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Riscontrate tracce di una sostanza proibita, il Clostebol, in un controllo durante il torneo WTA di Palermo del luglio scorso. La 18enne umbra si difende
07 settembre 2021
Si sono svolte martedì 7 settembre le controanalisi del campione di urina prelevato alla tennista Matilde Paoletti lo scorso 19 luglio durante il WTA 250 di Palermo, dove la ragazza era iscritta al solo torneo di doppio, che, secondo le analisi svolte dal laboratorio WADA di Montreal per conto dell’ITF, conteneva tracce di Clostebol, una sostanza anabolizzante.
Rispondendo alla lettera in cui la ITF l’avvertiva di aver aperto una procedura per violazione della normativa antidoping, la diciottenne tennista umbra ha ricostruito quanto accadutole dalla primavera in poi: fermata da un infortunio al piede destro, ha potuto riprendere a giocare soltanto a luglio, quando ha preso parte ai tornei juniores di Roehampton e Wimbledon prima di andare a Palermo.
La meticolosa ricostruzione, che elenca tutti i farmaci e gli integratori da lei assunti in questo periodo (inclusi la vaccinazione anti-Covid e il lungo periodo trascorso all’interno della “bolla” antivirus predisposta in Inghilterra) esclude categoricamente che possa essere stata coscientemente assunta la sostanza proibita.
Matilde Paoletti è attualmente numero 909 della classifica WTA.