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Nel Galà milanese a Matteo è ‘Rivelazione dell’anno’: “Foro Italico e gli Slam gli obiettivi 2020”. Il 18enne Jannik ‘Miglior performance dell’anno’: “Ora devo alzare il livello, riuscendo a gestire un po’ di pressione”
di Gianluca Strocchi | 19 dicembre 2019
Il tennis è stato grande protagonista al Galà dei “Gazzetta Sports Awards”, andato in scena nella serata di mercoledì agli East End Studios di Milano. Durante l'evento, dedicato agli sportivi che hanno tenuto alta la bandiera tricolore nel 2019 (i candidati sono stati scelti da una giuria anche sulla base delle indicazioni dei lettori della Rosea), sono infatti stati premiati Matteo Berrettini come “rivelazione dell'anno” grazie alla sua fantastica stagione, culminata con la qualificazione alle ATP Finals di Londra – il primo tennista italiano a qualificarsi per il Master dopo quaranta anni - e Jannik Sinner - trionfatore alle Next Gen Atp Finals - come “performance dell’anno” (tra i sette in nomination in questa categoria figurava anche Fabio Fognini per il trionfo nel Masters 1000 di Monte-Carlo).
Ad illustrare le motivazioni del riconoscimento – un anello Damiani - al 23enne tennista romano è stato il vice direttore vicario della Gazzetta, Gianni Valenti: “Matteo rappresenta l’apice di un movimento che ha vissuto una stagione esaltante, basta considerare che il tennis italiano può vantare ben otto giocatori fra i primi cento del mondo, un record mai verificatosi prima. E lui ne è il leader, con la sua ottava posizione in classifica mondiale, risultato straordinario visto che aveva iniziato l’anno da numero 54 Atp…”. Un video ha raccontato per immagini gli exploit più significativi di Berrettini (era in lizza pure come “Uomo dell’anno”, premio andato a Roberto Mancini, ct della Nazionale azzurra di calcio).
“Non è stato comunque un anno privo di difficoltà, specie all’inizio, quando ho faticato a trovare le giuste sensazioni – le parole di Matteo ripercorrendo il suo 2019 - Poi ad aprile ho parlato con il mio team esternando la mia gran voglia di rivalsa, da lì in avanti ho cambiato marcia, ma sinceramente non mi aspettavo di vivere delle emozioni così forti. Devo ringraziare la mia squadra e la mia famiglia. Obiettivi per il 2020? I grandi tornei, per muovere la classifica ora è lì che bisogna vincere, e non posso nascondere che fare un grandissimo torneo a Roma è un altro dei miei obiettivi e poi continuare a migliorare e provare a battere i migliori. La classifica mi permetterà di giocare meno tornei, soprattutto ad inizio anno". Berrettini non snobba nemmeno le Olimpiadi e punta a competere contro i mostri sacri del tennis mondiale: "Per un tennista le Olimpiadi sono molto particolari, credo sia una grandissima esperienza e poi giocare per la propria nazione ti fa fare belli e brutti scherzi. Però possono essere un obiettivo, ma non quanto Roma e gli Slam. Cosa hanno in più di me Nadal, Djokovic e Federer? Sicuramente i titoli e poi tantissima esperienza. Spero di avere la chance di incontrarli di nuovo quando sarò un po' più pronto. Ognuno di loro è speciale per un motivo diverso e ogni volta che li incontro capisco benissimo dove devo migliorare e sicuramente ho imparato tanto dall'esperienza al Masters".
Il premio “Miglior performance dell’anno” è stato attribuito a Jannik Sinner, capace di alzare al cielo a novembre, proprio a Milano, il trofeo delle Next Gen ATP Finals (l’allievo di Riccardo Piatti era in nomination anche per la categoria ‘Promessa’, appannaggio della nuotatrice Benedetta Pilato). "Sono onorato e contento di essere qui, è stata una stagione strapositiva – ha sottolineato sul Pink Carpet il 18enne di Sesto Pusteria, il più giovane top 100 del ranking mondiale -. Credo di essermelo meritato e spero di poter tornare altre volte. I risultati sono arrivati, con un lavoro giusto fatto negli ultimi quattro anni. Con il mio team stiamo lavorando nel modo giusto e ora dobbiamo continuare così. Il 2020? L'obiettivo è fare 60 partite come quest'anno, ma a un livello più alto. Se dovessi farcela sarebbe bello”. Sinner ha inoltre confessato di sentire un minimo di pressione dopo gli ultimi successi. "Sicuramente c'è, perché devo confermare la stagione buona appena finita. La devi gestire in modo buono, ma se non ci riesci è difficile andare avanti. In questo è fondamentale il mio team. Tornando allo scorso anno mi viene in mente il fatto che ho giocato in campi più piccoli, poi la vittoria del challenger di Bergamo mi ha aiutato molto. Prima non vincevo nulla, ma le cose possono cambiare molto rapidamente e sono contento".