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Francesca, protagonista del podcast ‘One More Time’, ripercorre la sua carriera e la partita più dura della sua vita, con il tumore: “Quando mi hanno detto che l'ho vinta sono esplosa dalla felicità. Ora sono pronta ad affrontare nuovi progetti”
di Gianluca Strocchi | 07 novembre 2020
Ha ragione André Agassi, che in "Open" sostiene che il tennis sia in assoluto lo sport che ti fa sentire più solo. Ne è convinta anche Francesca Schiavone, la prima tennista azzurra a conquistare un titolo Slam, nel 2010 al Roland Garros, e l’unica arrivata sulla quarta poltrona della classifica mondiale.
“La solitudine per noi tennisti c'è sempre, io la sento anche oggi. Mi sento assolutamente sola. È uno sport che non ti consente di coltivare amicizie facilmente. Quello che diceva Agassi nel suo libro è vero, io tutt'ora mi sento molto sola e piango”, ha spiegato la 40enne milanese protagonista del quarto episodio di ‘One More Time’, il podcast di Luca Casadei dedicato alla rinascita, su Spotify, confessando anche quale sia stato il suo momento di massima solitudine: "è stato quando ho perso il torneo di Wimbledon al primo turno nel 2010, lì sono crollate molte aspettative”.
Durante la chiacchierata in libertà con Casadei, in passato manager di noti personaggi televisivi, oggi CEO e fondatore di Web Stars Channels, fucina di talenti web, la Leonessa si è raccontata ricordando gli inizi a 10 anni e il supporto della propria famiglia, ripercorrendo le varie tappe della sua carriera (non immune da ombre, delusioni e pressione), fino al coronamento del sogno di una vita: lo storico successo parigino.
Poi, dopo il ritiro dal tennis giocato – annunciato il 5 settembre 2018 – con otto titoli del circuito WTA messi in bacheca ma anche 4 trionfi in Fed Cup, una "nuova" Francesca, ancora in cerca di un cammino definitivo: “Sono stata molto fortunata nella mia vita perché ho sempre saputo in che direzione andare, avevo un sogno. Oggi invece mi alzo e non ho un sogno grandissimo nel mio cuore, quindi è tutto molto più complicato. Capisco perché le persone possano iniziare a bere, a fumare, a crearsi dipendenze per non pensare ad altro”.
La Schiavone ha dimostrato di avere il carattere per superare qualsiasi sfida, anche la più difficile della sua vita, quella contro il tumore.
“Facevo fatica a giocare a tennis e pensavo fosse l'età, invece era qualcos'altro. Ero anche dimagrita molto, ma nel complesso stavo bene. Poi un giorno ho scoperto questo linfonodo nel collo e sono andata dal dottore, scoprendo la malattia. Quando te lo dicono ti crolla il mondo addosso, è tutto incerto e "scuro", pensi di aver perso tutto – riconosce Francesca con la sincerità che la contraddistingue - Mi sento di dire tre cose a chi si trova in questa situazione: la prima è di circondarsi di persone che vi amano, la seconda è che siamo più forti di quello che crediamo; quando pensiamo di non potercela fare, abbiamo sempre quei cinque minuti o quella palla in più da giocare, quella possibilità a cui nemmeno pensiamo. Ultima cosa: trovate qualcosa che vi dia motivazione, che vi stimoli ad alzarvi tutti i giorni per lottare”.
In una situazione del genere la vittoria assume un gusto speciale. “È stata la lotta più dura in assoluto che ho affrontato, e la cosa più bella è che sono riuscita a vincere questa battaglia. Quando me lo hanno detto pochi giorni fa sono esplosa dalla felicità. Ora sono pronta ad affrontare nuovi progetti. Con la mia compagna abbiamo cercato un localino a Milano e adesso, dopo aver trovato un posto, lo abbiamo fatto diventare un piccolo bistrot. Questo mi ha dato tantissime energie e motivazioni”.
Quelle che servono per cimentarsi in altre partite, ma con la consapevolezza di essere oggi una Francesca Schiavone più forte.