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Il tennista siciliano si è raccontato in una intervista parlando degli errori commessi dopo la semifinale al Roland Garros ma con lo sguardo proiettato al futuro
30 aprile 2020
Cecchinato ammette di essersi smarrito dopo l’impresa a Parigi di due stagioni fa, quando a distanza di 40 anni eguagliò la semifinale di Barazzutti del 1978. Un buon inizio di 2019 con il titolo a Buenos Aires, poi il buio. “Sono stati commessi dei piccoli errori, senza dubbio. Anche per quanto concerne la programmazione, come per esempio non andare a fare due tornei ATP, Stoccolma e Vienna) pur essendo in tabellone, e la trasferta sudamericana su terra d’inizio 2020 quando ero già in crisi di motivazione e fiducia. Ciò che mi autorizza a ben sperare è la presenza di un progetto, il cui sviluppo dipenderà da come si evolverà l’attuale situazione. Potrebbe anche essere difficile tornare in campo nel 2020. Vedremo e ci adegueremo ma la certezza è che le carriere si sono allungate e ritengo di avere ancora nove, dieci anni a disposizione per tornare a togliermi qualche soddisfazione”.
Quindi Marco parla degli obiettivi: “Tornare nei top 50 e poter riassaporare il gusto dei centrali più importanti al mondo, su tutti Roma e Parigi. Credo di averne la possibilità perché non ritengo un caso la semifinale Slam, le tre vittorie ATP, le semifinali su erba e cemento, il numero 16 del mondo come massima graduatoria raggiunta. Il sogno invece quello di giocare contro Federer prima che si ritiri, magari proprio sul rosso. Mi sono allenato tante volte con lui ed è un personaggio unico, non solo dal punto di vista tecnico”.