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Flavio Cipolla: "Vi racconto Matteo Berrettini"

L'ex tennista romano ha visto crescere l'attuale numero uno azzurro sui campi del Canottieri Aniene. Tra i due c'è tuttora una grande amicizia

di | 12 dicembre 2019

Flavio Cipolla avrebbe potuto dare e ricevere ancora di più dal tennis, se i problemi fisici non lo avessero tormentato fino a costringerlo a gettare la spugna a 34 anni. Invece una caviglia malandrina ha avuto la meglio sul suo rovescio slice, che in carriera lo ha spinto fino alla posizione numero 70 dell’Atp, a raggiungere il terzo turno a Flushing Meadows nel 2008 e nello stesso anno ad arrivare fino alla convocazione in Coppa Davis. Una bella storia interrotta prematuramente, ma la racchetta e il campo sono rimasti ugualmente il suo pane quotidiano. L’ex tennista romano, oggi 36enne, si è dedicato immediatamente all’attività di allenatore. “Smettere così presto è stato traumatico perché avevo ancora tanta voglia di giocare, ma i problemi alla caviglia mi condizionavano troppo. Il tennis fa parte della mia vita e col tempo il passaggio al ruolo di coach è diventato naturale. Mi piace stare in campo e mettere al servizio di qualcuno la mia esperienza” racconta Cipolla.
Quel qualcuno è Alessandro Giannessi e fino a qualche settimana fa è stato anche Jacopo Berrettini. “Il rapporto di lavoro con Jacopo si è interrotto per esigenze differenti, ma con lui nessun problema, resta un grande amico. Giannessi è più avanti e Jacopo attualmente ha altre necessità. In questo momento nel suo percorso di crescita serve un allenatore full time ed io non potevo dedicarmi esclusivamente a lui. Con Alessandro stiamo effettuando la preparazione per ripartire dall’Australia nella prossima stagione”.

DALLO SCUDETTO AI TOP 10

Ma con la famiglia Berrettini il fil rouge va ben al di là del campo ed è tuttora saldissimo. Un’amicizia nata ai tempi del Canottieri Aniene e consolidata negli anni anche oltre il tennis. Cipolla ha assistito all’intera evoluzione di Matteo. Dal bambino che si affacciò carico di sogni sui campi in riva al Tevere, fino al ragazzone che ha strabiliato il mondo a suon di ace e dritti fulminanti. “Giocavo già per l’Aniene quando Matteo è arrivato – ricorda Flavio – E’ sempre stato, fin da ragazzino, molto maturo rispetto ai suoi coetanei. Era come una spugna, sempre attento a cogliere il meglio da ogni situazione. Quando aveva 16 anni ed io ero tra i Top 100, mi chiedeva consigli, cercava di carpire qualsiasi aspetto che potesse essere utile per la sua formazione. Aveva in mente un obiettivo chiaro e lo ha sempre perseguito. Questa sua attenzione e fame di apprendere gli hanno permesso di arrivare dove è ora. Ed oggi, quando lo vedo in campo, ritrovo la stessa attitudine ad imparare e trarre insegnamenti da ogni match. E’ un ragazzo molto intelligente e se si è spinto fin lassù, lo deve non soltanto al suo braccio ma anche e soprattutto alla sua testa”.
“Un successo all’improvviso” lo hanno definito i più. Ma chi ha visto crescere Matteo e forgiarsi giorno dopo giorno non è così sorpreso. “E’ vero, nell’ultimo anno Matteo ha fatto dei progressi incredibili, – chiarisce Cipolla – ma ho sempre confidato che potesse diventare molto forte ed arrivare a livelli top. Nella testa di un giocatore ad un certo punto scatta qualcosa. Lui ha preso enorme consapevolezza dei suoi mezzi negli ultimi mesi ed ha tirato fuori le grandi qualità che ha coltivato nel tempo. Fa un po’ effetto pensare che appena due anni fa vincevamo insieme la finale scudetto con l’Aniene ed ora è entrato trai primi 10 giocatori al mondo fino a qualificarsi per il Master di fine anno. Abbiamo giocato tanti doppi insieme in serie A, quando lui tentava di emergere a livello Challenger ed io ero ancora nel circuito. Ma ripeto, vederlo ora a soli 23 anni numero 8 del mondo non lo considero un miracolo. Matteo si trova lì perché è il suo livello”.

 


QUANTI INTRECCI

Sono tanti gli intrecci nelle vite di Matteo Berrettini e Flavio Cipolla. “Per un anno e mezzo, insieme a mio papà mi ha allenato Vincenzo Santopadre. Ora è lui che ha affiancato Matteo in questa esplosione repentina. Così come una figura importante ritengo sia per lui il mental coach Stefano Massari. Io sono stato il suo primo “paziente”, mi ha seguito prima come tennista e poi come allenatore. E’ un gran professionista oltre essere un mio grande amico. Della sua consulenza si avvale anche Jacopo Berrettini e lo stesso Giannessi. E’ di grande supporto”.

La vita di Berrettini ha subito un’accelerazione spaventosa negli ultimi mesi, ma il successo e la notorietà non hanno travolto la semplicità di Matteo. “Per quanto meraviglioso, non è facile da gestire tutto quello che gli è capitato in questo anno pazzesco – ammette Cipolla – Ma lui è tale e quale a prima e rimane uno dei miei amici più cari. E’ educato e ha dei valori importanti trasmessigli dalla famiglia e tutto questo, sono convinto, non lo cambierà. Impegni permettendo, anche con Jacopo ci vediamo e usciamo tutti insieme. Capita spesso di ritrovarci a parlare di tennis, delle loro esperienze, anche di quanto successo in campo”. Tra una birra e una risata, un’amicizia che va oltre una pallina da tennis.

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