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Prima uscita pubblica di Francesca che racconta la difficile sfida contro il linfoma di Hodgkin: “Ci sono giorni in cui ti senti a terra, stramazzata. Ma poi trovi la forza e ricominci. Mamma è stata colpita prima di me e mi ha insegnato ad affrontarla con coraggio"
di Gianluca Strocchi | 02 febbraio 2020
"La malattia ti insegna cose nuove, ti instrada verso un nuovo cammino e ti fa scoprire cose nuove, nuovi orizzonti di vita. In questo percorso le cure e gli affetti fanno la differenza, anche per tenere costantemente attiva la mente". Francesca Schiavone si racconta per la prima volta, pubblicamente, dopo la difficile partita che sta combattendo contro il linfoma di Hodgkin.
Occasione la tavola rotonda 'Il coraggio di essere umani, la qualità della vita durante la malattia', organizzata sabato 1 febbraio a Milano da CasAmica Onlus in apertura dell'evento 'Stare insieme fa bene', iniziativa dedicata ai temi dell'accoglienza e del prendersi cura in vista della Giornata del malato che si celebra l'11 febbraio.
"Ho vissuto la malattia sulla pelle - ha ricordato diretta e sincera come suo solito la regina del Roland Garros 2010 - Ci sono giorni in cui ti senti a terra, stramazzata. Ma poi la forza la trovi. E ricominci".
Anche grazie a chi ti sta accanto: "Ho avuto la fortuna/sfortuna che si ammalasse mamma prima di me - ha confidato Francesca, che qualche giorno prima di Natale con un video postato su Instagram aveva dato la notizia del tumore che l’aveva colpita, ragione per cui era sparita per alcuni mesi - Papà è impazzito: la moglie, poi la figlia. Ma a me la malattia di mamma ha insegnato tanto. Attraverso di lei mi sono resa conto di quanto importante fosse la mia presenza e, quando è toccato a me, la sua per me. Siamo interconnesse. Mi ha aiutato ad affrontare la malattia con coraggio".
Adesso non posso giocare a tennis o correre. Per me sono sacrifici. Ma a quel punto inizia qualcosa di nuovo, di altro
"I sintomi sono la prima cosa che percepisci: una grandissima stanchezza e un mal di pancia continuo - ha spiegato l'ex tennista, che sta cominciando una nuova carriera da allenatrice - Ti chiedi: cosa sta succedendo? La prevenzione è fondamentale, ma la malattia ti porta a contatto con te stesso. Entri in uno stato improvviso, nessuno ti avvisa. Sono molto importanti le persone che ti stanno accanto nelle cure: medici, infermieri, psicologo, famiglia, perché l'unione fa la forza" e aiuta anche quando "dopo le cure devi fare delle scelte: io adesso non posso giocare a tennis, non posso correre. Per me sono sacrifici. Ma a quel punto inizia qualcosa di nuovo, di altro".