-

Vavassori ora ci vede… doppio: “Davis e Olimpiadi i miei sogni”

Andrea ha chiuso la stagione conquistando il 6° titolo challenger in questa specialità: “Questo successo mi fa rientrare tra i top 100, determinante per una programmazione di alto livello. Giocherò con Sonego a Melbourne: sto preparandomi per essere al meglio”

di | 17 dicembre 2020

Andrea Vavassori con il padre Davide

Andrea Vavassori con il padre Davide, suo coach

E’ stato l’ultimo dei giocatori italiani ad essere impegnato nel circuito ATP, ma ne è valsa la pena. Andrea Vavassori, infatti, ha alzato al cielo il trofeo in doppio nel “Maia Open”, in Portogallo (terra indoor), a inizio dicembre, nella settimana che chiudeva il calendario di appuntamenti challenger per il 2020. Un acuto, in coppia con il ceco Zdenek Kolar, che gli è valso il sesto titolo in carriera in questa specialità ma soprattutto ha posto fine al tabù finali in questa stagione: ne aveva già disputate e perse quattro il 25enne torinese, che si era fermato all’ultimo atto a Noumea, Burnie e Bergamo (sempre al fianco dello svizzero Luca Margaroli) prima dello stop forzato del tour per l’emergenza coronavirus e poi a Forlì sul finire di settembre, con il kazako Andrey Golubev.

Sono contento di aver chiuso in bellezza la stagione con questo successo, dopo esserci arrivato vicino a più riprese, in qualche caso anche perdendo dopo aver avuto match point – sottolinea il piemontese, che grazie a questo risultato è salito al 96esimo posto nella classifica mondiale di specialità, eguagliando il proprio best ranking, raggiunto per la prima volta a fine settembre – A maggior ragione perché solo vincendo il torneo portoghese avrei migliorato la classifica facendo ritorno nei top 100, un piazzamento che ha un certo peso per poter svolgere una programmazione di livello nel circuito ATP”.

Andrea Vavassori in azione agli Assoluti di Todi (foto Sposito)

Una gioia arrivata in extremis, al termine di un’annata all’insegna di non pochi dolori, non solo dal punto di vista metaforico.

Avevo iniziato molto bene il 2020 visto che in gennaio in Australia ho raggiunto le semifinali nel primo challenger di Bendigo, eliminando anche due top 100 come Fucsovics e Dzumhur, prima di cedere a Steve Johnson – ricorda Andrea riavvolgendo il nastro della memoria – poi però a marzo il coronavirus ha bloccato tutti. Siamo tornati in campo a fine giugno e agli Assoluti di Todi ho giocato bene, battendo tra gli altri Fabbiano e Moroni e giungendo in semifinale, poi però sfortuna ha voluto che dopo il lockdown si sia manifestato un problema al gomito. Un’epitrocleite che non si è risolta neppure con tante terapie, riposo ed esercizi specifici di riabilitazione. Il dolore si manifesta in particolare nel servizio, un po’ meno nell’esecuzione degli altri colpi e proprio per questa ragione a un certo punto ho deciso di interrompere l’attività in singolare, sicuramente più dispendiosa dal punto di vista fisico, e concentrarmi sul doppio, considerando che solo con l’antidolorifico riuscivo a scendere in campo. In Portogallo il gomito mi ha dato un po’ meno fastidio, spero davvero di poter risolvere il problema in questo periodo prima della nuova stagione”.

Proprio in doppio Vavassori si è comunque tolto delle belle soddisfazioni anche in ambito ATP, al fianco dell’amico e coetaneo Lorenzo Sonego (sono nati a sei giorni di distanza l’uno dall’altro, nel maggio 1995).

I quarti di finale al Foro Italico, anche se purtroppo senza pubblico, sono stati un momento top, a maggior ragione superando due specialisti di punta come Ram e Salisbury e cedendo di misura, solo al match tie-break, a Peers-Venus. Senza dimenticare i quarti anche al ‘Sardegna Open’ in ottobre con il successo su Fognini-Musetti. Poi però rientrato a casa sono risultato positivo al covid, come tutta la mia famiglia, e mi sono dovuto fermare una ventina di giorni”.

Vavassori e Sonego si salutano distanziati al Circolo della Stampa Sporting Torino

E’ in casa, visto che il padre Davide è maestro di tennis (e ora anche il suo coach), che Andrea si è avvicinato alla racchetta fin da piccolo, ad appena 3 anni.

