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In una giornata di straordinari la 22enne marchigiana di Fermo è stata lucida nel dimenticare la sconfitta in singolare per dare il massimo in doppio accanto a Trevisan
15 aprile 2023
Chissà se Elisabetta Cocciaretto ha avuto il tempo di pensare per un attimo che se Jasmine Paolini fosse riuscita a sfruttare una delle tre chance per il 4-0 al terzo contro Schmiedlova tutte le emozioni vissute oggi non ci sarebbero state…. “Sul 3-0 e 40-0 era tornata in panchina a fare il tifo. Poi sul 3-1, 3-2 sono tornata fuori di nuovo perché nel tennis non si può mai dire. Infatti ho cominciato a scaldarmi ed ero abbastanza rilassata perché comunque a quel punto ero contenta di entrare in campo e volevo farlo. Certo poi il risultato è stato a mio sfavore perché lei ha giocato sicuramente bene mentre io potevo fare meglio. Nel doppio non me lo sarei mai aspettato di entrare di nuovo in campo, quello poco ma sicuro, però ho cercato di fare il massimo. Abbiamo lottato: quello che non sono riuscita a fare in singolo sono riuscita a farlo in doppio. E quindi alla fine è stato bello giocare sia in singolare che in doppio”.
Un sodalizio, quello tra Elisabetta e Martina che aveva già funzionato bene in passato nel tour. “La prima volta che abbiamo giocato il doppio insieme, nel WTA di Palermo nel 2020, abbiamo raggiunto la finale. Da allora non abbiamo più quasi mai giocato il doppio insieme. Ma a Guadalajara lo sorso, in un “1000”, abbiamo perso 64 64 con tante chance dalle due che poi hanno vinto il torneo. Noi non siamo quelle che servono forte e scendono subito a rete, anche se possiamo anche farlo - oggi abbiamo servito molto bene in alcuni momenti - ma siamo tutte e due delle grandi lottatrici. Ci supportiamo a vicenda: quando un va giù, l’altra la tira su. Martina ha più esperienza di me nei doppi ed io ho cercato di ascoltarla molto e alla fine io ho fatto un passo in più per andare incontro alla palla e vincere il punto, e la partita è girata a nostro favore”.
Una giornata infinità ma dal finale bellissimo: emozioni che valgono qualsiasi sacrificio. “Sono le 8 di sera e manco me n’ero accorta: sono stata in campo tanto ma noi viviamo per queste emozioni, per queste giornate. Lo dico sempre, abbiamo una vita diversa: possiamo provare delle emozioni che certe persone non possono nemmeno immaginare di provare. E sicuramente giocare per la propria nazione un doppio di spareggio, da sfavoritissime, per qualificarsi alla fase finale, con la mano che trema, è un’emozione indescrivibile”.