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Fabio: “Spero che Flavia torni a giocare”. Successi e flop dei grandi rientri - 3

Prendendo lo spunto dalle parole di Fognini che spera in un rientro della Pennetta nel circuito, andiamo a ripercorrere alcuni grandi rientri della storia del tennis

di | 25 marzo 2020

Il trionfo a New York il 12 settembre del 2015

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, canta Antonello Venditti in uno dei suoi successi più amati. Flavia Pennetta di nuovo in campo quasi cinque anni dopo il suo ritiro? “Io gliel’ho già detto che un pensierino deve farcelo”, ripete spesso Fabio Fognini. Lo ha detto anche qualche giorno fa dalla sua casa di Arma di Taggia, dove con Flavia, il piccolo Federico e la nuova arrivata Farah in questi terribili giorni dell’emergenza coronavirus. Per il momento è solo un’idea tra marito a moglie. “Ora non c’è una come Serena Williams prima di diventare mamma, che dominava tutto. Ora se la giocano tutte e in tante sono tornate, come Clijsters”, ha aggiunto il ligure. La 38enne brindisina al momento, però, non è tanto convinta: “Devo dire che mi piace molto allenarmi a casa e per il momento mi basta”.
Flavia è uscita di scena da protagonista assoluta nel giorno più importante della sua carriera, quando il 12 settembre 2015 conquistò il titolo agli US Open battendo in una storica finale tutta italiana l’amica di una vita e compagna di squadra nei trionfi in Fed Cup Roberta Vinci. Durante la premiazione stupì il mondo annunciando il ritiro.
Risalire la china dopo esser stati fuori dal tennis che conta è impresa ardua e faticosa. Ci sono riusciti in pochi e in poche nel passato. Chi tornando da infortuni e vicissitudini gravi, chi tornando dalla maternità. Andiamo a ripercorrere alcuni grandi rientri della storia del tennis. Oggi la terza puntata, a domani con la quarta e ultima.

L'ex numero uno del mondo Justine Henin

HENIN: CLASSE INFINITA

Quando si è ritirata nel maggio 2008, Justine era numero uno del mondo: aveva solo 25 anni e sette titoli dello Slam in bacheca, oltre ad un oro olimpico. Era stanca del tennis professionistico e voleva dedicarsi ad altro: dalle sue fondazioni benefiche alla scuola di tennis. Ha resistito fuori dal circuito per 16 mesi. E’ tornata e ha raggiunto subito la finale a Brisbane e poi agli Australian Open dove giocò grazie a una wilrd card perché non aveva ranking: a Melbourne si arrese solo in tre set a Serena Williams, l’unica in grado di strappare un set alla statunitense. Nella sua seconda carriera la belga è risalita fino al numero 11 della classifica Wta, ma sempre nel 2010 è stata costretta a fermarsi dopo dopo Wimbledon a causa di un infortunio al gomito destro. Ha provato a rientrare a inizio 2011, ma a fine gennaio ha annunciato che il problema al gomito la costringeva a ritirarsi definitivamente.

La giapponese Kimiko Date

DATE-KRUMM: ORGOGLIO DEL GIAPPONE

Kimiko non si è presa un periodo sabbatico per avere un figlio, ma per avere una vita. La tennista nata a Kyoto ha raggiunto le semifinali agli Australian Open 1994, al Roland Garros 1995 e a Wimbledon 1996, prima asiatica a toccare il best ranking di numero nel 1995. Si è ritirata per la prima volta a 26 anni dopo le Olimpiadi di Atlanta 1996, per poi sorprendere tutti rientrando nel tour nell’aprile 2008 a 37 anni. Lo fece per esaudire un desiderio del marito, che non l’aveva mai vista giocare nel circuito. Dopo qualche assaggio nei tornei minori, nel 2009 ha vinto nel 2009 a Seul (aveva 39 anni), la seconda giocatrice più anziana della storia a vincere un torneo Wta dopo Billie Jean King. Si è definitivamente ritirata nell’agosto 2017 dopo che all’inizio di quella stessa stagione si era separata dal marito.

Tutta la grinta di Serena Williams

SERENA WILLIAMS: LA PIU’ FORTE DI SEMPRE?

Una carriera fantastica la sua, cominciata ad altissimi livelli fin dall’esordio a 16 anni, nel 1997, quando da wild card e numero 304 del mondo, al suo secondo torneo professionistico raggiunse le semifinali a Chicago battendo la numero 7 Pierce e la numero 4 Seles. Svariati infortuni ne hanno limitato l’attività, costringendola all’assenza per diversi periodi più o meno lunghi. Nel 2010, ad esempio, il bizzarro infortunio al piede coi vetri rotti dopo Wimbledon e le due operazioni la costrinsero a un lungo stop. L’ultimo in ordine di tempo dovuto alla gravidanza. La coppa di Auckland alzata al cielo lo scorso gennaio con in braccio la piccola Olympia è una delle immagini più belle di questo 2020 segnato dal coronavirus. Il contesto perfetto per il ritorno alla vittoria di una campionessa straordinaria. Era il 28 gennaio 2017 quando la statunitense trionfava agli Australian Open già in dolce attesa di un mese e mezzo della primogenita: superò in finale la sorella Venus, giusto per restare in famiglia. Da allora ha rischiato la vita partorendo con un cesareo d’emergenza, era poi ingrassata paurosamente e da mamma non aveva più vinto un torneo. E’ stato il 73esimo titolo di una carriera inimitabile cominciata la bellezza di 20 anni fa. Non è solo tennis, il suo è soprattutto orgoglio, sono muscoli stanchi che forse non ne possono più. E’ la parola grassa che la perseguita, è il completino che le scopre la pancia perché non c’è proprio niente da nascondere in quel corpo. Ora la donna e mamma, che vuole sconfiggere il tempo, deve sfatare la maledizione del 24esimo Slam: nel 2018 e nel 2019 ha fallito ben 4 volte l'aggancio a Margaret Court perdendo altrettante finali (2 a Wimbledon e 2 agli US Open). Una spada di Damocle quel record. "Non lo inseguo, voglio soltanto vincere Slam", continua a mentire sapendo di farlo.

Jelena Dokic

DOKIC E IL PADRE-PADRONE

Ecco un’altra bambina prodigio. Jelena, nata nell’ex Jugoslavia (ad Osijek) si fece conoscere a Wimbledon centrando nel tempio del tennis uno dei risultati più clamorosi della storia di questo sport: era il 22 giugno 1999 e sconfisse al primo turno la numero uno Martina Hingis concedendole appena due game (62 60). In quel momento la Dokic era numero 129, un record nell’era open. Ottenne il suo risultato migliore negli Slam sempre ai Championships, dove raggiunse le semifinali l’anno successivo e il suo best ranking di numero 4 nell’agosto del 2002. I ben noti problemi familiari col padre-padrone la allontanarono dal tennis per parecchio tempo: è stata vittima per diversi anni di maltrattamenti e percosse da parte del genitore, che la costrinsero a iniziare una nuova vita in Australia, acquisendone la cittadinanza. Rientrò nel 2009 sfruttando la wild card agli Australian Open conquistata vincendo i play-off pre-torneo e arrivò sino ai quarti di finale. Poi nel 2011 ha vinto il torneo di Kuala Lumpur (il sesto in carriera) tornata quindi a sollevare un trofeo dopo quasi 9 anni, uno degli intervalli più lunghi della storia. Si è definitivamente ritirata nel 2014.

(continua)

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