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"L'Italia non deve temere nessuno" ha spiegato il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi in un'intervista al quotidiano La Stampa. Al centro anche gli effetti della Coppa Davis sulla popolarità di Sinner e del tennis
13 dicembre 2023
Dopo il 2025 "l'Italia punta all'accoppiata. Finals a Torino e Davis a Milano". Lo spiega il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, in un'intervista al quotidiano La Stampa. "Garantiamo successo, organizzazione, investimenti e qualità nei giocatori. Dobbiamo essere riconoscenti a Torino, il mio non è solo un auspicio: sto lavorando perché dopo il 2025 non resti senza Finals. E se Milano che è la prima città concorrente in questo senso, avrà la Coppa Davis, si può anche andare oltre. E si può pure pensare a una soluzione mista dopo il 2027. Dipende dal governo, dagli stake-holders e da determinate condizioni, ma l'Italia in questo momento non deve temere nessuno". Nemmeno la concorrenza degli arabi.
Il secondo trionfo azzurro in Coppa Davis, il primo dopo 47 anni, ha riportato il tennis sulle prime pagine e nei telegiornali nazionali. E reso Jannik Sinner il personaggio del momento. A fare la differenza, spiega Binaghi, è "la parola Italia. Il senso della Nazionale. Guardi, se Sinner avesse vinto le Finals, e dico le Finals, ci sarebbe stata una festa ma non certo con la risonanza che ha avuto il successo in Davis". Sinner, aggiunge, viene richiesto "come un santo". Date queste premesse, "non prendere una sbandata è difficile, ma sono tranquillo. Ha detto di no a tutte le comparsate televisive. E se da un lato mi conforta, da un altro mi dispiace per la visibilità del nostro sport. Ma come non capirlo?".
Dopo il trionfo è arrivato il messaggio del presidente del CONI Giovanni Malagò. "Chiamiamolo effetto collaterale della vittoria" dice Binaghi. Anche se, sottolinea, "continuiamo ad avere idee diametralmente opposte".
Sul tema della legge sul limite dei mandati per i dirigenti sportivi, ha detto Binaghi nell'intervista, "a mio avviso ha la responsabilità politica di non aver tutelato adeguatamente i loro interessi, con potenziali conseguenze sulla struttura dello sport italiano. Resta il fatto che quella stessa legge, risultata successivamente incostituzionale per i limiti imposti alla eleggibilità dei dirigenti territoriali, avesse viceversa concesso solamente a Malagò un grande vantaggio. Quello di poter fare un mandato in più rispetto a prima".
Binaghi conferma anche la volontà di rispondere all'invito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e andare al Quirinale per celebrare la vittoria in Coppa Davis. Subito dopo la vittoria a Malaga, era stata comunicata ufficialmente la presenza degli azzurri il 21 dicembre, ma lo stesso Binaghi aveva spiegato che l'incontro avrebbe dovuto essere riprogrammato. "Da Mattarella vorrei fare l'abbonamento per i prossimi anni, ma perché accada questi ragazzi hanno il bisogno di non sballare neanche un minuto dei loro programmi. E questo mi rende orgoglioso - ha detto -. Appena possibile saremo onoratissimi di andare al Quirinale".
Infine, un'apertura ai protagonisti del trionfo in Coppa Davis del 1976. Alla festa di SuperTennis, ha dichiarato, "ho pensato tre giorni prima [a invitarli] e mi hanno detto che era troppo tardi. Del resto li avevo invitati a settembre a Bologna per i 90 anni di Pietrangeli e non venne nessuno di loro. Comunque sì, ho sbagliato i tempi. Se hanno cambiato idea da oggi sono i benvenuti".