Man mano che crescevo si è fatto largo dentro di me anche il desiderio di poter praticare questo sport da professionista. Mi sono sempre allenato con papà tranne per una breve ma importante parentesi al Centro Tecnico Federale di Tirrenia, durata circa un anno e mezzo, che mi è servita molto per crescere e migliorare e nella quale ero sempre in contatto con lui sebbene fossi seguito da altri tecnici. Ora facciamo base a Pinerolo e siamo riusciti a creare uno staff composito: oltre a mio padre, ci sono il preparatore atletico Marco Sesia, il mental coach Gianfranco Santiglia, il fisioterapista Gabriele Scaglia e Paolo Moro come responsabile attrezzatura, poi al team si è recentemente aggiunto anche Davide Della Tommasina. Inoltre spesso si uniscono a noi per sessioni di allenamento alcuni seconda categoria piemontese di valore come Edoardo Lavagno, Luca Tomasetto e Tommaso Roggero. Non siamo tantissimi in regione di un certo livello ed è dunque importante aiutarsi a vicenda. E in tal senso è stato prezioso per me poter condividere il campo, almeno una volta o due a settimana, con Sonego a Torino”.

Andrea Vavassori e Zdenek Kolar si complimentano

Il focus del tennista piemontese è ora proiettato al 2021.

Abbiamo cominciato la preparazione off season e mi attendono cinque settimane di carico in vista dei primi impegni del nuovo anno – conferma Andrea – Stiamo aspettando con una certa impazienza il calendario ATP e dei challenger per poi ragionare su quella che sarà la programmazione. Giocherò gli Australian Open in coppia con Sonego, sempre che gli organizzatori per via delle misure anti-contagio non decidano di limitare il tabellone a 32 coppie come accaduto negli altri Slam. Mi auguro veramente non accada perché il poter disputare un Major è una grande opportunità in termini di punti per la classifica, oltre che economica. Un eventuale buon risultato a Melbourne potrebbe aprirmi le porte di altri Slam in doppio o comunque consentirmi di avere un ranking tale da giocare in pianta stabile tornei ATP”.

Andrea Vavassori

Ma per chi ancora non lo conosce che tipo di tennista è Andrea Vavassori?

Sono un giocatore che ama gli scambi rapidi, servizio e dritto sono indubbiamente le basi del mio gioco, mentre intorno ai 12 anni ho cambiato il rovescio da bimane a quello a una mano per facilitare lo slice e le variazioni. Mi sono sempre ispirato a giocatori aggressivi da fondo campo, Pat Rafter era l’idolo di mio padre ed è diventato anche il mio punto di riferimento, attaccante e amante del serve & volley. Doppisti preferiti? Beh, i francesi Herbert-Mahut sono una coppia che interpreta davvero bene la specialità, anche se i Bryan restano inarrivabili per le cose incredibili ottenute insieme. E mi piace il modo in cui gioca il doppio lo statunitense Ram. Io rispondo a destra, cercando di sfruttare il diritto. E se prima i punti decisivi erano per lo più a sinistra, ora con la regola del no advantage è diventato fondamentale anche il primo punto del game e sulla parità si può comunque scegliere di giocarselo a destra”.

Il rovescio di Andrea Vavassori

958F4E04-72A3-47C7-B3A7-E6A6BA770E44
Play

Il piemontese non intende per il momento specializzarsi però solo sul gioco di coppia.

Punto a continuare a crescere in entrambe le specialità. In singolare l’obiettivo è quello di poter disputare le qualificazioni degli Slam, quindi per farcela devo scalare ancora 60-70 posizioni rispetto all’attuale numero 315 ATP, mentre in doppio come già accennato un traguardo di rilievo sarebbe quello di entrare stabilmente fra i primi cinquanta del mondo. A quel punto si tratterebbe di valutare in maniera oculata, considerando vari aspetti, se sia il caso di concentrarsi su questo ambito privilegiando l’attività in doppio”.

Una delle problematiche per chi si cimenta nel doppio è quella del compagno.

L’ideale sarebbe trovare un partner fisso, ma non è facile, le programmazioni non sempre coincidono specie se non si ha una classifica simile. Per il 2021, visto che ci siamo trovati bene a Maia, a livello challenger comincerò insieme al ceco Kolar, e in alternativa mi sono accordato con il bosniaco Tomislav Brkic, che è appena entrato fra i primi 80 del mondo nel ranking di specialità. Fermo restando l’intesa con Sonego per disputare insieme i tornei ATP”.

La squadra del Tc Pistoia promossa in A1

Un binomio all’insegna del Tricolore che nasconde anche una speciale ambizione (pure legittima considerando che l’unico italiano meglio piazzato di Vavassori in classifica mondiale di doppio è Simone Bolelli, al 68° posto): vestire la maglia azzurra.

La Coppa Davis è il mio grande sogno, anche perché sono sempre stato affascinato dalle competizioni a squadre, fin da piccolino giocando in Coppe delle Province, Pia Cup, campionati giovanili e ora in serie A con il Tc Pistoia. E poi non dimentichiamoci che nel 2021 ci saranno anche i Giochi di Tokyo, per cui in attesa di sapere quelli che saranno i criteri di ammissione degli atleti perché non pensare in grande – conclude Andrea con un sorriso che sa tanto di guanto di sfida – per darsi stimoli forti, specie in questo momento”.

Andrea Vavassori

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti