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Matteo si appresta a rientrare nel tour anche in singolare: “Sono al Sardegna Open per saggiare le mie condizioni in vista di Monte-Carlo e degli altri appuntamenti sul rosso, spero di essere al top per Roma”
07 aprile 2021
Tanta voglia di riprendere il discorso da dove è stato interrotto, causa l’infortunio agli addominali che lo ha costretto al ritiro durante gli Australian Open. E’ quella che ha dentro Matteo Berrettini, che per saggiare le sue condizioni in vista della stagione sulla terra battuta europea ha scelto di disputare il doppio al ‘Sardegna Open’ insieme al fratello minore Jacopo, una prima volta a livello ATP (immortalata dalla madre Claudia con una foto martedì sera a Cagliari).
“Abbiamo vissuto tante belle emozioni, è vero, a maggior ragione pensando che in questo periodo non è facile poter avere la famiglia accanto durante un torneo – riconosce il tennista romano intervistato da Francesca Paoletti su SuperTennis – E poi era davvero tanto tempo che mia madre non ci vedeva giocare in un torneo, tanto più del circuito ATP. Abbiamo vinto di misura il match, soffrendo, però sono contento di come ha reagito il fisico e anche della durata della partita, così ho potuto servire per parecchi turni. Oggi mi sento bene e questo è un dato positivo visto che sono qui a Cagliari principalmente per testare la mia condizione fisica e capire se sono pronto anche per rientrare in singolare”.
Uno stop che si è protratto per quasi due mesi, in cui a terapie ed esercizi il numero 10 del ranking mondiale ha aggiunto anche un altro ruolo, per così dire da tutor nei confronti della fidanzata Ajla Tomljanovic.
“Il mio problema agli addominali era piuttosto complicato e serviva massima attenzione perché provando a lavorare per rinforzare una zona si deve comunque evitare di appesantirne altre, per non incorrere in ulteriori problematiche. Per quel che riguarda Ajla, le ho insegnato pure un po’ di italiano e ho notato come in quella zona del mondo sono portati per imparare le lingue. Farle da coach nelle partite? Cerchiamo soprattutto di aiutarci a vicenda, anche se il tennis femminile è un po’ diverso da quello maschile, ma lo facciamo con affetto, proprio per essere il più possibile di supporto uno all’altra”.
In un 2021 per lui importante Matteo ora si appresta a una primavera calda. “Sono partito dall’Australia con tanto dispiacere ma anche con tanta fiducia dentro. Dopo aver iniziato l’anno alla grande con il cammino brillante del nostro team Italia in ATP CUP mi ha fatto male, non solo fisicamente, dover lasciare un torneo così importante come gli Australian Open senza nemmeno poter scendere in campo e provarci. I miei programmi? Credo non sia il caso di aspettarsi troppo fin da subito, proprio perché devo darmi il tempo necessario a ritrovare il giusto ritmo, comunque prossima settimana giocherà il Masters 1000 a Monte-Carlo, poi Belgrado, una settimana di allenamento, quindi gli appuntamenti di Madrid e Roma. Spero davvero di arrivare al top della condizione per gli Internazionali d’Italia, il torneo a cui tengo di più, nella mia città”.
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Tutto ciò mentre il tennis italiano è in prima linea sulla scena internazionale. “Si tratta di un percorso partito alcuni anni fa, bello per famiglie e ragazzi, c’è un spirito di collaborazione e anche di sana competizione, l’Italia è al centro del tennis e siamo orgogliosi di questo. La Coppa Davis? Siamo un gruppo numeroso, soprattutto di ragazzi che hanno grande voglia di fare bene per l’Italia. Fin da piccolo è sempre stata uno dei miei pallini questa competizione, onestamente Filippo Volandri non ha certo un compito facile con tutta questa abbondanza - conclude Matteo con un sorriso - ma sono certo che faremo di tutto per toglierci delle soddisfazioni”.