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Parla il coach di Lorenzo, dopo l’exploit a Roma e il primo titolo challenger a Forlì: “Bravissimo fin qui, ora giocherà in Emilia e l’Atp 250 in Sardegna, poi spero possa chiudere la stagione con qualche torneo sul veloce”
di Gianluca Strocchi | 02 ottobre 2020
Sei top 100 sconfitti in dieci giorni e il primo titolo challenger messo in bacheca a 18 anni e mezzo. Un bottino niente male per un ragazzo che si sta affacciando ora al circuito maggiore e, carta d’identità alla mano, potrebbe ancora essere impegnato a livello junior. La fine estate di Lorenzo Musetti è davvero di quelle indimenticabili e non tanto per una vacanza speciale o qualche “storia” nata in spiaggia, ma per una escalation di prestazioni e risultati che lo hanno portato alla ribalta del grande pubblico. Prima gli exploit agli Internazionali BNL d’Italia, dove il talento di Carrara ha superato le qualificazioni e poi nel main draw ha sconfitto nomi eccellenti quali Stan Wawrinka e Kei Nishikori raggiungendo per la prima volta gli ottavi in un Masters 1000, dove ha ceduto alla stanchezza e al tedesco Dominik Koepfer. Poi le significative conferme agli Internazionali Città di Forlì, challenger ATP che per qualità e spessore tecnico dei protagonisti assomigliava tanto a un “250”: sui campi di Villa Carpena il Next Gen azzurro ha messo in fila uno dopo l’altro Teymuraz Gabashvili, Frances Tiafoe, prima testa di serie, Andreas Seppi, Lloyd Harris e in finale Thiago Monteiro, a parte il russo tutti giocatori subito dopo di scena al Roland Garros, dove il sudafricano e il brasiliano sono ancora in corsa al secondo turno.
Un trofeo, quello conquistato in Romagna, che ha consentito a Musetti un ulteriore balzo in classifica mondiale, fino al numero 138, ovviamente best ranking.
Una settimana assai positiva anche nella valutazione di coach Simone Tartarini. “Lorenzo è stato bravissimo per tutta la durata del torneo, sembra banale dirlo alla luce del risultato, ma ogni giorno ha fornito prestazioni sempre più convincenti – sottolinea il tecnico che è un po’ il secondo padre del giovane toscano -. Anche se siamo arrivati a Forlì un po’ stanchi Lorenzo ha saputo archiviare le fatiche e le emozioni di Roma, giocando ogni giorno meglio. Già nel primo match con Gabashvili, avversario di spessore ed ex top 60, è stato bravo sia dal punto di vista tecnico che tattico, ancora di più contro un Tiafoe reduce dagli ottavi agli Us Open, che non ha mollato un punto e sempre carico, e pure contro Seppi che era partito bene, spingendo i colpi e il servizio Lorenzo è stato lì e poi si è creato l’opportunità di andare sopra nel punteggio e Andreas non ha più trovato il modo di fare punto, calando alla distanza. Di sua caratteristica Musetti è un giocatore che varia molto, la sua virtù e a volte il suo vizio. Prepariamo sempre tanto le partite: contro Seppi non dovevamo giocare sul ritmo, ho chiesto a Lorenzo di fare variazioni sia su velocità che rotazioni, come pure alla battuta, senza dare troppi punti di riferimento. Stessa cosa con Tiafoe: sono giocatori che stanno vicino alla riga, con intensità, più adatti al veloce e le variazioni sono state efficaci. In particolare mi è piaciuto tanto come atteggiamento: anche sul 5-1 ha voluto vincere quel game, in altre occasioni poteva pensare a lasciarlo andare o essere più superficiale e concentrarsi sul successivo turno di servizio, in quella situazione non è stato così”.
Nelle ultime due partite, un po’ per la tensione e soprattutto per il valore degli avversari e le difficili condizioni atmosferiche, magari è stata meno eccelsa la prova del giovane azzurro, che ha però saputo portare a casa il match, dimostrando anche tenuta mentale e diventando l’uomo copertina del torneo forlivese, autentico beniamino del pubblico e in primis dei ragazzini presenti. “Sia in semifinale che in finale c’era vento a complicare le cose, oltre a un comprensibile carico di nervosismo per l’importanza della posta in palio. Sono state tutte partite difficili, sembrava come livello un ATP 250 per la qualità tecnica complessiva dei partecipanti. Devo dire che abbiamo preferito giocare questo challenger piuttosto che disputare le qualificazioni al Roland Garros per ritornare un po’ nella nostra dimensione: una scelta che si è rivelata davvero azzeccata”, sottolinea Tartarini, che rivolge lo sguardo in avanti.
“Dopo questa settimana di riposo, dopo una lunga serie di tornei partita con Todi e proseguita con Trieste, Cordenons, Roma e Forlì, tante settimane in cui Lorenzo ha giocato molto e quindi serve staccare la spina per qualche giorno e lavorare in tranquillità a casa. Poi giocheremo sicuramente il challenger di Parma e il 250 Sardegna Open con una wild card per il tabellone principale, quindi vedremo il da farsi, considerando che il calendario è ancora in evoluzione e l’emergenza coronavirus non è affatto conclusa. Speriamo magari di poter disputare qualche torneo sul veloce, le ultime due-tre settimane, per terminare su quella superficie un’annata sicuramente particolare per la situazione che tutti quanti stiamo vivendo – conclude il coach che da dieci anni segue Musetti al TC San Benedetto di La Spezia - ma pazzesca per la crescita esponenziale di questo ragazzo”.