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2021, i grandi a Torino

Dal prossimo anno, e fino al 2025, il capoluogo piemontese ospiterà l'evento conclusivo del tour maschile che mette di fronte gli otto più forti tennisti della stagione e le otto migliori coppie di doppio

di | 25 novembre 2020

Pala Alpitour esterno notte

Il Pala Alpitour di Torino

C’è un’entità in grado di viaggiare nel tempo come l’uomo da sempre sogna di fare: le Nitto ATP Finals, appena spente le luci della O2 Arena di Londra, hanno acceso i riflettori sul Pala Alpitour di Torino. Da novembre 2020 a novembre 2021 in un lampo, come l’attraversamento di un portale spazio/temporale, e i grandi protagonisti del tennis mondiale, tarati i gps sulla guglia della Mole Antonelliana, sono già atterrati davanti agli ingressi di Corso Sebastopoli.

Succede sempre così con le ATP Finals: ogni tennista che si rispetti a inizio stagione punta ad arrivare a novembre nell’élite dei primi 8 della classifica mondiale (di singolare o di doppio).

Quella classifica particolare che fino al 2020 si chiamava Race to London e ora, in un lampo, è diventata Race to Turin. Il ranking che si attiva il 1° gennaio e tiene conto dei migliori 18 risultato dell’anno.

Torino è diventata la stella polare della programmazione di tutti i campioni della racchetta per i prossimi 5 anni: con la testa sono già lì.

Prepararsi al meglio e programmarsi bene per riuscire ad arrivarci davvero, per avere il proprio posto tra le otto superstar che si disputano il montepremi straordinario delle Nitto ATP Finals, è una priorità.

E non si tratta solo di una montagna di quattrini (per il 2021, al Pala Alpitour si è parlato della cifra record di 14.500.000 dollari): essere a Torino vorrà dire lottare per il titolo più prestigioso al mondo insieme ai quattro classici del Grande Slam. Disputarsi i punti che possono decidere chi sarà alla fine dell’anno il n.1 del mondo. Entrare nella storia.

La Mole Antonelliana illuminata con il logo delle ATP Finals

Questo è il motivo perché le luci di Torino sono già accese: chi vuole esserci deve cominciare a costruire il cammino. Gli allenamenti della preparazione invernale, la preparazione fisica, la programmazione stilata a fine 2020 sono parte integrante del viaggio verso Torino. La Race to Turin che comincerà a registrare punti dalle prime prove dell’Atp Tour 2021 è una grande corsa a tappe che, toccando i 5 Continenti, impegna tutti i migliori e richiede non solo grandi prestazioni per conquistare grandi titoli ma anche costanza di (alto) rendimento.

Palazzo Reale a Torino

Ritratto di Carlo Emanuele II con la racchetta e il fratello Francesco Giacinto

Torino è dunque pronta a offrire materia per i sogni di tutti, quelli sul campo e chi vorrà essere testimone della storia del tennis sugli spalti. La prima capitale d’Italia, il luogo dove nacque l’idea stessa dell’Unità del Paese, ha il tennis nel Dna.

I principi di Casa Savoia giocavano a tennis, allora chiamato Trincotto, già nel 1600: esisteva un campo all’interno di Palazzo Reale. Dal tennista Emanuele Filiberto, principe di Carignano (cugino del Carlo Emanuele II qui ritratto con tanto di racchetta) , che nel 1709 acquistò un campo e lo fece incorporare nell’allora nuovissimo Palazzo Carignano, discende Re Vittorio Emanuele II cui si deve l’Unità d’Italia, proclamata il 17 marzo del 1861.

Palazzo Carignano a Torino

E proprio per le celebrazioni del Centenario di quell’Unità a Torino si disputò una edizione straordinaria degli Internazionali BNL d’Italia: quella del 1961 vinta da Nicola Pietrangeli battendo in finale (6-8 6-1 6-1 6-2) il fenomeno Rod Laver, che l’anno successivo avrebbe completato il primo dei suoi due Grand Slam. Un trionfo.

Quella partita indimenticabile fu disputata sul campo centrale del Circolo della Stampa Sporting, storico circolo cittadino che ospitò anche l’Italia in Coppa Davis. Lo stesso Circolo dalla Stampa Sporting che si prepara ad accogliere gli allenamenti dei magnifici otto (e delle otto coppie di doppio) che si qualificheranno per le Nitto ATP Finals 2021.

Torino 1961 Nicola Pietrangeli batte Rod Laver in finale agli Internazionali

Il campo centrale del Circolo della Stampa per gli Internazionali 1961

E’ l’inizio di una nuova era per un grande evento che nel 2020 ha celebrato i suoi primi 50 anni di storia. Se New York e il Madison Square Garden hanno segnato il ventennio in cui l’America di Jimmy Connors e John McEnroe era il centro del mondo tennistico, Francoforte e Hannover hanno suggellato il decennio d’oro ‘Made in Germany’ con Boris Becker e Michael Stich. I dodici anni londinesi chiusi nel 2020 hanno fatto da teatro europeo ideale per dominio dei Fab Four Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray.

Il quinquennio di Torino (2021-2025) si apre all’insegna del risorgimento italiano.

Con Matteo Berrettini, 24 anni, n.10 del mondo e già protagonista delle Nitto ATP Finals nel 2019; Fabio Fognini, n.17 del mondo oggi ma n. 9 solo 1 anno fa; Lorenzo Sonego, 25 anni, torinese e torinista doc al suo best ranking di n. 33 del mondo; Jannik Sinner, 19 anni e n. 37 del mondo, miglior classe 2001 al mondo e Lorenzo Musetti, 18 anni e n. 127, miglior classe 2020 nel ranking, a fare da traino, c’è un intero movimento che cresce e guarda al futuro, sospinto dall’enorme lavoro della Federazione Italiana Tennis che ha cancellato la nostalgia degli splendori azzurri degli Anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.

Il torinese Lorenzo Sonego

Torino con la Mole Antonelliana illuminata con il logo delle ATP Finals

Proprio grazie a una perfetta partita di doppio misto, giocata dal Presidente della FIT Angelo Binaghi e dalla Sindaca di Torino Chiara Appendino, è arrivata la vittoria che ha unito la Città, la Regione Piemonte, lo Stato Italiano, l’ATP Tour e la Federazione stessa in quel progetto innovativo, inclusivo e sostenibile che accende le luci del Pala Alpitour.

Dagli Internazionali BNL d’Italia di Roma alle Next Gen ATP Finals di Milano alle Nitto ATP Finals di Torino: un percorso da sogno che fa dell’Italia la nuova terra promessa del tennis mondiale.

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