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Il 25enne di Porto San Giorgio, nel 2013 campione di Wimbledon Junior, ufficializza l’addio all'attività agonistica in un’intervista alla Nuova Sardegna: “Entrare in campo era diventata una sofferenza, senza più passione e divertimento. Sto studiando scienze motorie, farò il manager dello sport”
01 luglio 2021
Le voci che circolavano da un po’ nell’ambiente ora hanno trovato conferma: Gianluigi Quinzi lascia il tennis giocato, a 25 anni. Ad annunciarlo è lo stesso mancino di Porto San Giorgio (anche se nato a Cittadella), proprio durante Wimbledon, il torneo dello Slam che lui da junior ha conquistato nel 2013, in un intervista alla Nuova Sardegna a firma di Stefania Puorro.
“Non è stata una decisione facile, l'ho presa nel novembre scorso. Ci stavo pensando da parecchio, col tennis ho chiuso. In futuro non so cosa potrà accadere, ma per ora sono sicuro di aver fatto la scelta giusta”, le parole di Quinzi, che in questi giorni sta allenando un under 16 milanese (classifica 2.4) sui campi del Tc Terranova di Olbia.
Le ultime apparizioni nel circuito internaionale risalgono a novembre 2020, stagione in cui nel 25.000 dollari di Weston (Florida) ha conquistato l'ultimo suo titolo.
“Entrare in campo era diventato un dovere, una sofferenza – spiega Quinzi, che come best ranking ha raggiunto la 140esima posizione mondiale -. Non c'erano più passione e divertimento. Nel momento in cui mi sono reso conto di non riuscire a entrare nei primi 100 ho detto a me stesso che dovevo riflettere e capire che cosa fare. Avevo troppe aspettative, non riuscivo a gestire l'ansia, non riuscivo a resettare e a ricominciare con entusiasmo. Quando vinci tanto da giovane, perdere diventa una tragedia. E per me è stato così. Mi è mancata la sicurezza a lungo termine e dopo 20 anni di sacrifici non ero più convinto dei miei obiettivi”.
Eppure il 2018 sembrava l'anno della ripartenza, della svolta.
“Sì, è stato stupendo. Due Challenger vinti, una finale e una semifinale conquistate. Poi mi sono fermato per una microfrattura da stress al piede e quando ho ripreso a giocare non ero più sereno. Ho fatto qualche torneo girando da solo, senza allenatore, perché dovevo capire se il tennis facesse davvero per me. Poi ho deciso. E adesso penso al mio futuro in un altro modo. Sto studiando Scienze motorie, indirizzo Management dello Sport, e vorrei diventare proprio un manager dello sport. Nel frattempo, perché devo anche mantenermi, faccio il coach. Da due mesi e mezzo sto seguendo Federico Vita. Mi hanno chiesto i suoi genitori, che sono amici di vecchia data dei miei, di allenarlo. E stiamo facendo la preparazione al Tc Terranova di Olbia perché la famiglia di Federico ha una casa vicino a Porto Cervo. Lo sto facendo giocare sulla terra, è lì che dovrà fare una serie di tornei”.
Quinzi nell’intervista parla anche del grande momento che attraversa il tennis italiano, soffermandosi su Jannik Sinner – anche affrontato al challenger di Bergamo poco più di due anni fa -, Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini, insieme al quale ha giocato due campionati a squadre di serie A con la Canottieri Aniene.
E confessa anche quale è stata la fase della sua carriera in cui si è davvero divertito: “Alle Next Gen Atp Finals. Ho giocato contro Chung, Rublev, Sinner. Sì, ho perso, ma sono uscito a testa alta. Bel ricordo”, conclude Gianluigi riavvolgendo il nastro della memoria.