottimi giocatori. Il tennis è lo sport che allunga di più la vita, come dicono tutti gli studi. Dobbiamo trasformare tutti gli spettatori in praticanti'. Binaghi ha spesso spiegato di essersi inizialmente ispirato al modello... francese. Secondo il Presidente della FITP, diversi rappresentanti francesi sono venuti in Italia alla ricerca degli ingredienti per il successo futuro".
L'ultimo aspetto messo in evidenza è la sinergia tra la Federazione e i team privati. "'Che un giocatore lavori con la federazione o con un allenatore privato, è esattamente la stessa cosa”, assicura Binaghi. "Li aiuteremo allo stesso modo. La cosa più importante è che il giocatore si trovi nell'ambiente giusto per progredire. Organizziamo anche molti seminari in modo che gli allenatori possano trasmettere la loro esperienza ai giocatori più giovani'.
Il caso di Lorenzo Musetti, che è arrivato ai massimi livelli con il suo primo allenatore Simone Tartarini, è un buon esempio di questo ambiente di partenza per un giocatore che è stato rafforzato piuttosto che spezzato, con la Federazione che lo ha aiutato nella preparazione fisica. (...) Ognuno per la sua strada, e successo per tutti".